1870

L’isola che c’è

Diversificazione delle fonti e sicurezza degli approvvigionamenti: le nuove rotte dell’energia passano dalla Sicilia. Ecco un quadro di progetti e investimenti in cantiere.

Le energie rinnovabili sono più che una nuova frontiera dello sviluppo della Sicilia, rappresentano una realtà su cui investire. Lo hanno capito i maggiori operatori del settore che si affacciano sul mercato e le università dell’isola dove molti spin-off lavorano sul settore energetico e dei servizi dedicati alle rinnovabili. Per comprendere il fenomeno bisogna andare negli uffici della Cts, la commissione tecnico amministrativa guidata dall’avvocato Gaetano Armao, dove arrivano le richieste per gli impianti sotto una certa soglia.  Lo scorso anno ne sono stati autorizzati 360, più di uno al giorno, incluso il Natale e le feste. Ogni richiesta comporta diverse verifiche e procedure autorizzative, riunite in un corposo dossier consultabile online. L’isola, ricca di sole e vento, può davvero diventare un hub strategico per le rinnovabili proiettandosi anche in una dimensione europea. È quello che ha ricordato agli studenti Ursula von der Leyen aprendo l’anno accademico dell’Università di Palermo nel febbraio 2023. E proprio l’Università di Palermo è sede di un master realizzato in collaborazione con Terna, gestore della rete di trasmissione ad alta tensione, giunto alla seconda edizione, per formare specialisti della gestione delle reti elettriche che saranno assunti dalla società. I fronti aperti sono parecchi: eolico a terra e off-shore, fotovoltaico, agrivoltaico.

Ricca di sole e vento, la Sicilia può davvero diventare un hub strategico per le rinnovabili proiettandosi anche in una dimensione europea

Ancora dati: il numero delle pratiche in itinere riportato sul sito di Terna, cui è necessario fare domanda per avviare l’iter che porterà all’autorizzazione degli impianti, sono 1.110 (un terzo del totale nazionale) per un totale di 79,07 Gw di potenza (poco più del 24% del totale nazionale).

La Sicilia (superata solo dalla Puglia che ha in itinere 1.307 pratiche per un totale di 87,19 Gw) ha già in potenza progetti per quasi sette volte il limite previsto dal nuovo burden sharing in corso di approvazione che è di 10,38 Gw di installato al 2030.

Numeri enormi anche se, secondo stime degli addetti ai lavori, ne arriveranno al traguardo meno della metà. In dettaglio intanto 783 pratiche per un totale di 40,37 Gw riguardano il solare (51,06% del totale), 293 pratiche per 15,30 Gw per l’eolico onshore, 34 per quello off-shore con 23,4 Gw. A fine dello scorso anno l’installato era di 4,7 Gw e 4,4 Gw tra eolico e fotovoltaico. Richieste e autorizzazioni che sono sui tavoli dell’amministrazione, spesso a corto di personale.

«Ci ritroviamo a fronteggiare una sfida impari con armi spuntate», ha detto al Sole 24 Ore il dirigente generale dell’assessorato all’energia Calogero Burgio. Per regolamentare il settore, inoltre, la Sicilia si è dotata di alcuni strumenti amministrativi particolari: è necessario anche depositare il titolo giuridico dei terreni registrato presso la conservatoria ed inoltre la voltura dell’autorizzazione può avvenire solo a impianto costruito e non una volta ottenuta la stessa.

I vantaggi

Questi sono i numeri e le regole per entrare nel settore, ma quali vantaggi possono venire dalla filiera dell’energia in Sicilia? Il governo regionale ha parlato di compensazioni sul prezzo dell’energia per quanti producono nella regione. Una sorta di royaltie come quelle pagate da quanti estraggono petrolio, ma che difficilmente potrebbero essere applicate alle rinnovabili. Quindi si prova a sfruttare la logistica attrezzando i porti per i trasporti dei materiali necessari per montare campi eolici e fotovoltaici. La Sicilia, infatti, presenterà una candidatura unitaria al Ministero dell’Ambiente per un porto nel quale realizzare il cantiere per la produzione e l’assemblaggio di piattaforme galleggianti per l’energia eolica in mare. Il Ministero dell’Ambiente emanerà un avviso per selezionare, in almeno due porti del Sud, aree da destinare alla realizzazione di infrastrutture idonee a questo scopo e la Sicilia sta valutando di indicare, in maniera congiunta con le autorità, il porto di Augusta.

L’obiettivo del governo nazionale è creare un polo strategico.  Ma anche qui serve programmare come ha segnalato William Munzone, Ceo di Msc Sicilia, nel corso di un convegno a Palermo. «Dall’eolico off-shore una delle maggiori opportunità è per la portualità e la logistica con la realizzazione di piccoli floater che altro non sono che imbarcazioni. Ci vuole pianificazione e coraggio ma anche armonia. In Spagna c’è una apposita commissione per l’off-shore che ha stanziato 150 milioni per progetti pilota. Servono anche gru con una certa capacità che al momento non si trovano. Con un ready to go del 2027 siamo in ritardo». In Sicilia, inoltre, esiste la 3Sun la fabbrica di pannelli fotovoltaici di Enel Green Power che, grazie ad un finanziamento del Pnrr da 90 milioni, diventerà la più grande produttrice in Europa di pannelli di nuova tecnologia.

Gli investimenti previsti

Intanto in Sicilia continuano i lavori delle imprese per migliorare la rete elettrica o per inaugurare nuovi impianti. Terna è impegnata nella realizzazione di un nuovo collegamento tra l’Isola con la Campania e la Sardegna: il Tyrrhenian Link che servirà a rendere maggiormente stabile il sistema elettrico e permettere un maggiore flusso di energia verso l’Italia.

Un investimento di Terna da 1,9 miliardi di euro per la realizzazione del “Ramo Est” e del “Ramo Ovest” dell’opera, per un cavidotto da 970 km in corrente continua e 1.000 MW di potenza. Ma si guarda anche alla sponda africana del Mediterraneo con Elmed, il ponte energetico invisibile che collegherà l’Europa e il Nord Africa, che sarà realizzato sempre da Terna questa volta in collaborazione con Steg, società tunisina dell’elettricità e del gas. Il collegamento elettrico di circa 220 km di lunghezza (di cui circa 200 km in cavo sottomarino a una profondità massima di circa 800 metri), 600 MW di potenza e 850 milioni di euro di investimento contribuirà, inoltre, all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica e alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico tramite la diversificazione delle fonti.

Si guarda anche alla sponda africana del Mediterraneo con Elmed, il ponte energetico invisibile che collegherà l’Europa e il Nord Africa e sarà realizzato da Terna in collaborazione con Steg

A Marsala è stato invece inaugurato l’impianto agrivoltaico (produzione di energia e coltivazione sotto i pannelli) “Anguillara” di Recurrent Energy, società controllata da Canadian Solar che è così sbarcata sul mercato italiano.  Lo scorso anno la multinazionale francese Engie aveva aperto un impianto simile a Mazara del Vallo e un secondo è in rampa di lancio a Paternò. Entrambi forniranno energia ad Amazon, grazie a un patto di fornitura di energia rinnovabile. Edison ha da poco inaugurato il suo secondo impianto solare nell’Isola ad Aidone, in provincia di Enna. Una produzione da 70 GWh l’anno con una potenza installata di 41 megawatt che può soddisfare il fabbisogno energetico di circa 26 mila famiglie. Un primo impianto era stato aperto ad Agira. E tra Enna e Catania verrà realizzato il più grande impianto in Italia da parte della multinazionale spagnola Iberdrola insieme alla tedesca Ib Vogt.

Sul fronte dell’eolico, infine, i gruppi procedono al repowering degli impianti ovvero alla sostituzione (e alla riduzione) delle pale con altre più grandi ed efficienti, capaci di triplicare la produzione a parità di occupazione di suolo. Erg a giugno dello scorso anno ha concluso il suo primo repowering degli impianti proprio in Sicilia, nell’impianto di Monreale-Partinico.

< Articolo Precedente Articolo Successivo >