Per la sua storia di oltre 40 anni, perché si occupa di salute, perché fa della mutualità e della solidarietà intergenerazionale il suo valore aggiunto, perché è una delle maggiori realtà nel panorama dell’assistenza sanitaria integrativa a livello europeo, il Fasi rappresenta una grande ricchezza per la nostra categoria.
Per questo dedico il mio articolo alle recenti modifiche approvate dall’Assemblea del Fondo, per fare chiarezza sulle nuove regole di iscrizione, spiegare l’incremento dei contributi del 12,5% per gli iscritti e per le imprese.
Comincio dalle imprese. Dal 1° gennaio 2019 possono aderire solo quelle che iscrivono i dirigenti in servizio, perché non sarà più consentito scegliere una forma alternativa per i dirigenti attivi e “scaricare” sul Fasi i dirigenti in quiescenza, con il versamento del solo contributo previsto per la solidarietà.
Le aziende già iscritte, ma che utilizzano una forma alternativa, possono rimanere in Fasi ma con un incremento del contributo significativo, tale da rendere più vantaggioso portare nel Fasi anche i dirigenti in servizio.
Lato dirigente, per premiare la fidelizzazione e la partecipazione alla mutualità, i pensionati possono mantenere l’iscrizione se vantano un’anzianità di adesione al Fasi, da dirigente in servizio, di almeno 10 anni.
Per godere del contributo ordinario, se il periodo tra la cessazione del rapporto di lavoro e la decorrenza della pensione è superiore a 8 anni, l’interessato deve aver mantenuto l’iscrizione al Fasi senza soluzione di continuità oppure in via convenzionale entro un anno dalla data di cessazione del rapporto.
Potranno iscriversi in qualità di pensionati ma in via convenzionale, i manager in forza per almeno 10 anni presso aziende che utilizzano altre forme per l’assistenza, a condizione che siano già iscritte al Fasi alla data del 1° gennaio 2019.
Coloro che non matureranno i 10 anni d’anzianità di iscrizione potranno mantenere l’iscrizione al Fondo in qualità di pensionati in via convenzionale (facendosi carico anche della quota che le aziende versano per ciascun dirigente in servizio) ma solo qualora abbiano aderito al Fondo entro 6 mesi dalla data di prima nomina a dirigente industriale. Una regola molto severa per i futuri dirigenti, ma giusta e necessaria.
Data l’importanza degli effetti del nuovo impianto regolatorio, è stata prevista una finestra per i manager in attività che, pur essendo nella condizione di farlo, non si siano ancora iscritti al Fasi per consentire loro di acquisire il diritto a mantenere l’iscrizione al Fasi dopo l’accesso alla pensione, pur in via convenzionale, nel caso non dovessero raggiungere il requisito minimo di 10 anni di iscrizione al Fasi e siano trascorsi più di sei mesi dalla prima nomina a dirigente industriale.
Verranno salvaguardati infatti coloro che risulteranno iscritti al 1° aprile 2019: occorre quindi affrettarsi a inviare, entro tale data, la richiesta. È una grande opportunità da cogliere per evitare il rischio di perdere il sostegno del Fasi dopo l’ingresso in pensione.