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Eventi favorevoli

Manifestazioni di grande richiamo internazionale, come il Giubileo e le Olimpiadi invernali, meritano di essere inserite in un programma organico di promozione del brand Italia. Il digitale è il mezzo per realizzarlo

Maurizio Pimpinella, Presidente Fondazione Italian Digital Hub

Nella vita, come negli affari, esistono momenti unici e occasioni irripetibili. L’industria del turismo italiano, ad esempio, si trova potenzialmente in prossimità di uno di questi momenti che, grazie a una particolare congiuntura, potrebbe fare del nostro Paese una delle più ambite mete del prossimo decennio, avviando di fatto una stagione turistica senza soluzione di continuità dall’estate 2023 a quella del 2032. La nostra penisola, infatti, sta per essere coinvolta da numerose e importanti manifestazioni a carattere internazionale – da Nord a Sud – certamente in grado di accrescerne la capacità attrattiva. Un’onda lunga che va accompagnata, alimentata e sostenuta attraverso i giusti investimenti in promozione, infrastrutture ma anche in competenze.

Il primo evento della lista è la Ryder Cup 2023, evento dotato di grande fascino che partirà il prossimo 29 settembre. Dopo questo “antipasto”, avremo quasi due anni di stasi prima del rush finale e passare al Giubileo del 2025 e ai Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Entrambi eventi mainstream di portata globale. Ma non finisce qui. Recentemente, Roma ha presentato la propria candidatura per l’Expo 2030, un grande evento diffuso dal tema “La bellezza di Roma: un viaggio dal passato al futuro“ che dovrebbe rimettere al centro del mondo la Città Eterna.

Pochi giorni prima, invece, era pervenuta alla Uefa la candidatura dell’Italia come Paese ospitante gli Europei di calcio del 2032. Si finirebbe quindi “col botto”, ovvero con un evento di richiamo planetario che coronerebbe questo percorso. L’organizzazione di alcuni di questi eventi non solo è già stata avviata ma è addirittura prossima alla chiusura, tuttavia, è l’orizzonte dei tempi che dovrebbe solleticarci maggiormente con la prospettiva di organizzare – possibilmente in forma armonica e omogenea – un’unica enorme campagna di promozione e organizzazione turistica.

Se tutti questi avvenimenti dovessero convergere, l’Italia amplificherebbe notevolmente la propria risonanza turistica, creando un volano di sviluppo anche per gli anni a venire, con evidenti ricadute occupazionali, di comunicazione e di immagine. Non è, infatti, immaginabile che un così lungo periodo sotto i riflettori non comporti una crescita più che congiunturale degli investimenti (nazionali ed esteri) e delle presenze in tutte le località turistiche italiane.

Per quanto riguarda poi l’organizzazione “collaterale”, non parliamo del restyling infrastrutturale che dovrebbe coinvolgere sostanzialmente tutta la penisola, un fattore questo – se abbinato bene anche ai fondi del Pnrr – in grado di ammodernare drasticamente il Paese e renderlo tra i più avanzati in Europa. La diffusione geografica di tali avvenimenti garantirebbe, infine, una sostanzialmente omogenea distribuzione delle risorse, a tutto beneficio di un altrettanto omogeneo sviluppo.

Il punto focale del fenomeno descritto dovrebbe essere la governance, necessariamente unica e in grado di coordinare le azioni di tutto il sistema nazionale, da quello istituzionale a quello delle imprese coinvolgendo i corpi intermedi. Elemento conduttore del progetto dovrà essere il digitale, fine e motore di sviluppo di questa enorme macchina. In proposito, ritengo necessaria la sottoscrizione di un grande patto per la digitalizzazione dell’Italia, tale da favorire la realizzazione di progetti accattivanti per il viaggiatore e sostenibili per il cittadino ma, soprattutto, indirizzati alla realizzazione di una nuova forma di cittadinanza attiva. Anche perché i ragazzini del 2023 saranno gli uomini e le donne del 2032.

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