L’intelligenza artificiale non è più un concetto futuristico: è già parte integrante delle strategie aziendali. È una rivoluzione che non riguarda solo le macchine, i processi aziendali, e l’utilizzo dei dati, ma che investe il ruolo stesso del manager. Oggi la sfida non è solo quella di innovare i processi, ma di guidare persone e organizzazioni in una trasformazione che intreccia tecnologia, modelli organizzativi e capitale umano.
In questa direzione si muove Fondirigenti, il Fondo promosso da Confindustria e Federmanager, che con l’Avviso 1/2025 ha investito oltre dieci milioni di euro sulle competenze per il cambiamento. Un impegno che si è tradotto in 839 piani formativi finanziati, destinati a più di 1.700 dirigenti, per un totale di 86 mila ore di formazione. Numeri che raccontano la concretezza di un progetto pensato per rafforzare le competenze del management di fronte alla sfida digitale e il forte interesse per questa trasformazione epocale.
«La formazione è forse lo strumento più potente per affrontare questa sfida», sottolinea Massimo Sabatini, DG di Fondirigenti. Oggi la capacità di leggere, interpretare e governare i dati è imprescindibile, non solo sul piano tecnologico ma anche nelle scelte strategiche: dalla sostenibilità – con analisi predittive e reporting ESG – ai modelli di economia circolare che ridisegnano mercati e filiere. Le imprese stanno ripensando la propria identità per navigare in mezzo a scenari mutevoli e i manager sono il perno di questa evoluzione, grazie a competenze che necessitano però di continuo aggiornamento.
Dai piani emergono approcci diversi. Le grandi aziende puntano sui benefici che il digitale può garantire al cosiddetto people management: attrazione dei talenti, gestione delle performance, collaborazione tra generazioni. Le Pmi, invece, privilegiano l’adozione consapevole delle tecnologie, integrandole in trasformazioni sostenibili che coinvolgono l’intera organizzazione. Il fenomeno è diffuso in tutto il Paese: Lombardia in testa, seguita da Emilia-Romagna e Veneto; al Sud spicca la Campania, segnale di una crescente consapevolezza strategica.
L’impegno di Fondirigenti non si ferma alla formazione ma punta a dare un contributo concreto alla cultura manageriale del Paese. Con l’iniziativa Intelligenza Artificiale|Intelligenza Manageriale, promossa con Confindustria e Federmanager e realizzata da LUISS, il Fondo punta a definire le competenze per una leadership capace di dialogare con la tecnologia e governarla in modo responsabile. Il progetto è parte di una strategia più ampia, che mira ad approfondire il fabbisogno di competenze per l’IA in settori chiave come automotive, life science e agrifood.
L’impegno di Fondirigenti non si ferma alla formazione ma punta a dare un contributo concreto alla cultura manageriale del Paese
«L’intelligenza artificiale è una realtà inarrestabile – ricorda Marco Bodini, Presidente di Fondirigenti – che ha bisogno di dirigenti aggiornati per governarla strategicamente». Perché la vera leva competitiva non è la tecnologia in sé, ma la capacità di trasformarla in valore attraverso le persone. Il futuro delle imprese non dipenderà da algoritmi più sofisticati, ma da manager capaci di interpretare il cambiamento e guidare le organizzazioni con visione e responsabilità. In questa nuova stagione, la tecnologia è il mezzo, non il fine e la differenza la farà chi saprà coniugare intelligenza artificiale e manageriale, trasformando la complessità in opportunità.
