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L’importanza di essere competitivi

Per superare le complessità di questa fase, serve una cultura manageriale capace di mettere la ripresa – e la crescita – al centro delle strategie aziendali. Puntiamo sulla formazione

La storia, nella ciclicità del suo incedere, ci pone di fronte a fasi di più acuta complessità, come quella che le nostre imprese stanno sperimentando, in conseguenza di costi dell’energia divenuti insostenibili e di criticità operative che il conflitto in Ucraina sta esasperando.

Accanto a un sostegno adeguato che lo Stato deve saper garantire, è proprio in questi momenti che deve emergere con forza il coraggio di una cultura manageriale capace di mettere la ripresa – e la crescita – al centro delle strategie aziendali. Aprendosi alle opportunità offerte dall’innovazione e interpretando i nuovi percorsi della competitività. Avvalendoci dell’efficacia della sintesi, possiamo individuare infatti quattro nuove direttrici della competitività: innovazione, sostenibilità, smart working ed export.

Direttrici queste che stanno profondamente mutando le specificità funzionali di HR manager, IT manager e manager in ambito finanziario, chiamati oggi a comprendere le evoluzioni in atto e a cambiare vision e mission del proprio profilo lavorativo: da ruoli professionali a ruoli manageriali.

Nel nuovo scenario industriale, il ruolo della finanza assume carattere ancor più strategico e le imprese avvertono maggiormente l’esigenza di dare equilibrio alla propria struttura finanziaria.

Si comprende bene quindi la valenza cruciale delle funzioni svolte dal Cfo nei contesti aziendali, nel passaggio da una connotazione tecnica di tipo contabile e amministrativo a figura-chiave per la strategia del business. Soprattutto per quanto concerne le delicate fasi decisionali in cui è proprio il Cfo a operare a più stretto contatto con il Ceo o con l’imprenditore.

Ecco perché l’ampio panorama di conoscenze specialistiche di cui dispone deve essere integrato da competenze innovative, che sappiano guardare ai nuovi orizzonti digitali, agli obiettivi Esg, anche in termini di investimenti, al riequilibrio delle passività e alla gestione e mitigazione dei rischi.

È quindi indispensabile che i Cfo abbraccino il cambiamento, nella sua impetuosa velocità e nell’istanza di evolvere da un approccio squisitamente programmatico (forecast) a un’ampia visione di scenario (foresight).

Per far ciò, i manager devono puntare senza reticenze sulla formazione continua, fondamentale per compiere il salto di qualità necessario a competere sul piano nazionale e internazionale.

E proprio alla formazione il sistema Federmanager dedica da sempre attenzione prioritaria, rinnovando ancor più il suo impegno sul tema, anche alla luce del patto di collaborazione sottoscritto con l’Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari (Andaf).

L’accordo rappresenta il segnale concreto della comune volontà di dare più forza ai manager, irrobustendo le loro capacità di essere protagonisti in azienda, per aiutare i propri contesti produttivi a superare gli scogli delle crisi e sostenere, più in generale, la crescita del Paese.

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