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Chi ha bisogno di innovation manager?

È ripartito il voucher per consulenza in innovazione del Mimit: una leva per le imprese, anche del settore turistico, un’opportunità per chi possiede competenze certificate.

Si fa presto a predicare il concetto di innovazione, invocare la parola magica con entusiasmo e innamorarsi dello scenario futuristico che dipingono le nuove tecnologie.

Come noi manager sappiamo, per innovare davvero servono le competenze – quelle manageriali nello specifico -, una risorsa indispensabile al fine di adeguare il tessuto produttivo italiano agli standard della competizione globale.

È quindi di grande interesse la notizia della riapertura, da noi fortemente sollecitata, da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy, di termini e modalità per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza abilitate nell’ambito del cosiddetto “Voucher per consulenza in innovazione“.

La misura, già sperimentata negli anni passati, prevede un sostegno economico, in forma di voucher, a beneficio di microimprese, Pmi e reti d’impresa per l’impiego di consulenze specialistiche in materia di trasformazione tecnologica e sostenibile.

La dotazione finanziaria è di 75 milioni di euro, a disposizione delle imprese che usufruiscano delle consulenze erogate dai professionisti inseriti nell’elenco del Mimit.

A questo possono iscriversi gli innovation manager certificati attraverso BeManager, il nostro percorso di certificazione delle competenze manageriali che rappresenta un unicum nel panorama nazionale.

Sarà possibile iscriversi all’elenco del Mimit fino al 5 settembre, ragion per cui invitiamo tutti i manager interessati a candidarsi a “BeManager” entro il 20 luglio. In tal modo si potrà finalizzare il percorso di certificazione in tempo utile per iscriversi all’elenco ministeriale.

Gli innovation manager rappresentano gli “agenti del cambiamento”, le figure chiave in grado di supportare il nostro sistema produttivo sulla via della digitalizzazione e dell’adozione di tecnologie, processi innovativi, nuovi modelli di business.

Ciò vale anche per il settore dell’industria turistica, che registra un boom di presenze, ma non sfrutta a pieno l’immenso patrimonio artistico, culturale ed enogastronomico di cui disponiamo e che ci rende famosi nel mondo. È un settore che, ancor più degli altri, avrebbe bisogno di una visione strategica e soprattutto di un robusto innesto di competenze manageriali per uscire da una dimensione crepuscolare e cogliere al meglio le grandi opportunità presenti sui mercati.

Pensiamo all’innovazione, quindi, in termini di sistema. Il digitale è uno strumento di competitività esponenziale per un Paese che esprime grandi potenzialità, anche nell’offerta di accoglienza turistica.

Di fatto, non esiste comparto produttivo che possa fare a meno di manager specializzati in innovazione.

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