Persone, pianeta e prosperità sono i tre pilastri che ispireranno la presidenza italiana del G20, il vertice dei capi di Stato e di governo delle venti economie più potenti al mondo, che si terrà il prossimo mese di ottobre a Roma.
Martina Rogato, Sherpa Women20
Un summit che affronterà diverse tematiche, come la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle imprese, e che ha l’obiettivo di rimettere le persone al centro delle strategie di business e di governo, in piena sinergia con il cosiddetto approccio “one health”. Si tratta della forte liaison tra il benessere e la salute delle persone e la salvaguardia del pianeta. Una nuova consapevolezza, probabilmente enfatizzata dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che ricorda come il diritto ad un ambiente sano possa incidere sulla salute delle persone, ma anche come sia fondamentale tutelare le fasce più deboli dagli effetti del cambiamento climatico e dell’inquinamento.
Si fa sempre più strada l’approccio “one health”, che collega il benessere e la salute delle persone con la salvaguardia del pianeta
Un danno ambientale, infatti, non si sostanzia mai soltanto nella mera contaminazione di aria, acqua o suolo, ma incide sulle persone a vari livelli. Basti pensare come, ad esempio, in un’economia basata su pesca e agricoltura, uno sversamento di petrolio che compromette laghi o fiumi a ridosso di un villaggio, possa mettere a rischio l’accesso al cibo, il diritto al lavoro della popolazione locale e innescare una serie di violazioni dei diritti umani, oltre il diritto alla salute.
Fondamentale in tal senso sarà il ruolo svolto dalle aziende; è necessario infatti che queste scelgano di adottare un reale approccio di responsabilità sociale e di sostenibilità che non arrechi impatti negativi alle persone e all’ambiente e che investa in azioni positive di mitigazione e creazione di valore condiviso.
Tra le priorità del vertice G20 2021, anche il tema della parità di genere, e l’impegno da parte delle venti economie mondiali di supportare, con misure che abbiano impatti concreti, l’abbattimento del gender gap.
In tal senso, è stato creato nel 2015 l’engagement group “Women20 (W20), una delegazione di quasi cento attiviste ed esperte impegnate sulle questioni di genere. Cinque sono i core-topic che sono stati scelti dalla presidenza italiana di W20. Si tratta di: donne e lavoro, digitale, finanza e imprenditorialità, su cui il gruppo di interesse lavora sin dalla sua costituzione, e violenza contro le donne e sostenibilità ambientale.
Cinque i core-topic scelti da Women20: donne e lavoro, digitale, finanza e imprenditorialità, violenza contro le donne, sostenibilità ambientale
Quest’ultimo è un tema che non era mai stato affrontato dalla delegazione internazionale e che viene trattato adesso per indagare gli effetti del cambiamento climatico sulle donne, ma anche per evidenziare le opportunità occupazionali che possono essere introdotte dalla cosiddetta blue economy.
Le donne, di fatto, sembrano essere le più colpite dalla crisi pandemica che, oltre all’impatto sulla salute e sul benessere psicofisico delle persone, ha comportato diversi danni occupazionali. Secondo l’Istituto nazionale di statistica (Istat) in Italia, soltanto nel mese di dicembre 2020, sono ben 99 mila le donne che hanno perso il lavoro. E dati similari si riscontrano anche in altri Paesi.
Negli Stati Uniti, solo per citare un altro esempio significativo, 140 mila donne sono rimaste senza un’occupazione. Quest’anno il G20 si è inoltre impegnato a rendere pubblica, assieme alla Leaders declaration – documento di impegni dei venti Paesi – una cosiddetta roadmap dedicata appositamente all’empowerment delle donne. Si tratterà di un piano di azione pensato con l’obiettivo di far progredire l’occupazione delle donne e di ridurre il divario di genere. Una problematica che rimane particolarmente urgente a livello globale e che per questo necessita di strategie chiare e condivise.
Da febbraio a luglio, le delegate internazionali di W20 avranno il compito di confrontarsi per individuare delle raccomandazioni efficaci, a livello dei venti Paesi, e affidarle quindi all’Italia affinché se ne faccia portavoce al vertice. Tali suggestioni saranno indirizzate sia agli Stati sia alle aziende, le quali giocano un ruolo fondamentale nel riconoscimento della parità di genere. Un impegno di equità che, oltre le policy e le consuete manifestazioni pubbliche di intenti, possa valorizzare effettivamente la diversità, e creare una cultura in grado di riconoscere il talento ben oltre gli stereotipi sulle donne.
Come la pandemia da Covid-19 ci sta insegnando, viviamo in un sistema globale interconnesso, dove “il battito di una farfalla corrisponde ad un terremoto dall’altra parte del mondo”. È il tempo, quindi, della responsabilità e delle soluzioni condivise. E soltanto un approccio davvero multilaterale, dove i Paesi di tutto il mondo si impegnano concretamente per traguardi comuni da raggiungere, può garantire una nuova prosperità economica che metta persone e pianeta realmente al centro.