L’industria del settore termale e delle acque minerali curative ha saputo resistere, con grande abnegazione, all’impatto dell’emergenza-Covid. Adesso può giocare un ruolo fondamentale nell’ottica di rilanciare le prospettive del turismo e una maggiore attenzione verso temi come prevenzione e riabilitazione.
Massimo Caputi, Presidente di Federterme
Per saperne di più, Progetto Manager incontra il Presidente di Federterme, Massimo Caputi, che ci riporta subito numeri molto significativi: «Oggi in Italia ci sono circa 300 complessi termali e parliamo di luoghi in cui ci si cura con acque certificate dal Ministero della Salute. Ogni patologia ha la sua acqua mirata e questo – dichiara Caputi – è un elemento molto importante. 4 milioni di italiani ogni anno vivono le terme e c’è un fortissimo incremento di domanda post Covid. La gente vuol vivere meglio e di più: le terme, correttamente usate, sono uno strumento potente».
Lo sviluppo nazionale guarda agli orizzonti dell’innovazione e della sostenibilità, i due pilastri su cui poggia la strategia di ripresa definita dall’Italia e dall’Ue. E anche l’industria termale è impegnata a rispondere a queste sfide, Caputi sottolinea infatti che «le terme, per loro definizione sono sostenibili visto che non inquinano e non bruciano risorse. L’innovazione, poi, è quotidiana, dai trattamenti agli strumenti utilizzati, fino alla capacità di sviluppare evidenze scientifiche sui poteri delle acque. È, ad esempio, incredibile quanto emerge dalle evidenze sul potere antiossidante di alcune acque».
Oggi in Italia ci sono circa 300 complessi termali. 4 milioni di italiani ogni anno vivono le terme e c’è un fortissimo incremento di domanda post Covid
Oggi la partita della ripresa si gioca però sul piano globale e affinché il sistema termale italiano possa conquistare posizioni, anche rispetto ai competitor internazionali, si avverte certamente il bisogno di competenze manageriali qualificate, Caputi lo espone con chiarezza: «È il punto più critico per lo sviluppo del nostro campo operativo. Si rileva un’assoluta carenza di manager dedicati, in un settore con crescita annuale a due zeri. Settore che peraltro in tutta Europa è esploso, eppure in Italia abbiamo – sottolinea ancora il Presidente di Federterme – una carenza incredibile dei profili manageriali sia nel termalismo sia nel turismo. È una criticità grave, da risolvere assolutamente perché blocca lo sviluppo del turismo sanitario e del benessere».
Infatti, proprio ragionando sul contesto europeo, il segmento dell’health tourism denota una crescita rilevante. L’Italia, con il ricco panorama di località termali sparse sul proprio territorio, può risultare sempre più attrattiva. E Federterme si sta muovendo strategicamente in questa direzione: «Stiamo sviluppando la piattaforma Italcares per gestire l’incoming di flussi esteri di turismo medicale e del benessere che oggi – afferma Caputi – vanno verso Spagna, Francia, Slovenia. Il termalismo è trasversale e democratico, sorregge territori interni e sta diventando un vero pilastro per la destagionalizzazione dei flussi e il rilancio delle economie dei territori. La medicina termale – conclude il Presidente di Federterme – ha 3 mila anni e gli antichi romani ne erano espertissimi, basti vedere gli incredibili ritrovamenti dei Bronzi di San Casciano dei Bagni, esposti in una bellissima mostra al Quirinale. Le terme sono benessere senza tempo».