Ho avuto l’onore di partecipare alle celebrazioni, tenutesi al Quirinale, per la giornata del Primo maggio.
L’evento, che ha testimoniato il valore fondante del lavoro per la nostra Repubblica, è stato concluso dall’intervento del Presidente Sergio Mattarella.
Come sempre, le parole del Presidente si sono distinte per l’altissimo valore etico, politico e sociale, con particolare attenzione al tema della sicurezza sul lavoro perché, come ha sottolineato, «l’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale».
I dati che si registrano in Italia parlano chiaro e destano sconcerto: le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e marzo sono state 194.106, in aumento del 50,9% rispetto alle 128.671 del primo trimestre del 2021.
Pur considerando l’incidenza delle denunce di infortunio da Covid-19, è la fotografia di un Paese che sta cercando di avviare la ripresa, rimettendo in moto produzione e lavoro, ma è ancora incapace di garantire l’incolumità e la piena sicurezza dei lavoratori.
Non si può pensare di andare avanti così.
I grandi cantieri che si apriranno per realizzare la crescita nazionale dovranno obbedire a un imperativo che non ammette fraintendimenti: “Safety first”. Non esiste ripresa senza sicurezza.
Accogliamo quindi con grande favore le parole pronunciate, nel corso della giornata al Quirinale, dal Direttore generale dell’Inail, Andrea Tardiola, che ha posto l’obiettivo di un «un Pnrr della sicurezza, per impedire che nei prossimi anni più lavoro equivalga a più incidenti sul lavoro».
I nostri manager giocheranno un ruolo da protagonisti in tal senso, poiché è indispensabile che nelle aziende si diffonda una nuova cultura d’impresa, incentrata sulla sicurezza. Ecco perché dedichiamo grande attenzione alla formazione delle competenze manageriali che oggi servono davvero per guidare l’innovazione operativa e culturale.
C’è bisogno di dare una svolta al modo di concepire l’impresa: deve essere globale, ma più attenta al territorio, produttiva, ma sicura e socialmente responsabile, innovativa, ma anche inclusiva, competitiva, ma più equa in termini di opportunità. Solo attraverso tali prospettive si riuscirà inoltre a riattivare quell’ascensore sociale che sembra essersi fermato.
Non abbiamo quindi il timore di andare avanti, indulgendo in titubanze più o meno di facciata, e alle istituzioni chiediamo di favorire una crescente sinergia con le rappresentanze manageriali.
Proprio tenendo fede alle parole del Presidente Mattarella, che sulla sicurezza ha auspicato «un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta un’umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti».