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Prova di maturità

In Italia si registra una crescente longevità e i mercati devono rispondere alle esigenze emergenti, operando nel quadro di policy aggiornate. Lo chiedono i numeri, come spiega Valentina Parenti, Vicepresidente del think tank “La Scossa”.

In Italia, come nella maggior parte dei Paesi avanzati, le persone oltre i 65 anni sono sempre più numerose, quasi un terzo della popolazione. Un gruppo demografico sempre più importante, nella piena fase del ciclo vitale: gli over 65 sono i maggiori detentori non solo di esperienza, ma anche di patrimoni mobiliari e immobiliari, e dispongono di flussi di reddito certi, meno dipendenti dai cicli economici. Franco Modigliani definiva questo momento della vita quello del decumulo, in cui le persone spesso consumano più di quanto incassano in un anno.

Rispetto al resto della popolazione ci troviamo di fronte a soggetti con necessità, consumi e stili di vita molto differenti. Una condizione che porta con sé vecchie sfide – come quelle legate alla gestione di individui che invecchiando presentano una domanda di salute crescente –, ma anche nuove opportunità e ampi spazi di innovazione, capaci di spillover positivi sull’occupazione e sull’economia in generale.

Non a caso il tema – che in Italia è affrontato ancora troppo poco e in maniera sicuramente non adeguata – è invece al centro dell’interesse di organizzazioni politiche e governative internazionali: l’Onu ha proclamato il periodo 2021-2030 come The United Nations decade of healthy ageing, e attraverso la sua agenda 2030 sta dedicando grande attenzione al concetto di invecchiamento attivo.

Per fare luce sulle potenzialità di un settore tanto importante quanto ignorato dalla politica e dall’opinione pubblica, il think tank La Scossa ha di recente presentato, in un evento-dibattito, analisi e proposte elaborate sui dati forniti da I-Com. Che hanno messo in luce, da un lato, come politica e media si siano “dimenticate” di questa fascia di popolazione; dall’altro come invece, con strumenti adeguati, la cosiddetta ‘silver society’ possa diventare ‘golden’, se ripensata non come un freno alla società, ma come fonte di ricchezza economica e sociale. E le opportunità rappresentate dalla terza e dalla quarta età sono straordinarie.

La proposta lanciata da La Scossa, guidata dal Presidente Francesco Delzio, è di dare avvio a un nuovo modello di sviluppo a partire dalla popolazione over 65: dal ripensamento dei modelli di assistenza agli investimenti sul capitale umano, dalle politiche del lavoro ai servizi dedicati agli utenti senior.

Qualche dato a supporto di come gli over 65 rivestiranno un ruolo sempre più centrale per il sistema socioeconomico e di come sia fondamentale intercettarne la domanda economica e sociale, traducendola in un’offerta di servizi opportuna.

In Italia l’aspettativa di vita è cresciuta repentinamente, raggiungendo nel 2023 una media di 82,65 anni (80,5 per gli uomini, 84,8 per le donne) (Fig. 1).

Questa tendenza – unita al calo della natalità – ha fatto sì che, a inizio 2023, il 24,1% dei residenti in Italia fossero over 65 (14.183.091) e ben il 7,8% over 80 (4.590.378). L’incremento significativo della quota degli ultra 65enni rispetto al totale della popolazione arriverà ad essere pari al 35% nel 2050, mentre la quota dei giovanissimi (0-14) arriverà al valore minimo dell’11,1%, e solo una persona su due sarà attiva sul mercato del lavoro.

Se da un lato l’invecchiamento della popolazione pesa sull’erogazione di prestazioni e servizi da parte del sistema sociale e sanitario, allo stesso tempo cresce il numero di persone in questo gruppo che sono in buona salute, e che tra i 65 e i 75 anni di età sono ancora attive o parzialmente attive sul mercato del lavoro.

L’Onu ha proclamato il periodo 2021-2030 come “The United Nations decade of healthy ageing” e attraverso la sua agenda 2030 sta dedicando grande attenzione al concetto di invecchiamento attivo.

L’invecchiamento attivo e una più lunga aspettativa di vita sana fanno sì che la capacità di spesa dei silver sia particolarmente elevata, specie se raffrontata con quella dei gruppi demografici più giovani (Fig. 2), e portano gli over 65 ad essere sempre più presenti sul mercato, sia come consumatori sia come investitori: una potenziale nuova leva di crescita economica per il nostro Paese e per l’Europa.

Il report “The silver economy”, pubblicato dalla Commissione europea nel 2018, ha stimato che se la silver economy europea fosse uno Stato si posizionerebbe, per dimensioni economiche, alle spalle solo di Stati Uniti e Cina. Per la silver economy italiana si stima un valore pari a 325,5 miliardi di euro con un effetto indiretto sull’occupazione pari a 4,6 milioni di posti di lavoro.

Secondo un report della Commissione Ue, se la silver economy europea fosse uno Stato si posizionerebbe, per dimensioni economiche, alle spalle solo di Stati Uniti e Cina

Ma quali sono i trend di consumo della silver age? Quali settori dell’economia saranno maggiormente interessati dalle loro scelte? Sulla base delle previsioni della Ce, tra i settori di consumo che registrano la crescita maggiore, accanto ad alimentari e attività ricreative, c’è la salute (+55% al 2025), e questo sia per l’attenzione maggiore alla qualità della propria vita e del proprio benessere, sia per i rischi epidemiologici legati all’invecchiamento (Fig. 3).

Ma non solo.

Da non sottovalutare il potenziale del digitale, sia in termini di spesa sia di accesso a una maggiore pluralità di servizi: ormai il 55,6% delle persone tra i 65 e i 74 anni usa il web assiduamente (Fig. 4). Numeri che fanno ben sperare per la diminuzione delle distanze intergenerazionali e per la riduzione del cosiddetto digital divide.

Il 55,6% delle persone tra i 65 e i 74 anni usa il web assiduamente. Numeri che fanno ben sperare per la riduzione del digital divide

In particolare, la silver economy sarà legata sempre più all’utilizzo di nuovi servizi abilitati da assistenti vocali, sensori Iot, wearable e sistemi di augmented Intelligence e machine learning.

I dati mostrano che il futuro dei senior sarà indissolubilmente connesso all’evoluzione tecnologica, determinando così una duplice opportunità: sia per se stessi, di allungare e migliorare la propria vita attiva in termini di qualità sia di mercato per coloro che potranno offrire servizi utili, semplici da usare, sicuri e al giusto costo (case intelligenti, robot per la pulizia, sistemi antintrusione, veicoli a guida autonoma e sistemi indossabili di navigazione e geo-localizzazione, tecnologie integrate ai servizi di monitoraggio sanitario e di assistenza a distanza).

Il progressivo invecchiamento della popolazione rappresenta sicuramente una delle principali sfide del nostro tempo.

Tuttavia, dalla nostra analisi emerge una nuova prospettiva che consente di superare l’immaginario collettivo dell’anziano considerato solo come cittadino passivo e bisognoso di assistenza.  Un cambio di paradigma che vede gli over 65 come persone attive, artefici del proprio benessere, intorno alle cui esigenze possono e devono esistere nuove opportunità di mercato, ma anche nuove policy. Che agirebbero da volano per una migliore qualità della vita legata alla longevità, con un effetto indiretto positivo sul carico pubblico generato dall’invecchiamento della popolazione, e un impatto diretto sull’economia.

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