La trasformazione dei sistemi economici in sistemi “sostenibili” impone una profonda riflessione su quali siano le scelte migliori sotto il profilo economico e ambientale per il conseguimento degli obiettivi energetico – climatici dell’Unione Europea che l’Italia ha accolto. Tematiche già affrontate negli studi condotti da Federmanager con il supporto scientifico di AIEE, Associazione italiana degli economisti dell’energia.
Un primo studio, presentato nel 2017, ha delineato le possibili azioni finalizzate a raggiungere questi obiettivi e, in particolare per quanto riguarda il nostro Paese, gli investimenti da avviare fino al 2030, nel settore delle energie pulite, delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Secondo i dati emersi, ad esempio, con un’accelerazione del processo di decarbonizzazione, l’Italia vedrebbe le proprie emissioni di origine energetica ridursi al 2030 di 94 milioni di tonnellate rispetto al 2015 (-28%), e ciò genererebbe un risparmio di 1,5 miliardi di euro.
Un’accelerazione del processo di decarbonizzazione al 2030, ridurrebbe del 28% le emissioni di origine energetica, con un risparmio pari a 1,5 miliardi di euro
Il secondo studio, datato 2018, ha invece analizzato i settori e le aziende italiane in grado di cogliere questi investimenti e gli aspetti utili a individuarli.
Il nuovo studio, il terzo della serie, è dedicato a un altro aspetto fondamentale per l’ambiente e l’energia, vale a dire quello dell’economia circolare, sempre con uno sguardo all’industria italiana e al suo rilancio. Non a caso, infatti, il titolo scelto per questo terzo rapporto è “La transizione verde può sostenere lo sviluppo”.
Questo lavoro analizza il capitale industriale, il capitale umano e il capitale naturale, esaminandone i profili e discutendone la dotazione italiana in senso quantitativo e qualitativo.
Le analisi e le conclusioni del rapporto saranno divulgate in occasione della sua presentazione, prevista a inizio 2020; la trattazione intende delineare un quadro di tutti i settori produttivi, misurarne la consistenza e valutarne le caratteristiche, nonché la relativa preparazione per affrontare i cambiamenti in atto e per coglierne le opportunità.
Si discute, poi, del capitale naturale, della sua reperibilità, dei prezzi delle materie prime e dei possibili risvolti geopolitici. Viene analizzato inoltre con precisione il caso eclatante dei metalli rari usati nei sistemi di accumulo elettrochimico, il cui massiccio utilizzo è ritenuto vitale per la mobilità elettrica e per garantire flessibilità nei sistemi elettrici con alta percentuale di capacità non programmabile.
Si affronta quindi il tema degli impatti del sistema economico, trattato nei termini in cui la teoria economica dell’ambiente intende la sua funzione, ossia come ricettore degli scarti dell’attività produttiva.
Allo stesso modo per il capitale umano, si effettua una valutazione in termini di potenzialità e necessari correttivi perché sia più in linea con le esigenze del mercato e delle istituzioni.
In quest’ottica va inquadrato anche il nuovo percorso di certificazione delle competenze manageriali recentemente avviato da Federmanager e dedicato alla figura del “manager per la sostenibilità”: il capitale manageriale, la sua formazione e il costante aggiornamento rappresentano infatti un impegno continuo, da portare avanti con specifica attenzione alle esigenze del mercato e allo sviluppo di competenze sempre più articolate.