Per il welfare aziendale un ruolo nel sistema

La sanità gioca un ruolo di primo piano anche nella Legge di Bilancio 2018, in particolare sugli emendamenti presentati alla Camera. Tra questi, per esempio, spicca lo stanziamento del Fondo per le non autosufficienze, che viene incrementato di 150 milioni per il 2018.

Quello della cosiddetta Long Term Care è un tema destinato ad acquisire sempre maggior peso, in futuro, sullo scacchiere sanitario e sociale nazionale, come del resto quello del welfare aziendale, che invece quest’anno non ha goduto di provvedimenti specifici.

Bisogna ricordare, tuttavia, che già nelle precedenti Leggi di Bilancio (2017 e 2016) erano stati mossi passi importanti proprio sul welfare: tutte novità che le aziende e il mercato hanno recepito con molto interesse. Modifiche strutturali che restano ovviamente valide anche per il 2018, anche se la “portata” del provvedimento, magari in futuro, potrebbe essere ulteriormente ampliata.

Certo, è innegabile che rispetto al passato c’è stato un deciso cambio di passo sul welfare aziendale. Un elemento in cui crede molto Assidai, che come Fondo integrativo da anni sostiene la necessità di adeguati incentivi per potenziare questo settore.

L’anno scorso, infatti, la Legge di Stabilità è intervenuta, per esempio, in modo importante sul welfare aziendale, potenziando misure e incentivi per favorire lo sviluppo di questo settore in Italia.

Da una parte allargando il perimetro del welfare aziendale che non concorre al calcolo dell’Irpef; dall’altra parte dando la possibilità di non tassare i redditi dei dipendenti che scelgono di convertire i premi di risultato del settore privato di ammontare variabile in benefit compresi nell’universo del welfare aziendale stesso.

In particolare, nella Legge di Stabilità 2016 era stata introdotta la possibilità per i dipendenti di ricevere premi di risultato e partecipazioni agli utili godendo di un’aliquota sostitutiva del 10%, oppure di convertire lo stesso premio in beni e servizi di welfare godendo della tassazione zero.

Aspetti che poi, come detto, sono stati potenziati nella Legge di Stabilità 2017: il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente che consente l’accesso alla tassazione agevolata è stato aumentato da 50mila a 80mila euro; gli importi dei premi erogabili sono passati da 2mila e 3mila euro nella generalità dei casi e da 2.500 a 4mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

In termini di “welfare aziendale” le erogazioni da parte del datore di lavoro si configurano in prestazioni, opere e servizi corrisposti al dipendente in natura o in forma di rimborso per spese aventi finalità di rilevanza sociale, comprendendo anche servizi come l’educazione, l’istruzione  – anche in età prescolare, la frequenza di ludoteche, di centri estivi e invernali oppure ulteriori benefit, sempre erogati dal datore di lavoro, per fruire di servizi di assistenza destinati a familiari anziani o comunque non autosufficienti.

Un fronte, quest’ultimo, su cui Assidai è sempre stato all’avanguardia in Italia includendo già da molti anni la copertura in caso di non autosufficienza (Long Term Care) all’interno dei Piani Sanitari dedicati alle persone e alle loro famiglie. A dimostrazione che la crescita dell’universo del welfare aziendale può essere un processo win-win a livello economico e sociale: per le aziende, per i dipendenti e per l’intero sistema sanitario italiano.