Dopo le vicende istituzionali delle ultime settimane, in Italia è ripartita la discussione sul Next generation Eu (NgEu), il pacchetto di misure anti-crisi varato dall’Ue per supportare la ripresa degli Stati membri nel segno dell’innovazione e della sostenibilità.
Tra i paesi che maggiormente beneficeranno delle sovvenzioni e dei prestiti previsti dal NgEu c’è, come noto, il nostro, chiamato subito a cambiare passo e a definire compiutamente il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) necessario per ricevere le risorse stabilite.
Una sfida difficile, affidata adesso al governo guidato da Mario Draghi; ma, per vincerla davvero, ci sarà bisogno del coinvolgimento di tutti gli attori del sistema produttivo.
A partire dai manager, che dispongono delle competenze necessarie per guidare la trasformazione che l’Europa ci chiede.
Innovazione e sostenibilità sono infatti le direttrici su cui i manager già si stanno muovendo, come emerge anche dalla seconda wave della nostra indagine “La sostenibilità competitiva”, condotta dall’Osservatorio 4.Manager.
I nostri iscritti oggi ritengono prioritario che i soldi in arrivo dal NgEu siano impiegati su questioni importanti per il presente e il futuro del Paese, come la digitalizzazione avanzata della Pa e dei servizi (per il 74,6% degli intervistati) e misure di incentivazione per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili.
Dal canto loro, per rilanciare le aziende, i nostri manager stanno già pianificando o hanno intenzione di realizzare investimenti in nuovi prodotti e servizi da offrire ai clienti (per il 58,6% degli intervistati) e attività strategiche come la trasformazione digitale.
Obiettivi ambiziosi che fanno comprendere quanto sia chiara ai manager la necessità di ripensare radicalmente il proprio business per rimanere competitivi sui mercati. Ma come si può innovare davvero un modello di business nell’attuale scenario economico?
È innanzitutto necessario che il dialogo tra pubblico e privato offra una rotta condivisa.
Per tale ragione riteniamo che, in un periodo cruciale come questo, sia necessario che le istituzioni si aprano maggiormente al contributo delle competenze manageriali nella definizione del Pnrr.
I manager potranno infatti offrire una visione decisamente innovativa per la pubblica amministrazione, sulla base di una piena corrispondenza con i modelli gestionali aziendali. Inoltre, potranno contribuire a tracciare un percorso che favorisca quelle prospettive di sviluppo, in termini di innovazione e sostenibilità, essenziali per rispondere ai dettami dell’Ue e alle evoluzioni del mercato.
Dopo mesi che hanno imposto forzosamente la distanza, è più che mai opportuno un segnale di unità di intenti.
I manager sono già in campo e chiedono di essere coinvolti, in tutte le sedi, nella partita italiana sul Next generation Eu.