Più energia all’ambiente

Come possiamo sciogliere il nodo della dipendenza energetica del nostro Paese? Progetto Manager incontra Vannia Gava, Sottosegretaria di Stato al ministero della Transizione ecologica

Vannia Gava, Sottosegretaria di Stato al ministero della Transizione ecologica

 

Sottosegretaria, la crisi energetica già fortemente percepita nei mesi scorsi è stata aggravata dagli effetti del conflitto in Ucraina, con pesanti ricadute in termini di costi a carico di famiglie e imprese. Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato, all’unanimità, il decreto energia. Quali misure sono previste?

L’Italia, a causa della sua eccessiva dipendenza dalle fonti energetiche straniere, ha accusato prima e più degli altri Paesi europei la crisi energetica, si è dimostrata più esposta ai rialzi dei prezzi. La crisi in Ucraina ha fatto da detonatore e ci siamo ritrovati in poche settimane in una condizione drammatica: migliaia di famiglie si sono trovate nella condizione di non riuscire a far fronte al pagamento delle bollette e centinaia di aziende, specie quelle di alcuni settori cosiddetti “energivori”, hanno dovuto rallentare le produzioni e, addirittura, minacciare di fermarle. Il Governo non ha perso tempo e, come ha chiesto tra i primi il segretario della Lega, Matteo Salvini, è intervenuto per sostenere le famiglie più bisognose e le filiere produttive più esposte. Abbiamo destinato altri 4,4 miliardi di euro, che si sommano agli oltre 16 miliardi già spesi la scorsa estate, per governare la crisi e mettere al riparo gli italiani e il sistema produttivo. Fino a fine aprile il prezzo alle pompe di benzina e gasolio è stato ridotto di 25 centesimi al litro e riportato sotto al livello di guardia. Siamo pronti a prolungare l’intervento se sarà necessario. Abbiamo inoltre aumentato da 4 a ben 5,2 milioni il numero delle famiglie protette dagli aumenti delle bollette, che pagheranno l’energia come la scorsa estate, alzando il tetto Isee da 8mila a 12mila euro. Siamo intervenuti con sostegni specifici per i settori più esposti come l’autotrasporto e la pesca: il nostro sistema delle imprese deve sopravvivere e continuare a lavorare. Abbiamo messo in campo un intervento massiccio non mettendo le mani in tasca agli italiani, ma tassando parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all’aumento dei costi delle materie prime.

Fino a fine aprile il prezzo alle pompe di benzina e gasolio è stato ridotto di 25 centesimi al litro e riportato sotto al livello di guardia. Siamo pronti a prolungare l’intervento se sarà necessario

Le necessarie risposte adottate dal Governo sono evidentemente finalizzate a contenere l’attuale fase emergenziale, ma non crede che per il Paese sia opportuno ripensare a un ampio intervento strutturale che guidi la transizione energetica ed ecologica delineata dal Pnrr?

Il Pnrr è la ragione per cui è nato, col contributo di quasi tutti, questo Governo di unità nazionale. Il Governo lo ha scritto rapidamente poco più di un anno fa dopo che, purtroppo, il precedente esecutivo aveva sprecato molto tempo. Bisognava rispettare un cronoprogramma molto serrato ed era finalizzato alla ripartenza dopo la grande crisi dovuta alla pandemia. Oggi la situazione è profondamente mutata e, dunque, senza che questo si traduca in ritardi e rinvii, noi siamo favorevoli a una riscrittura di alcuni capitoli del Pnrr. Per quanto riguarda i fondi destinati alla transizione ecologica, bisogna accelerare sulla transizione energetica e cambiare il nostro mix energetico investendo su infrastrutture nuove.

Rimane appunto da sciogliere il nodo della dipendenza energetica del nostro Paese, che potrà progressivamente diminuire puntando sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Qual è secondo lei l’orizzonte che abbiamo di fronte?

Siamo già intervenuti consentendo l’aumento della produzione nazionale di gas, che era stata limitata per ragioni ideologiche incomprensibili. Dobbiamo utilizzare meglio le infrastrutture esistenti: ho partecipato personalmente in Azerbaijan alla riunione del comitato di gestione del gasdotto Tap, che deve poter funzionare al 100%. Abbiamo semplificato le procedure autorizzative per gli impianti di energia rinnovabile, per fare in modo che realizzarne uno non diventi complicatissimo al punto da scoraggiare le persone. Nel Governo infine prevale l’idea che si debba tornare a fare ricerca sul nucleare di ultima generazione, un sistema pulito e sicuro, che anche l’Unione europea ha inserito nella sua “tassonomia”.  Intanto è importante che l’Europa avvii un meccanismo di stoccaggio e acquisto comune del gas per contenere rialzi e fluttuazioni dei prezzi.

Per rispondere alle tante sfide riguardanti il settore dell’energia, sarà necessario che cresca la collaborazione tra istituzioni e rappresentanze dei manager, chiamati a dirigere la ripresa del sistema produttivo. In tal senso, la figura dell’energy manager, all’interno di ogni realtà aziendale, può giocare un ruolo decisivo apportando competenze specifiche. Che ne pensa? 

Consumo accorto e risparmio energetico diventano skill necessarie per ogni azienda, piccola o grande. L’aumento dell’incidenza dei costi, infatti, rende strategica ogni capacità di gestione professionale dell’approvvigionamento e dell’utilizzo dell’energia. Per questa ragione un manager esperto e capace di occuparsi proprio di questo, può rappresentare un plus per un’azienda, può ripagarsi da solo lo stipendio e far risparmiare moltissimi soldi e dare un contributo allo stesso tempo alla salvaguardia della natura.

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