La ripresa del nostro Paese non può prescindere da un ruolo centrale dei manager. Il contributo offerto dalle nostre professionalità sarà infatti determinante per realizzare gli interventi previsti dal Pnrr e per guidare un percorso di sviluppo sostenibile e inclusivo. In ragione di ciò, dal palco della nostra Assemblea nazionale, ho voluto lanciare con forza il “Patto della dirigenza per l’Italia”, un piano di intenti che promuova una stretta collaborazione tra pubblico e privato per aiutare l’Italia a crescere, nel rispetto della legalità e valorizzando le tante competenze che i nostri manager possono mettere a disposizione.
L’Assemblea ha rappresentato un successo senza precedenti per la Federazione. All’evento hanno partecipato oltre 600 tra dirigenti d’impresa e rappresentanti di vertice delle istituzioni, tra cui esponenti del Governo, oltre a primarie personalità delle rappresentanze industriali e politiche.
Numerosissime sono state inoltre le uscite sulla stampa e sui principali telegiornali nazionali, che hanno coperto l’evento con servizi di primo piano. Una soddisfazione enorme per il nostro impegno, che ogni giorno portiamo avanti, anche grazie al prezioso lavoro svolto sul territorio.
Come manager, siamo pronti a essere coinvolti sul banco di prova principale, quello che riguarda il più ambizioso piano di riforme e investimenti che si ricordi dal dopoguerra, magistralmente strutturato dal Governo Draghi.
L’Italia saprà spendere gli oltre 222 miliardi di euro previsti, oltre alle altre risorse nazionali ed europee disponibili?
È un’impresa titanica, ma per farcela servono le migliori competenze manageriali, quelle delle donne e degli uomini che ogni giorno sono chiamati, nelle proprie aziende, a superare gli ostacoli imposti dalla crisi. La cultura manageriale è la via per gestire le risorse del Pnrr come un grande budget da utilizzare per il bene comune. Promuovendo altresì un’impostazione progettuale che non si barrichi dietro i “no” di comodo, ma abbia il coraggio di dire chiaramente sì alle opportunità, industriali e infrastrutturali, che il Paese ha di fronte. È cruciale che gli impegni previsti siano realizzati attraverso progetti da mettere a terra bene e in fretta, per rispettare le verifiche progressive delineate dall’Ue e per rispondere alle giuste aspettative delle giovani generazioni.
Su questo punto, nel corso dell’Assemblea, ho registrato un’ampia e confortante adesione da parte dei colleghi presenti e una proficua interlocuzione con i nostri autorevoli ospiti. Il settore pubblico deve aprirsi davvero alle migliori potenzialità del privato. Non è ammissibile, come ho pubblicamente affermato, che sia mantenuto, per le retribuzioni dei manager nella Pa o nelle società partecipate, un tetto che è assolutamente fuori mercato e che non può portare ad avere “in squadra” i migliori. Se il nostro Paese vuole essere competitivo, deve smetterla di giocare al ribasso. Possiamo pensare in grande perché abbiamo grandi capacità.