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Risposte veloci, risultati efficaci

Semplificare, innovare, investire nella produzione e nel capitale umano. Questa la via per aiutare l’Ue a raggiungere l’obiettivo dell’autonomia strategica

Francesco Ventola, eurodeputato

 

In un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche, guerre, crisi energetiche e crescente competizione tra grandi blocchi economici, l’Unione europea è chiamata a ripensare profondamente il proprio ruolo, sia all’interno che nello scenario globale. Quali sono le sfide che attendono l’Europa nei prossimi anni? E quali strumenti ha a disposizione per affrontarle con autorevolezza, coerenza e visione? Lo abbiamo chiesto all’eurodeputato Francesco Ventola, che in questa intervista delinea una rotta chiara: raggiungere l’autonomia strategica, rafforzare il legame tra scuola, innovazione e sistema produttivo, contrastare l’immigrazione irregolare, sostenere le imprese e i giovani con investimenti concreti. Ventola invita a risposte rapide e coordinate, alla riscoperta di una vera identità europea che, per essere credibile all’esterno, deve prima di tutto essere solida e coesa al proprio interno.

Eurodeputato Ventola, alla luce degli sconvolgimenti internazionali – dai conflitti in corso alla crescente competizione tra blocchi geopolitici – come si stanno muovendo le istituzioni europee per affrontare queste sfide?

Le istituzioni europee sono di fronte al momento storico più complicato dalla loro nascita. Dopo la Seconda guerra mondiale c’era la voglia, il desiderio, di unire i popoli del Vecchio continente per garantire prosperità ed evitare ulteriori conflitti. Ora l’Unione europea si sta muovendo nel solco dei trattati per sostenere l’Ucraina invasa dai russi e per rafforzare l’identità del continente tra i blocchi geopolitici con la certezza che siamo parte integrante, indispensabile ed indiscutibile del mondo Occidentale. Certo, se fossimo più celeri nell’assumere decisioni sarebbe meglio!

Con l’avvio del nuovo mandato della Commissione von der Leyen, quali priorità politiche ritiene imprescindibili per garantire coesione interna e autorevolezza esterna dell’Unione europea?

Si rende necessario e quantomai improcrastinabile, impegnarsi per raggiungere l’autonomia strategica della nostra Europa: semplificazione, investimenti per produrre energia e innovazione per il sistema produttivo anche facendo ricorso al debito comune, investire nel capitale umano e nel cambio generazionale in agricoltura, contrastare l’immigrazione irregolare e clandestina, investire nella difesa comune e pretendere l’attuazione del principio di reciprocità nei rapporti con gli altri Stati.

L’industria europea affronta una doppia sfida: transizione verde e concorrenza globale. Qual è la strategia delle istituzioni europee per evitare la deindustrializzazione e rilanciare la produzione strategica sul suolo europeo?

Intanto è necessario che tutti prendano atto che le transizioni non possono essere imposte e calendarizzate senza tenere conto del contesto geopolitico che è mutato e potrebbe continuare a farlo per anni. Non è possibile obbligare e indirizzare risorse pubbliche solo a vantaggio di alcune tecnologie a scapito di altre. Creare un sistema innovativo (e veloce) di incentivi e agevolazioni a favore di coloro che investono e creano beni, servizi e quindi lavoro nel nostro Continente, potrebbe essere una strada fattibile. Indispensabile, ritengo, sia rafforzare la connessione tra la scuola e il sistema produttivo. Bisogna dare fiducia (e sostenere con risorse vere) ai nostri giovani, consentendoli di credere nelle loro idee affinché diventino progetti e perché no, anche realizzazioni concrete.

È necessario che tutti prendano atto che le transizioni non possono essere imposte e calendarizzate senza tenere conto del contesto geopolitico che è mutato e potrebbe continuare a farlo per anni

Personalmente credo che i dazi facciano male a tutti. Anche perché ce ne sono già diversi (sotto false spoglie) e che sparirebbero se si attuasse il principio di reciprocità. Ad esempio, i diritti dei lavoratori, il rispetto dell’ambiente, i diritti civili… sono dei veri e propri dazi perché condizionano il costo di produzione dei beni e servizi. Dobbiamo pretendere che anche i nostri partner commerciali (gli altri Stati) li riconoscano e li rispettino al pari di noi europei. Bene stanno facendo gli Stati membri a confrontarsi per determinare le decisioni che l’Unione Europea assumerà, privilegiando sempre il dialogo costruttivo e la determinazione alle provocazioni-minacce dei partner commerciali.

Nel nuovo scenario globale, l’Ue può ancora permettersi di essere una “soft power” o serve un salto di qualità verso una vera autonomia strategica anche in campo militare e tecnologico?

Come dicevo in precedenza: il conseguimento dell’autonomia strategica nel campo dell’alimentazione, della produzione di energia, nel comparto innovativo-tecnologico e anche in quello della difesa comune, per me è la vera sfida da cogliere e vincere per continuare a garantire libertà, pace e prosperità agli europei.

Bene stanno facendo gli Stati membri a confrontarsi per determinare le decisioni che l’Ue assumerà, privilegiando sempre il dialogo costruttivo

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