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Turisti in rete

Il digitale rivoluziona il modo di vivere le vacanze. Banda ultralarga, fibra e 5G sono i nuovi driver per le località turistiche. Perché, sempre di più, il viaggiatore va dove può navigare

Per molti, Starbucks è la salvezza. E non stiamo parlando di caffè. Quando si è all’estero e si cerca una rete gratis a cui connettersi, la catena di caffetterie più famosa al mondo è uno dei punti di riferimento. A dimostrazione che ormai, quando si parla di turismo, non si può prescindere dalla rete. Non a caso, tra i motivi per visitare l’Estonia, c’è anche quello di sperimentare uno dei wi-fi pubblici più diffusi al mondo.

Di banda ultralarga, fibra e 5G si discute spesso in termini di abilitatori dell’industria 4.0, della telemedicina, della didattica, della ricerca, dell’auto a guida autonoma. Meno spesso si affrontano le ricadute sul turismo di una rete veloce, altrettanto importanti. Già nel 2018 una ricerca del comparatore di prezzi Facile.it evidenziava come un italiano su tre scegliesse l’albergo in base alla connessione internet. Variabile importante anche per case vacanze e ristoranti. E Trivago, una delle più famose piattaforme di prenotazione di alberghi, ha evidenziato che il wi-fi è uno dei requisiti più cliccati dai suoi utenti.

Quando nel 2018 l’Unione europea ha lanciato il bando Wifi4Eu, un programma per finanziare l’installazione di reti senza fili gratuite e pubbliche, pensava anche al servizio per i turisti. Che non sarebbero stati più costretti a rivolgersi necessariamente a reti private, magari in cambio di dati, per collegarsi. E la domanda dei voucher per sostenere questi network è stata spesso fatta o da perle del turismo, come Favignana o San Gimignano in Italia, o da comuni che hanno adoperato i fondi per dotare del wi-fi punti di interesse artistico, come musei o centri storici. Una filosofia simile segue il programma italiano Wifi Italia. Agli inizi di giugno è stata firmata la convenzione con il parco dell’Alta Murgia, in Puglia, per consentire ai visitatori di accedere a internet e sfruttare servizi digitali.

Wifi4Eu è il programma europeo, pensato anche per i visitatori, che finanzia la creazione di connessioni pubbliche e gratuite

Una recente indagine dell’Osservatorio beni culturali & digitale del Politecnico di Milano ha evidenziato che il 51% dei 430 musei italiani analizzati non ha il wi-fi. E questo non frena tanto il turista che vuole postare immediatamente una foto su Instagram, quanto la costruzione di servizi collegati alla rete, come installazioni digitali, Qr code per l’accesso a informazioni dettagliate e guide. Un’offerta che rafforza la visita dell’utente e la capacità di attrazione.

Una robusta connessione internet è un volano per le località turistiche sotto vari punti di vista. Grazie al 5G, per esempio, si potranno sviluppare esperienze di realtà virtuale per far conoscere ancora più da vicino i beni artistici e culturali, equilibrando anche i flussi di visitatori con le possibilità di accesso ai siti più delicati. A Matera Tim, Fastweb e Huawei hanno sperimentato visite virtuali alle chiese rupestri della città dei Sassi. E tour virtuali si possono fare anche di piazza Navona a Roma o del museo Pietro Micca a Torino. Sono strumenti che possono essere anche venduti all’estero, per far “assaggiare” una destinazione e invogliare il turista a prenotare.

Secondo EY, il 5G applicato al turismo «genererà anche maggiori flussi monetari provenienti dall’estero in seguito all’incremento della spesa turistica derivante da applicazioni quali realtà virtuale, entertainment, percorsi guidati, informazioni geolocalizzate o da applicazioni che facilitino l’iter turistico al livello gestionale e burocratico».

Ma non solo. In una fase in cui l’avvicinamento delle aziende allo smart working consente di ragionare in termini di libertà di luogo e tempo di lavoro, località turistiche debitamente connesse possono proporsi come uffici “alternativi” per coniugare, specie durante l’estate o le vacanze scolastiche, vita professionale e vita privata. «In questa fase post lockdown in cui le persone rincominciano a uscire di casa e a poter andare in vacanza, Open Fiber con circa 8 milioni e mezzo di unità immobiliari già raggiunte è pronta a offrire agli italiani una connessione ultraveloce ed efficiente», racconta Monica Palmarino, responsabile programmazione commerciale di Open Fiber, società impegnata a cablare l’Italia.

Monica Palmarino, responsabile programmazione commerciale di Open Fiber

Palmarino, Open Fiber: «Avere la fibra ottica al mare o in montagna, costituisce un elemento di attrattività in più per un settore molto importante per l’economia del Paese»

«Pensiamo a quante mamme e papà, ancora in smart working, vorrebbero portare i figli in vacanza ma temono di non poter lavorare a causa di reti lente e poco affidabili – aggiunge Palmarino –. Grazie all’infrastruttura che sta costruendo Open Fiber le cose stanno finalmente cambiando e oggi, in molti comuni d’Italia, è possibile avere una connessione completamente in fibra ottica nella casa al mare o in montagna. Quello che ieri sembrava un privilegio può essere toccato con mano da molte famiglie e professionisti italiani. Anche gli alberghi, tramite la nostra rete ultraveloce, potranno garantire connessioni stabili ed efficienti ai propri clienti italiani e stranieri. Un elemento di attrattività in più in un settore molto importante per l’economia del Paese, che a causa della pandemia ha sofferto particolarmente».

Tra le perle del turismo connesse da Open Fiber ci sono Vasto, incastonata nella Costa dei trabocchi e destinataria di un investimento da 6 milioni di euro; il borgo senese di San Casciano dei bagni, noto per le vicine terme; Lecce, la perla del barocco pugliese (15 milioni di euro). Si va dalle mete di montagna, come Cavareno in Alta Val di Non o Bard, in provincia di Aosta, dove si erge l’omonimo forte, a quelle di mare, come Malfa, sull’isola di Salina nell’arcipelago delle Eolie, nella cui frazione di Pollara è stato girato “Il postino” di Massimo Troisi.

Hotel e ristoranti non devono interpretare la connessione solo come un benefit per il cliente. Gli usi possono essere vari: dal menù che si scarica via Qr code (pratica molto utile anche dal punto di vista sanitario in un mondo post Covid-19), all’abilitazione di pagamenti digitali, apprezzati dai turisti stranieri, cinesi in primis, fino al test di robot per svolgere alcune funzioni. Negli Stati Uniti ThyssenKrupp Elevator ha lanciato una piattaforma di interfaccia per gli ascensori che, sfruttando 4G o wi-fi, consente a piccoli automi di muoversi all’interno della struttura per effettuare, per esempio, consegne agli ospiti. Secondo la società di consulenza MarketsandMarkets, entro il 2024 questi sistemi di logistica interna toccheranno il valore di 34 milioni di dollari a livello mondiale.

Il valore della rete non va considerato solo quando si pensa al turista straniero o lontano, ma anche nella valorizzazione di destinazioni di vicinato. Proprio di recente Anci Piemonte ha organizzato un webinar per evidenziare il valore della connessione nel turismo di prossimità.

Un investimento maggiore da parte dell’industria del turismo in ambito connettività implica anche più risorse sulla sicurezza informatica. Sempre più una catena di alberghi, un’agenzia online, un ristorante o un museo saranno giudicati anche dalla loro capacità di proteggere le informazioni che hanno raccolto, alcune molto delicate, come dati personali, indirizzi, numeri di carte di credito. Nel suo ultimo rapporto il Clusit, l’associazione italiana per la cyber security, evidenzia come il settore dell’ospitalità sia uno di quelli in cui, tra il 2018 e il 2019, è aumentata sensibilmente la violenza degli attacchi. Segno che, per i cyber criminali, il turismo è diventato una preda più appetibile.

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