Europa da visitare

Le nuove parole d’ordine del turismo su scala internazionale: innovazione, sostenibilità, accessibilità e competenze. Ne parliamo con Alessandra Priante, Director for Europe della World Tourism Organization – Unwto.

Alessandra Priante, Director for Europe della World Tourism Organization – Unwto

 

Non solo il post-pandemia, il turismo europeo deve fare i conti anche con una guerra alle porte dell’Ue e con un’inflazione difficile da interpretare. Qual è la visione strategica dell’Unwto per sostenere una ripresa del settore turistico che sia sostenibile, nell’accezione più ampia del termine?

Innanzitutto, l’Untwo punta strategicamente su maggiori investimenti per migliorare le competenze dei professionisti nel settore e nella formazione delle piccole e medie imprese (Pmi), che sono il vero motore del settore turistico in Europa.  La nostra organizzazione intende guidare la digitalizzazione del turismo e creare un ecosistema di innovazione e imprenditorialità che massimizzi il potenziale del settore in termini di crescita economica, creazione di posti di lavoro e sviluppo sostenibile. Con questo obiettivo in mente e sulla base degli impatti devastanti del Covid sulle Pmi, abbiamo creato il programma “Digital Futures for SMEs”, che cerca di accelerare la ripresa economica del settore turistico attraverso lo sviluppo di Pmi innovative. Il programma ha raggiunto più di 130 Paesi a livello globale, con circa 1.500 Pmi che sono state sottoposte all’analisi dello strumento diagnostico digitale e hanno beneficiato del programma. Untwo, nel suo ruolo di unica agenzia specializzata per il turismo della Onu, sta anche portando avanti una serie di iniziative innovative per promuovere il turismo sostenibile. Per esempio, la “Dichiarazione di Glasgow” sull’azione per il clima nel turismo offre una nuova serie di percorsi per l’azione per il clima, allineando il settore agli impegni globali e catalizzando soluzioni collaborative verso le numerose sfide che le aziende e le destinazioni turistiche devono affrontare. La Dichiarazione di Glasgow incoraggia l’accelerazione dell’azione per il clima nel turismo, garantendo l’impegno a ridurre le emissioni nel settore turistico di almeno il 50% nel prossimo decennio e a raggiungere l’obiettivo “Net Zero” il prima possibile, entro il 2050. Attualmente il numero di firmatari della Dichiarazione è di quasi 800 organizzazioni provenienti da 90 Paesi. La regione europea è quella con il maggior numero di firmatari, oltre 400. Inoltre, per il terzo anno consecutivo l’Unwto è pioniere di un’iniziativa globale, “Best Tourism Villages”, che cerca di valorizzare i villaggi rurali di ogni regione nel mondo. L’obiettivo principale dell’iniziativa è di riconoscere quei villaggi che rappresentano un esempio di destinazione turistica rurale con beni culturali e naturali, che preservano e promuovono valori, prodotti e stili di vita basati sulla comunità e che sostengono un chiaro impegno per la sostenibilità in tutti i suoi aspetti. Nel 2023, un totale di 76 villaggi provenienti da 41 Paesi delle cinque regioni mondiali hanno ottenuto questo riconoscimento.

Il programma “Digital Futures for SMEs”, per accelerare la ripresa economica del settore turistico attraverso lo sviluppo di Pmi innovative, ha raggiunto più di 130 Paesi, con circa 1.500 Pmi coinvolte

In che modo l’Unwto sta contribuendo a raccordare la collaborazione tra gli Stati europei per dare più peso alla “sfera turistica” nelle strategie nazionali?

L’Unwto è l’unica piattaforma multilaterale in grado di riunire i ministri del turismo di tutti i Paesi del mondo, cosa che è molto utile in particolare per quelli europei che spesso lamentano poca attenzione su temi importanti da parte del proprio governo nazionale. In Unwto gli Stati si incontrano, si scambiano idee e buone pratiche e si rafforzano in visioni e tendenze, riuscendo anche a creare piccoli centri di “pressione” su temi rilevanti. In questo senso, il mio lavoro ha veramente contribuito a dare nuovo impulso a tale visione e soprattutto a far sì che i Paesi partecipino ai più alti livelli in quasi tutti gli incontri internazionali più importanti dell’Unwto, sia sul piano statutario che tecnico. Unwto, inoltre, attraverso la mia azione decisa, è presente in maniera determinante nell’Ue e lavora assiduamente con la Commissione europea, ad esempio nella co-progettazione e co-attuazione del Percorso di transizione per il turismo (“Transition Pathway for Tourism”), che costituisce il quadro di riferimento dell’Agenda europea per il turismo 2030, adottata dal Consiglio dell’Unione europea nel dicembre 2022. Finora abbiamo presentato in totale cinque “pledges” a sostegno del Percorso di transizione per il turismo, che coprono ad esempio le aree della raccolta e dell’armonizzazione dei dati sul turismo, delle competenze digitali per le Pmi e del turismo per lo sviluppo rurale. L’Unwto fa inoltre parte del gruppo di esperti della Commissione europea “Together for Eu Tourism“, per fornire raccomandazioni concrete sull’attuazione dei “pledges” sia a livello regionale sia nazionale.

Dal vostro osservatorio, quali sono oggi i key market determinants che incidono sul rapporto domanda-offerta turistica?

I fattori economici svolgono un ruolo significativo nella domanda turistica. Fattori come i livelli di reddito, i tassi di occupazione e la stabilità economica generale influenzano la capacità delle persone di viaggiare e spendere in attività legate al turismo. Nei periodi di crisi economica, ad esempio, la domanda di turismo può diminuire perché le persone riducono le spese discrezionali. Inoltre, il clima e le condizioni meteorologiche influenzano i tempi e il volume degli arrivi turistici. Sono divenute molto importanti anche le considerazioni ambientali, tra cui le pratiche di sostenibilità, le iniziative eco-compatibili e le attrazioni naturali, che influenzano sempre di più le scelte dei turisti nel periodo post-pandemico, assieme ai fattori di rischio legati alla variabile salute e sicurezza sanitaria. Le bellezze naturali dell’Italia, gli sforzi di conservazione e l’impegno per un turismo sostenibile possono attrarre viaggiatori attenti all’ambiente e influenzare la domanda.

Il turismo è infatti uno dei grandi motori dell’economia italiana. Quali sono, a suo modo di vedere, i punti di forza del nostro Paese? E quali invece gli aspetti da migliorare?

Secondo i dati dell’ultimo Barometro Unwto (maggio 2023), nel 2022 gli arrivi turistici internazionali in Italia sono stati 49,8 milioni. Un aumento dell’85% rispetto al 2021. Mentre le entrate turistiche internazionali sono state pari a 44,3 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 22,7% rispetto al 2021. I punti di forza dell’Italia, che si riflettono anche nel quadro del Pnrr, si esprimono nella varietà che il nostro Paese ha da offrire al turista, secondo ogni gusto: dalle città rurali alle attrazioni culturali, alle montagne e, adesso che siamo in periodo estivo, al mare. Inoltre, stiamo dimostrando di saper innovare con nuove iniziative finalizzate alla promozione del turismo nel Paese. Come, ad esempio, un’iniziativa chiave del Pnrr che è il progetto, lanciato dal ministero del Turismo insieme al ministero degli Affari esteri, denominato “Turismo delle Radici“. L’obiettivo è quello di rilanciare il turismo in Italia riunendo 600 città (o “borghi”) per la loro valorizzazione e attrattività soprattutto nei confronti degli immigrati italiani di seconda, terza e quarta generazione presenti nel mondo. Uno dei temi su cui si può fare di più – e sicuramente questo Governo vi sta ponendo la giusta attenzione – è la questione dell’accessibilità nel turismo in Italia. A livello globale, 1,3 miliardi di persone, ovvero il 16% della popolazione, sperimentano una disabilità significativa, e per milioni di altre persone con requisiti di accesso specifici, partecipare al turismo su base paritaria è ancora una sfida. Solo in Europa, secondo i dati di Eurostat, 1 persona su 4 sperimenta una disabilità! Un dato che purtroppo tende a crescere. Insieme alla Repubblica di San Marino, Unwto co-organizzerà nel novembre 2023 la seconda Conferenza internazionale sul turismo accessibile in Europa. Contiamo su moltissime presenze ai più alti livelli ma anche su una grande partecipazione delle imprese e dei giovani che in questo particolare ambito eccellono.

Secondo i dati dell’ultimo Barometro Unwto, nel 2022 gli arrivi turistici internazionali in Italia sono stati 49,8 milioni. Un aumento dell’85% rispetto al 2021

Per chiudere, quanto conta secondo lei una buona managerialità all’interno dell’industria turistica? E di quali competenze manageriali il mercato ha più bisogno attualmente?

Una buona managerialità svolge un ruolo fondamentale nell’industria turistica. La gestione efficace di un’azienda turistica richiede una serie di competenze manageriali che possono influire sulla sua competitività e sul successo nel mercato. Tra queste, spiccano sicuramente una buona capacità di leadership, oltre all’abilità nell’impiego delle risorse e nell’attivazione di efficaci strategie di marketing e promozione. E ancora, l’attenzione all’esperienza del cliente, essenziale per costruire una reputazione positiva, la determinazione a innovare, l’ottimale gestione delle relazioni e, infine, una profonda conoscenza del settore che consenta di analizzare al meglio le dinamiche di mercato. Tuttavia, è importante comprendere che le esigenze di managerialità possono variare a seconda del tipo di azienda turistica, delle dimensioni dell’organizzazione e del segmento di mercato di riferimento. La capacità di adattarsi e continuare ad apprendere è fondamentale per affrontare le sfide in atto e per cogliere le opportunità che il settore ha da offrire.

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