Una volta si diceva “fare rete”. Oggi a regnare è la formula “open innovation”. Un principio vecchio e nuovo insieme, basato sulla consapevolezza che la sfida aperta dalla quarta rivoluzione industriale si vinca con l’apporto di tutti. Grandi e piccoli.
Ecco perché il 13 dicembre scorso a Napoli multinazionali come HP, GE, Tim hanno affermato all’unisono che “l’innovazione non si può fare da soli”. Dalle due video-interviste registrate a margine dell’evento “Industria 4.0. Piccole e medie imprese: opportunità, esperienze, progetti” promosso da Federmanager, si comprende anche quanto possa risultare dannoso essere esclusivi o, peggio, autoreferenziali.
Le grandi aziende aprono così alla collaborazione con le PMI italiane e alimentano, più o meno direttamente, start up, micro-imprese, idee e progetti specifici. In alcuni casi per assorbirli, in altri semplicemente per sperimentare e rischiare. Non si sa mai che l’intuizione di un singolo, supportata da tecnologie digitali, disegni una curva esponenziale per il proprio business.
Manager e capitali sono chiamati a fare la propria parte. I primi, esercitando una leadership che motiva i team di lavoro e governa processi multilivello. I secondi, iniziando a scommettere in modo strutturato su creatività e innovazione. In un contesto di economia condivisa e sempre più tecnologica, è tempo per l’Italia di lanciare una call che attragga competenze manageriali e investimenti finalizzati.
Dina Galano, Giornalista
Vice Direttore Progetto Manager
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