In un Paese come l’Italia, in cui le esportazioni costituiscono una consolidata distintività competitiva, la figura dell’export manager assume un ruolo sempre più determinante.
Nei primi nove mesi 2021 infatti, se il ritmo di crescita delle nostre esportazioni ha, non sorprendentemente, ecceduto del 20,1% quello del corrispondente periodo 2020, caratterizzato dall’emergenza pandemica, lo stesso ha peraltro superato del 5,8% il livello pre-crisi (primi tre trimestri 2019) e la sensazione è che le nostre aziende possano puntare ben più in alto, giocando un ruolo di assoluta avanguardia nell’arena competitiva globale.
Decisivi, in tal senso, appaiono la formazione, lo sviluppo e il potenziamento di professionalità manageriali che scovino opportunità aziendali all’estero, favorendo le relazioni di mercato e istituzionali e consentendo il posizionamento del business aziendale in aree del globo culturalmente e tecnologicamente diversificate.
Professionisti dell’export che, sempre più diffusamente, certificano le proprie competenze con un organismo di certificazione di qualità, garantendo per questa via all’azienda l’acquisizione di un manager qualificato ed efficace.
I professionisti dell’export, sempre più spesso, attestano le proprie competenze con un organismo di certificazione di qualità, garantendo così all’azienda l’acquisizione di un manager qualificato ed efficace
L’export manager è la figura che ogni organizzazione aziendale deve saper integrare e strutturare per cogliere le opportunità estere in ottica di medio-lungo periodo e che consente di tutelare gli interessi dell’azienda prima e dopo il salto verso i mercati individuati mappando il potenziale internazionale dei prodotti e servizi dell’azienda.
Un export manager qualificato possiede un complesso paniere professionale di esperienze, conoscenze e abilità che alimentano le prospettive di risultati all’estero dell’azienda e che vanno riconosciute e valorizzate affinché siano le più adatte allo specifico business aziendale, al settore, ai mercati di sbocco.
È attorno a tale manager che potrà strutturarsi uno specifico export team aziendale, con ulteriori professionalità tecniche che fruiranno delle sue esperienza e leadership tecnica e comportamentali, crescendo e generando valore.
L’export manager, oggi come non mai, competente anche sui temi di trasformazione digitale del business per i riflessi inerenti il canale e-commerce, è donna/uomo con elevate capacità relazionali e di sviluppo del business, un’efficace interlocuzione in più lingue, conoscenza di tecniche negoziali, di garanzie, di pagamenti internazionali, di dogane, di certificazioni di prodotto.
Impiegando tali competenze specialistiche, l’export manager è in grado di affrontare tutte le sfide: comprendere in profondità mantenendo una visione integrata, delineare i meccanismi di funzionamento organizzativo, prendere decisioni consapevoli, promuovere e sostenere le relazioni tra persone e strutture organizzative, il lavoro di gruppo, la soluzione dei problemi, la motivazione delle persone.
Per un’azienda inserire un export manager certificato e che abbia deciso di intraprendere un percorso strutturato e rigoroso di valutazione delle proprie esperienze, conoscenze tecnico-professionali e abilità comportamentali, costituisce un valore aggiunto competitivo determinante per il successo del business all’estero.
Poiché, come sottolinea W.E. Deming, “non basta fare del proprio meglio. Prima bisogna sapere cosa fare; poi fare del proprio meglio”.