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Voglio del nuovo, dell’espressivo, del formidabile

Tre direttrici di riflessione per il futuro: sostenibilità ambientale, Europa e digital humanization. Su questi temi si sono confrontati i giovani manager nel loro meeting “Futurum Italy”

Il meeting dei Giovani Manager che si è svolto a Torino si è aperto con un’immagina evocativa: un quadro di Umberto Boccioni, esponente di un movimento artistico che esaltava il dinamismo, la velocità, l’industria e che, nonostante abbia quasi un secolo, è ancora attuale. Perché «non c’è passato in chi ha perso l’idea di futuro», come scrive il prof Giuseppe De Rita nel saggio “Prigionieri del Presente”.

Se vogliamo parlare di noi, dell’Italia, avremmo tanto di cui lamentarci: mancanza di pianificazione, burocrazia, corruzione, ritardi nell’attuazione, quadro normativo impossibile e una giustizia civile pachidermica.

Potrei continuare ad elencare, ma forse, invece, è il tempo di iniziare ad alzare lo sguardo e tentare di disegnare una visione di futuro. Ecco perché il Gruppo Giovani ha intitolato il suo meeting “Futurum Italy”, cercando di individuare tre direttrici di riflessione.

Un primo fenomeno da governare è quello dell’Ambiente; c’è chi pronostica che nei prossimi dieci anni decideremo il destino dei 10.000 anni a venire. Sappiamo che circa l’80% dell’acqua del pianeta è contaminata da plastica, il livello di C02 è ormai a soglie preoccupanti. Scopriamo perfino che sta diminuendo il QI della specie umana e questo, secondo parte della dottrina scientifica, dipende dall’esposizione del feto a contaminazioni chimiche che ne riducono le capacità cognitive. Sembrerà banale ma questo scenario ipoteca le speranze di sviluppo economico del Paese. È giunto il momento di rilanciare un Rinascimento verde per il nostro Paese e tutto il pianeta. Stime europee parlano di oltre 3 milioni di posti di lavoro che potrebbero essere creati con la green economy. Dobbiamo ripensare completamente il nostro modello di sviluppo e prendere oggi decisioni che avranno impatti domani.

I numeri contano.

Ci troviamo in mezzo a due potenze in lotta, USA e CINA. Amazon e Alibaba, Google e Baidu, Facebook e Qzone, Twitter e Weibo sono il simbolo della contrapposizione. Non possiamo tentare una risposta competitiva se non facciamo massa critica. Dobbiamo costruire un contesto europeo più forte e che abbia quel mindset che consente di far crescere le nostre aziende e la nostra economia. Quindi creare un modello di sviluppo europeo ed è questa la seconda direttrice di approfondimento del nostro meeting.

«Le persone al centro» è il motto del Coordinamento Giovani. Sin dal primo dibattito ci siamo interrogati sulla centralità dell’uomo in un contesto di così rapido cambiamento

Esiste un terzo fattore, trasversale ai primi due: l’enorme sviluppo delle tecnologie che impattano sulla condizione umana al punto da doverci confrontare con uno scenario di digital humanization. «Le persone al centro» è stato il motto del nostro Coordinamento Giovani sin dal primo dibattito, quando parlando di start up ci interrogavamo sulla centralità dell’uomo in un contesto di così rapido cambiamento, fatto di robot, AI e automazione. Già oggi sappiamo che mancano skill digitali e da manager dobbiamo preoccuparci di come indirizzare la nostra formazione professionale e quella dei nostri collaboratori.

Proprio perché siamo consapevoli di questi tre fattori di discontinuità, abbiamo scelto di lanciare un preciso messaggio all’Italia: cominciamo a decidere il nostro futuro. «Voglio dipingere il frutto del nostro tempo industriale», diceva Boccioni. «Sono nauseato dai vecchi muri e dai vecchi palazzi, dai vecchi soggetti e dai vecchi ricordi. Voglio del nuovo, dell’espressivo, del formidabile».

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