Assicurare continuità nel cambiamento non è un obiettivo facile, soprattutto in considerazione di una fase storica senza precedenti, da decifrare con strumenti e misure che necessitano di un continuo adeguamento. Ecco perché ringrazio particolarmente le donne e gli uomini di Federmanager che, in occasione dell’ultimo congresso straordinario, hanno inteso accordarmi nuovamente la loro fiducia, riconfermandomi alla presidenza della Federazione per i prossimi tre anni. Un risultato che mi rende felice, perché premia evidentemente il lavoro svolto, e che mi chiama a un impegno ancora maggiore per far pesare, in tutte le sedi, la voce della categoria che ho l’onore di rappresentare.
Tre sono gli obiettivi che l’immediato futuro fissa nella mia agenda: promuovere le competenze manageriali per guidare la ripresa del Paese, rafforzare Federmanager come organizzazione di rappresentanza del settore manageriale e incidere con coraggio sulla gestione delle risorse in arrivo dall’Ue, a partire da quelle del Sure e del Next generation Eu.
La nostra Federazione è oggi riconosciuta come valido interlocutore per il Governo e per i diversi livelli istituzionali e sta continuando un ottimo lavoro di squadra con Confindustria, Confapi e le altre rappresentanze datoriali per rispondere alle urgenze della crisi, con la prospettiva condivisa di rilanciare la competitività del sistema.
Ci sono almeno tre fattori di sviluppo, ancora non adeguatamente recepiti. Innanzitutto favorire la cultura della diversità, con attenzione all’inclusione delle donne nel mercato del lavoro. Oggi, in Italia, su 100 dirigenti solo 18 sono donne. È inaccettabile e noi non consentiremo che si prosegua su questa strada. Poi promuovere la sostenibilità d’impresa, in particolar modo quella ambientale che non può sottrarsi agli impegni a cui le prossime generazioni ci impongono di rispondere. Infine, sostenere la digitalizzazione del Paese, partendo da una crescita delle competenze tecniche necessarie per guidare l’evoluzione di tutti i settori industriali; ma digitalizzare vuol dire anche sapere investire in infrastrutture, reti, banda larga e 5G.
Per raggiungere traguardi ambiziosi quanto necessari, serve un Paese finalmente svincolato dai paradossi della burocrazia, capace di pianificare e agire efficacemente per lasciare alle spalle la crisi e vincere sui mercati. In breve, servono pensiero e agire manageriali, caratteristiche che contraddistinguono i nostri iscritti e che possono, oggi più che mai, fare la differenza.
L’Italia può ripartire solo se mettiamo le persone giuste nei posti giusti. E le persone giuste sono solo quelle capaci di dimostrarlo con i fatti. Dove vince l’incompetenza, la raccomandazione, oppure peggio il malaffare, non c’è speranza di futuro. Noi invece abbiamo a cuore la questione del merito come strada maestra per una governance efficiente. Siamo disponibili a fare la nostra parte, l’Italia può contare sulle nostre migliori energie.