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Fuori dal labirinto

Uno spot di grande impatto, diretto dal maestro Tornatore, al centro della campagna Tim contro il gender gap. Riflettori accesi sui tanti ostacoli ancora da superare.

Ancora più di 160 anni per raggiungere la parità economica e la parità politica. Ancora oltre 130 anni per ottenere le pari opportunità.

Sconcertante, verrebbe da commentare. Ma questa è la distanza che oggi pesa sulla condizione delle donne.

A denunciarlo, con la forza e le emozioni che solo immagini e musica sono in grado di suscitare, è lo spot di Tim, dal titolo ‘Il Labirinto’, diretto magistralmente dal maestro Giuseppe Tornatore, che ha fatto molto parlare di sé – e ha fatto riflettere molti commentatori – negli ultimi mesi.

L’immagine del labirinto ritratta da Tornatore evoca l’insieme di stereotipi, pregiudizi e differenze di genere che impedisce alle donne di uscire, di emergere, di fare carriera, in ultima analisi di avere le stesse opportunità che hanno gli uomini.

Di fronte ai muri innalzati dalla sottocultura del patriarcato, lo spot di Tim fa parte di una campagna di comunicazione che esprime un preciso messaggio positivo: le donne non si fermano. Sono determinate ad andare oltre, a infrangere gli ostacoli. Gli uomini, dal canto loro, non possono far finta di niente o arroccarsi all’interno di iniqui privilegi di genere. Insomma, quei muri dobbiamo abbatterli tutti insieme.

 

«Il premio Oscar Giuseppe Tornatore ha accettato di dirigere nuovamente uno spot con noi che parla di un tema in cui crediamo molto. L’iniziativa rientra nel più ampio progetto che abbiamo chiamato ‘La parità non può aspettare’ e vuole sensibilizzare l’opinione pubblica verso un cambiamento urgente e che non può essere più rimandato», dichiara Pietro Labriola, Amministratore delegato di Tim. «Esprimere questo valore significa molto per la crescita del nostro Paese: siamo convinti che un’economia che vuole correre abbia bisogno del meglio di tutte le sue risorse. Tutti possiamo e dobbiamo dare un contributo per accelerare in questa direzione, necessaria non solo per le donne ma per la società nel suo insieme. Certo non pensiamo di risolvere la situazione da soli, ma da azienda leader, è giusto prenderci le nostre responsabilità per favorire il cambiamento».

Con il claim ‘La parità non può aspettare’, la campagna è stata declinata anche su stampa, web e social, e ha avuto il merito di coinvolgere numerosi testimonial al femminile accendendo i riflettori su tutte le tipologie di disparità che le donne incontrano nel loro percorso umano e professionale. Dallo sport all’imprenditoria, dal gap salariale alla copertura mediatica degli sport femminili; dalla cultura della leadership all’occupazione delle donne nei settori tecnologici, tutto è rappresentato nel gap di genere accumulato nei decenni.

Il Gruppo guidato da Labriola si è già mosso nel contrasto del gender gap con azioni concrete in azienda e fuori.

A partire da progetti che agiscono sulla cultura, l’organizzazione e i processi aziendali. Già nel 2022, ad esempio, sono stati rinnovati i CdA delle società del Gruppo, portando a oltre il 40% la partecipazione delle donne, con una crescita di 20 punti in un anno.

È stato altresì azzerato il pay gap a livello manageriale e avviato un piano che porterà a far crescere le donne in azienda come ruolo e visibilità.

Già nel 2022 sono stati rinnovati i CdA delle società del Gruppo Tim, portando a oltre il 40% la partecipazione delle donne, con una crescita di 20 punti in un anno

‘La partirà non può aspettare’ rientra quindi nella strategia del Gruppo che sta investendo in iniziative di rilievo sociale. Un esempio è l’app ‘Women Plus’, che supporta le donne nella ricerca di lavoro e nei percorsi di carriera; un altro esempio riguarda i punti vendita Tim presenti sull’intero territorio nazionale che, grazie alla collaborazione con l’associazione no profit ‘DonneXStrada’, sono divenuti ‘Punti Viola’ ovvero luoghi sicuri per offrire una prima assistenza alle donne che si vedano in pericolo o minacciate o aggredite.

Infine, le nuove cabine digitali che, nel corso di quest’anno, saranno installate nelle principali città italiane e saranno dotate di un tasto dedicato al primo soccorso per le chiamate di emergenza. Si tratta di una funzionalità a forte valenza sociale che mette a disposizione della collettività uno strumento di contrasto agli episodi di violenza e microcriminalità.

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