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Dottor Tech

Intelligenza artificiale, telemedicina, robotica e big data riconfigurano l’orizzonte della salute e ci trasportano in una nuova dimensione, con opportunità e complessità da gestire.

La radiografia arriva in pronto soccorso. Si sospetta una piccola frattura. C’è l’occhio “allenato” del personale medico, che osserva l’immagine per individuare i segni di una frattura. E c’è un occhio digitale, un software di intelligenza artificiale che legge la radiografia e riconosce i segni di una piccola frattura. Il responso viene inviato al radiologo, il quale controlla di nuovo l’immagine, la confronta con il verdetto dell’algoritmo e dice la sua. Fantascienza? Non al Sant’Andrea di Roma, dove questo sistema viene utilizzato per confermare le diagnosi e garantire maggiore sicurezza nell’analisi delle radiografie. Merito delle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.

Il chirurgo si trova a chilometri di distanza dalla sala operatoria. Con un visore indosso, guida da remoto e in tempo reale un robot che, in ospedale, esegue alcuni passaggi critici per la buona riuscita dell’operazione. Fantascienza? No. A marzo Giovanni Alessio, docente di clinica oculistica all’Università di Bari e direttore del dipartimento al Policlinico del capoluogo pugliese, si è collegato dal centro congressi “La Nuvola” di Roma con l’ospedale San Carlo di Nancy della capitale e attraverso un visore, ha guidato un laser per effettuare il primo intervento di chirurgia refrattiva corneale gestito da remoto. Secondo il docente, «avere la possibilità di effettuare l’intervento con un controllo da remoto, apre al chirurgo nuove prospettive, consentendogli di ottimizzare le performance ed operare in totale sicurezza, ovunque sia localizzata la sala operatoria», mentre l’ospedale romano ha salutato il test come «l’inizio di una nuova era nella chirurgia». Merito delle potenzialità del 5G.

Lo scorso anno Apple ha annunciato grandi passi in avanti nello sviluppo di una tecnologia che attraverso il laser riesce a misurare la glicemia nel sangue, senza puntura. Per il mezzo miliardo di persone diabetiche al mondo, una rivoluzione non da poco.

Reti del futuro, intelligenza artificiale, sensoristica avanzata: la tecnologia sta cambiando già oggi radicalmente il mondo della salute. E questo può incidere su molti fronti, dal benessere del paziente alla prevenzione, dalla riduzione di errore all’anticipo delle diagnosi fino al risparmio sulla spesa sanitaria. Basti pensare che il Governo italiano nel Documento di economia e finanza prevede un rapporto spesa sanitaria/Pil che nel 2024 sale al 6,4% rispetto al 6,3% del 2023, come denuncia la Fondazione Gimbe. Ma secondo il presidente Nino Cartabellotta, senza incidere sui problemi che assillano il Servizio sanitario nazionale, «dai lunghissimi tempi di attesa all’affollamento inaccettabile dei pronto soccorso; dalle diseguaglianze regionali e locali nell’offerta di prestazioni sanitarie alla migrazione sanitaria dal Sud al Nord; dall’aumento della spesa privata all’impoverimento delle famiglie sino alla rinuncia alle cure».

Apple ha annunciato passi in avanti nello sviluppo di una tecnologia che attraverso il laser misura la glicemia nel sangue, senza puntura. Una rivoluzione per il mezzo miliardo di persone diabetiche al mondo

La tecnologia può fare la differenza sotto tanti punti di vista. Prendiamo la velocità: l’intelligenza artificiale può accelerare le diagnosi di una malattia, organizzare meglio le liste di attesa e ottimizzare il lavoro in ospedale. In Canada, a Toronto, un ospedale ha affidato all’intelligenza artificiale l’elaborazione dei migliori sistemi per gestire gli appuntamenti, organizzare le agende degli ambulatori e garantire che i pazienti vengano seguiti con costanza, ricevendo per tempo le visite necessarie. Ma la velocità si traduce anche nella possibilità di fare diagnosi precoci di alcune malattie. E prenderle per tempo significa aumentare le possibilità di curarle con successo. La Fondazione italiana per la ricerca sul cancro – Airc, per esempio, osserva che «per molti tipi di cancro trattare un tumore nei primi stadi è più semplice e le probabilità di successo sono maggiori: gli interventi chirurgici possono infatti essere più circoscritti e le terapie meno pesanti, con una conseguente migliore qualità di vita dei pazienti».

L’AI generativa, che dal rilascio pubblico di ChatGPT è diventata la tecnologia di riferimento e da inseguire, può radicalmente trasformare anche il settore della salute. Dagli aspetti amministrativi, alleggerendo le funzioni del personale impiegatizio e ottimizzando i processi gestionali, alla sintesi dei dati ai medici, che possono avere una forma di assistenza nella lettura di grandi moli di informazioni. I big data sono una miniera anche per la sanità. A Wired Health 2024, Gianmaria Verona, presidente della Fondazione Human Technopole, ha dichiarato che «stiamo vivendo un momento storico di grande quantità di dati, l’efficienza nella gestione dei quali si raggiunge mettendo in sintonia il paziente con il medico ma anche con il ricercatore. In questo modo si crea qualcosa di straordinario». Un lago sconfinato di informazioni sanitarie, provenienti da diverse fonti, dai sensori dei wearable che indossano i pazienti alle statistiche e alle serie storiche. Il punto di arrivo è una medicina personalizzata, tagliata sui bisogni e sulle esigenze del singolo paziente.

Mettendo in relazione poi il servizio granulare, ossia rivolto alla persona, con le dorsali delle grandi infrastrutture, come quelle di supercalcolo, si potranno sfruttare grandi risorse digitali e informatiche per gestire anche lo sviluppo di medicinali e farmaci personalizzati. A dicembre EuroHPC, la rete europea dei supercomputer, ha messo 130 milioni sullo sviluppo dei gemelli digitali umani, repliche del corpo, degli organi e della fisiologia degli esseri umani per far avanzare la ricerca biomedica. I Vht (Virtual human twins) sono rappresentazioni digitali di uno stato di salute o malattia umano che si riferiscono a diversi livelli di anatomia (ad esempio, cellule, tessuti, organi, sistemi di organi). Sono costruiti utilizzando modelli software e dati e sono progettati per imitare e prevedere il comportamento delle loro controparti fisiche, inclusa l’interazione con ulteriori malattie che una persona potrebbe avere. Il potenziale chiave di questa tecnologia nel campo della salute e dell’assistenza è legato alla prevenzione mirata, ai percorsi clinici personalizzati e al supporto dei professionisti sanitari in ambienti virtuali. Esempi includono la formazione medica, la pianificazione di interventi chirurgici e molti altri potenziali casi d’uso in ambienti virtuali.

I Virtual human twins sono progettati per imitare e prevedere il comportamento delle loro controparti fisiche, inclusa l’interazione con ulteriori malattie che una persona potrebbe avere

Un’altra frontiera tecnologica è quella dei robot. Dall’assistenza ai pazienti, come Nadine, un androide utilizzato a Singapore nelle residenze per anziani, a macchine per il prelievo del sangue (un’attività molto delicata dal punto di vista della gestualità) fino a droni per la consegna di organi e sangue (test sono stati condotti a Torino). E poi c’è la stampa 3D di organi per i trapianti, il ricorso a sistemi artificiali anche per sostituire organi malati (è successo al Niguarda di Milano) e inoltre le frontiere delle interfacce uomo-macchina per affrontare malattie neurologiche o danni da incidenti e infortuni. Certo, lo sviluppo tecnologico pone anche sfide legali: sicurezza delle informazioni, privacy dei dati e responsabilità delle macchine. Un futuro, però, che lascia presagire  grandi trasformazioni, rigorosamente a beneficio di tutti.

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