2050

Aperti al mondo

Export e opportunità di investimento da e per l’Italia. Siamo in campo per essere protagonisti della competizione globale

L’export è un pilastro dell’economia italiana e un solido riferimento per il nostro sistema produttivo, che può vantare prodotti e servizi di eccellenza, ambiti in tutto il mondo.

Il “made in Italy” è ovunque sinonimo di qualità e affidabilità e, superata la fase più acuta della pandemia, l’export italiano ha ripreso a volare. Secondo quanto riportato dalla Farnesina, nei primi otto mesi del 2021, le esportazioni italiane hanno sfiorato i 332 miliardi di euro, andando anche oltre la cifra raggiunta nello stesso periodo del 2019 (pre-pandemia) e si stima che su base annua si possa superare quota 500 miliardi di euro. Guardiamo pertanto al futuro con fondato ottimismo.

Tale ottimismo deve essere però accompagnato da un’accurata analisi per comprendere se ci troviamo di fronte a un exploit o se emergano indicatori di una crescita strutturale. Ma anche per vagliare l’efficacia delle misure pubbliche adottate, e per individuare, eventualmente, ulteriori interventi possibili.

C’è un dato che colpisce: appena l’1% delle nostre imprese esportatrici (poco meno di 200) realizza oltre il 50% della quota del nostro export. Le imprese già strutturate per l’export hanno quindi tratto giovamento dalle misure pubbliche introdotte, ma non è cresciuto significativamente il numero complessivo delle nostre aziende esportatrici. Soprattutto nel caso delle piccole imprese, che spesso mancano di una guida manageriale capace di innovare e agevolare l’accesso al credito

È pertanto necessaria una collaborazione tra istituzioni e organizzazioni di rappresentanza manageriale, come la nostra, per incrementare il posizionamento nazionale sui mercati globali. Come Federazione, negli ultimi anni abbiamo deciso di puntare sulla certificazione delle competenze manageriali per gli export manager e i manager per l’internazionalizzazione, attraverso il nostro percorso BeManager.

Oggi non sono più sufficienti competenze di tipo tradizionale, ma è indispensabile saper interpretare la transizione digitale in atto. Ecco perché lavoriamo alla formazione di digital export manager, figure professionali strutturate per competere nel mondo dell’e-commerce.

La nostra felice intuizione ha incontrato la lungimiranza delle istituzioni che hanno promosso misure di incentivazione, rivolte in particolare alle Pmi, perché potessero avvalersi dei nostri manager certificati. Auspichiamo adesso che misure come quelle introdotte possano essere maggiormente calibrate sulle professionalità necessarie e possano beneficiare di un orizzonte pluriennale.

Infine, oltre all’export, guardiamo anche alle opportunità per investitori italiani all’estero e per investitori stranieri nel nostro Paese. Per questo, con American chamber of commerce in Italy, Centro studi americani e associazione Amerigo, abbiamo lanciato il “Transatlantic investment committee”: un comitato pensato per consolidare le relazioni con accreditati interlocutori nordamericani, al fine di esplorare reciproche occasioni di investimento e rafforzare qualificati percorsi di formazione. Una bella sfida in cui crediamo molto.

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