Poco più di un anno e mezzo fa, Federmanager ha deciso di raccogliere la sfida costituita da “Industry 4.0” cogliendo in quella che per tutti è la quarta rivoluzione industriale l’occasione per il mondo del lavoro di ridefinire competenze e fornire approcci teorici e applicazioni pratiche al passo con le trasformazioni che la tecnologia produttiva imporrà alle aziende. Per questo Federmanager, nella cornice del Progetto “Industry 4.0 All inclusive” che ha formato nel biennio 2017-2018 figure manageriali in grado di trasformare in realtà gli obiettivi del piano “Industria 4.0” del Mise, ha lanciato attraverso la propria Academy lo short master di eccellenza per certificare le competenze di oltre 300 dirigenti in tutta Italia che hanno potuto fra l’altro partecipare a percorsi di eccellenza con giornate in Samsung, Amazon FCA-FIAT, Expert Systems e study tour nelle tre più interessanti economie mondiali: Silicon Valley, Cina e Germania. Tutto questo, così come le decine di giornate d’aula e la ventina di corsi in eLearning sui temi dei 4 percorsi certificati (Innovation Manager, Temporary Manager, Export Manager e Manager di rete) è il prodotto di uno sforzo incredibile partito da una rigorosa selezione, condotta attraverso un assessment on line e spesso con un colloquio aggiuntivo con esperti, e concluso con un colloquio di certificazione di parte terza, eseguito da Rina Services, per oltre 300 colleghi arrivati in fondo ai percorsi formativi.
300 manager certificati in 4 profili: Innovation Manager, Temporary Manager, Manager di Rete, Export Manager
Nessuno meglio di coloro che vi hanno preso parte oggi possono raccontare questa esperienza e spiegarne tanto la qualità formativa quanto l’utilità per un più forte posizionamento nel mondo del mercato. Quelle che vi proponiamo sono le testimonianze che compongono la seconda puntata di un viaggio iniziato nel numero di ottobre di Progetto Manager. A tutti i partecipanti allo short manager abbiamo posto le seguenti domande: quelle che leggete sono le loro risposte
Come è cambiato il suo percorso professionale dopo lo short master di certificazione delle competenze manageriali della Academy Federmanager?
All’interno del percorso di certificazione, quali aspetti della formazione ha trovato più interessanti e utili per il suo percorso professionale?
Perché ritiene che un simile percorso di formazione e certificazione possa essere importante in un periodo storico di grandi trasformazioni del mondo del lavoro e delle aziende?
Carlo Vellano, 54 anni, Milano, Innovation Manager
Prima dello short master lavoravo in una società di TLC dove mi sono occupato di vendite e innovazione: vendite sia sul canale tradizionale che vendite online e sviluppo di servizi per i clienti (mobile e app). La mia storia professionale è sempre stata all’insegna dell’innovazione e delle nuove tecnologie, ho lavorato in start up internet alla fine degli anni 90, per passare poi dal modo TLC e arrivare ad oggi dove, con altri due soci, ho fondato un’azienda che si occupa di droni, in particolare di offrire servizi alle aziende (rilievi e ispezioni in diversi campi, agricoltura di precisione e trattamenti localizzati, ed altro).
Il percorso ha affrontato diversi aspetti: alcuni già a me noti ed altri che hanno contribuito a completare le mie conoscenze. L’aspetto forse più interessante è stato l’affrontare le tematiche con esempi pratici e potersi poi confrontare in aula con i colleghi per capire come la stessa problematica è vista e affrontata nei vari mercati di riferimento. Anche la possibilità di seguire alcune lezioni in modalità e-learning è stata molto utile per conciliare gli impegni lavorativi con il tempo necessario per completare il percorso.
Sicuramente consiglierei la frequenza dello short master a chi vuole chiarire e chiarirsi in modo preciso qual è il ruolo di un Innovation Manager, e naturalmente anche per potersi presentare da potenziali committenti con una certificazione che abbia un valore riconosciuto.
Pasquale Papeo, 50 anni, Milano, Temporary Manager
Ho seguito lo short master da disoccupato, in quanto a marzo del 2017 ero stato licenziato. Lavoravo come dirigente nel settore farmaceutico e in particolare ero responsabile commerciale di un’area terapeutica e coordinavo 30 collaboratori. Grazie allo short master sul temporary manager ho ampliato le mie competenze e ho visto sotto una nuova ottica le possibilità di ricollocarmi. Da luglio 2018 ho trovato una nuova occupazione, sempre nel settore farmaceutico, per una sostituzione di maternità dalla durata di un anno. Possedere la certificazione delle competenze come temporary manager è stato molto apprezzato in sede di colloquio sia per la congruenza con la posizione da ricoprire sia perché risponde a uno delle esigenze attuali del mondo del lavoro.
La parte che ho trovato più interessante è stata quella sul temporary manager, posizione relativamente innovativa con le sue peculiarità e anche le opportunità nel mondo lavorativo attuale.
Consiglio lo short master in temporary manager perché la posizione in oggetto è fortemente richiesta. Inoltre a mio parere permette alle aziende e ai professionisti cinquantenni, come me, di ricominciare a lavorare senza costringere l’azienda ad assumere con un contratto a tempo indeterminato. Allo stesso tempo il manager può ricominciare a lavorare con la possibilità di proporsi per nuovi incarichi o nella stessa azienda o in altre dello stesso settore.
Gian Marco Lupi, 45 anni, Gorizia, Innovation Manager
Ero Quality director presso Essex Italia spa, una azienda in provincia di Alessandria facente parte del gruppo Superior Essex, multinazionale americana che produce cavi smaltati per trasformatori e filo per avvolgimenti elettrici. Oggi sono Process Improvement manager di Emmeti S.p.a. in provincia di Pordenone, azienda che produce e commercializza sistemi, collettori, valvole e tubi per la climatizzazione civile, del gruppo finlandese Rettig ICC leader del mercato dei radiatori che conta in Europa circa 5000 addetti. In Italia siamo in circa 360 persone distribuite tra gli stabilimenti in provincia di Pordenone, Brescia ed una fitta rete commerciale presente in Italia.
Il corso ha spaziato da aspetti di marketing ad organizzazione aziendale, le nuove tecnologie, i big data, tutti elementi interessanti e concatenati, trattati tenendo conto dell’attuale situazione manifatturiera in Italia. Abbiamo inoltre aperto una finestra sull’estero, in particolare sulla Germania (Industria 4.0 è partita da lì). Ho anche partecipato al viaggio studio in Silicon Valley organizzato sempre da FM Accademy, per il quale il percorso di certificazione è stato un ottimo prologo.
Sicuramente non per cercare un lavoro: FM non è un’agenzia di collocamento. Il vero plus è fare rete, confrontarsi, conoscersi… poi da cosa nasce cosa.
Mario Marchi, 56 anni, Reggio Emilia, Temporary Manager
Prima dello short master ero amministratore delegato di una azienda operante nel settore dei pannelli compositi e collaboravo con altre imprese in qualità di consulente. Oggi, invece, sono direttore generale di una azienda che realizza astucci per occhiali ed è quotata nel mercato Aim, quello dedicato alle piccole e medie imprese, della Borsa di Milano.
Ho trovato molto interessante la possibilità offerta dallo short master di ricevere un importate aggiornamento su tematiche legate alle nuove tecnologie delle quali tanto io che i miei colleghi eravamo solo parzialmente al corrente, soprattutto quanti di noi non avevano un background tecnico. Particolarmente importante, per me, è stato l’approfondimento sulle tecnologie abilitanti di “Industry 4.0” e la possibilità di visitare aziende come Amazon, Samsung o Fca dove abbiamo toccato con mano, oltre ogni teoria, le dinamiche di realtà che hanno già investito in quel settore.
Consiglierei ai miei colleghi un simile percorso di formazione e certificazione perché permette un importante arricchimento delle competenze sia per chi non ha vissuto esperienze professionali in ambito tecnico e quindi si è confrontato soltanto saltuariamente con questo genere di sfide, sia per chi invece ha già un background di questo tipo e punta ad un approfondimento delle proprie conoscenze. Per entrambe le categorie di professionisti la tipologia di insegnamento rende le lezioni inclusive e davvero formative. In ultimo la certificazione delle proprie competenze rappresenta sicuramente un valore aggiunto in un mercato che ha recepito l’importanza dell’aggiornamento continuo.
Davide Binco, 45 anni, Verona, Innovation Manager
Prima di iniziare lo short master ero appena entrato nella mia attuale posizione lavorativa come Project Portfolio Manager in una piccola realtà attiva nello stampaggio di componenti plastici per il settore automotive. La decisione di iniziare questo percorso di certificazione è nata mentre cercavo una nuova opportunità lavorativa, con l’intento di aggiornare le mie competenze ma indubbiamente spinto dalla tematica di estremo interesse.
Il mio primo interesse è sempre stato l’R&D e lo sviluppo di nuovi prodotti. L’argomento dell’innovazione, seppur declinata con particolare attenzione alle tematiche relative all’avvento dell’industria 4.0, ha calamitato immediatamente la mia attenzione. Indubbiamente, le competenze offerte dal master, costituiscono a tutti gli effetti un imprescindibile aggiornamento professionale, inevitabile per affrontare i nuovi paradigmi che stanno radicalmente cambiando il modo di pensare e concepire l’industria.
La formazione continua nel mondo moderno è indispensabile. La velocità a cui viaggia l’innovazione è tale che non si può pensare di rimanere ancorati alle nozioni apprese negli anni di formazione o alle esperienze maturate in azienda. Diversi esperti suggeriscono che negli anni a venire dovremo cambiare lavoro diverse volte; e cosa più importante, verso lavori che ancora non sono stati inventati. Un master come quello proposto è una finestra sul mondo nuovo che si sta delineando, imprescindibile per mantenere aggiornate le proprie capacità di competere sul mercato del lavoro.