Il progetto “L’altra dimensione del management. Il valore aggiunto delle donne tra impresa, famiglia e società” che Federmanager ha avviato d’intesa con il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita della Santa Sede, testimonia la serietà della visione strategica che sottostà all’impegno assunto dai suoi promotori.
La creazione, infatti, di una mentalità più aperta alla managerialità femminile presuppone la riscrittura di una nuova alleanza tra generi che punti alla diffusione del benessere in azienda, nelle famiglie e nei territori.
Il presidente Federmanager Stefano Cuzzilla, in apertura dei lavori di insediamento del Comitato scientifico che collabora alla realizzazione del progetto, ha sottolineato in modo inequivoco che il valore dell’iniziativa sta tutto nella capacità di offrire risultati concreti e strumenti operativi che possano essere in prospettiva applicati nelle aziende.
I processi di inclusione delle donne nel mondo del lavoro sono stati analizzati nella loro dimensione internazionale dall’Istituto di ricerca G&G Associated e successivamente presentati e discussi nel convegno tenutosi presso la sede del Vaticano lo scorso 4 maggio.
Sia la ricerca che il convegno hanno dato voce e spazio alle questioni fondamentali che vanno emergendo nello scenario internazionale e italiano specificamente. E cioè la necessità ineludibile di uno sviluppo etico e sostenibile per il lavoro, l’indispensabile ricerca di innovativi e avanzati per l’armonizzazione famiglia-lavoro e, infine, il ruolo di assoluta “normale” parità delle posizioni femminili nel management aziendale.
Il Comitato scientifico, che dopo l’ottima riuscita della manifestazione del 4 maggio dovrà approfondire le linee di sviluppo del progetto, ha già avviato diverse riflessioni operative. Esse costituiranno le linee-guida del contributo che scaturirà dal confronto avviato. La maggiore convergenza tra gli esperti di Federmanager e quelli del Dicastero della Santa Sede si è focalizzata su:
– la necessità di superare l’idea di neutralità di genere nell’ambito lavorativo. Il contributo specifico femminile va valorizzato e le skills proprie del genere, necessarie all’evoluzione in corso del mondo del lavoro, messe in evidenza.
– La maternità deve essere percepita nel suo valore sociale e le imprese indotte a valorizzarla come momento di potenziamento e non di difficoltà del personale femminile.
– I modelli contrattuali e le misure di welfare debbono tendere ad una completa armonizzazione di genere.
– Culturalmente si deve passare dal welfare state alla welfare community. Solo con un approccio veramente etico è possibile uno sviluppo sostenibile.
– Sul piano della comunicazione e della riscrittura delle regole l’obiettivo va indirizzato verso la creazione di nuova cultura ispirata ai concetti di flessibilità e di armonizzazione.
Queste tematiche e le altre che verranno via via messe in luce renderanno il Comitato scientifico del progetto luogo di riflessione privilegiato in grado di fornire indicazioni ricche di esperienze molto diverse ma che riescono a convergere verso un traguardo sfidante e condiviso.
* Presidente Vises Onlus e componente Comitato scientifico