Creare un polo culturale d’eccellenza che possa rappresentare il luogo delle opportunità, per i giovani e per il sistema economico territoriale. È questo l’obiettivo che il conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza, diretto dal maestro Giorgio Feroleto, si è posto cercando di gestire al meglio le risorse economiche a disposizione.
Giorgio Feroleto, direttore del Conservatorio di Cosenza
Direttore, cosa significa essere un manager della cultura in un contesto come quello calabrese?
Una premessa è d’obbligo: a partire dalla riforma del 1999 e in forza di ulteriori interventi legislativi come il DPR 212/2005, i conservatori rientrano nel più ampio sistema dell’alta formazione e specializzazione artistica e musicale (Afam). I nostri diplomi di primo e secondo livello sono quindi equiparati in tutto e per tutto alle lauree triennali e magistrali dei tradizionali atenei universitari. Dirigere un conservatorio significa allora non solo puntare alla massima specializzazione accademica dello studente, ma anche pensare a quali orizzonti lavorativi si possano aprire una volta concluso il percorso all’interno dell’istituto. L’obiettivo prioritario è fare in modo che un nostro diplomato sia davvero competitivo nel mondo del lavoro e possa misurarsi con le sfide imposte dal mercato.
Oltre alle numerose attività didattiche, il vostro programma artistico annuale prevede 40 tra concerti ed eventi e 21 masterclass di livello internazionale. È pertanto necessario un utilizzo intelligente delle risorse.
Certamente, anche perché, in un settore come il nostro, si avverte la necessità di “fare squadra” per portare avanti le attività. Con l’università della Calabria abbiamo stipulato un protocollo d’intesa per una convenzione quadro finalizzata ad attività di collaborazione scientifica e didattica; grazie al “Progetto Strategico Regionale CalabriAltaFormazione”, il conservatorio è stato inoltre ammesso a un finanziamento di 570 mila euro che consentirà di ampliare le opportunità di formazione da oggi al 2021, a beneficio di tutti gli studenti. Ci sono poi i fondi ministeriali, purtroppo tendenzialmente più esegui di anno in anno, ma comunque indispensabili per dare respiro alla nostra programmazione e, infine, le tasse annuali pagate dai ragazzi che frequentano il conservatorio. Un sistema composito che rappresenta l’architettura economica attraverso la quale operiamo.
Puntare alla massima specializzazione accademica dello studente, pensando a quali orizzonti lavorativi proporre. È questa la vera scommessa
Il vostro conservatorio si sta affermando anche per significative collaborazioni internazionali…
Questa è la strada intrapresa per cercare sponsorizzazioni di qualità che aiutino il Giacomantonio a crescere. Insieme a Uni-Italia abbiamo avviato un progetto di valorizzazione dei talenti musicali cinesi che prevede collaborazioni periodiche con gli istituti musicali di punta presenti a Pechino e Shangai. Ho da poco concluso una visita in Cina, pensata come tappa del progetto, e ho potuto apprezzare l’entusiasmo della platea asiatica per l’alto valore formativo riconosciuto alle nostre istituzioni. Abbiamo promosso protocolli di intesa similari con oltre 50 prestigiose istituzioni accademiche dell’area Ue e di città come San Pietroburgo, Saratov e Tirana. Al centro degli accordi c’è la comune volontà di apprendere le rispettive best practice al fine di recepirle nel proprio contesto, soprattutto per quanto concerne le attività di ricerca.
Come declinare questa attività in ambito musicale?
Fare ricerca, in musica, vuol dire avere innanzitutto il coraggio di sperimentare e di confrontarsi. Negli ultimi anni il Giacomantonio si è distinto per gli studi avanzati di musica elettronica, con applicazioni originali delle più recenti tecnologie. Non bisogna pensare ai conservatori come a luoghi ormai superati. Sono invece risorse del nostro tempo, imprescindibili per capire l’attualità di settori come la musica antica o dei nostri corsi storici e le prospettive di generi come il jazz, il pop, il rock, le musiche tradizionali e, appunto, la musica elettronica. Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo della fibra ottica oggi estesa a tutto l’istituto, è stato possibile realizzare una serie di attività didattiche e di produzione a distanza, in ambito nazionale ed europeo. Di particolare interesse sono stati l’esperimento performativo con l’università di Cassino e la realizzazione di una masterclass in diretta con Berlino dagli studi della prestigiosa “Deutsche Grammophon”, che ha permesso a un nostro allievo di seguire la lezione del grande violinista Daniel Hope. Esperienze del genere fanno sentire gli studenti al centro del panorama internazionale e rappresentano anche il futuro della nostra mission. A lavori ultimati, avremo impiegato circa 150 mila euro nella didattica e nella produzione a distanza perché crediamo fortemente nelle loro diverse applicazioni.
Un segnale forte alle nuove generazioni, invitate a investire nelle professioni della musica. Quale risposta state avendo?
Davvero ottima, con quasi 1.200 studenti iscritti la nostra è una realtà viva e in forte espansione. Ho il privilegio di dirigere un’organizzazione composta da oltre 130 docenti e circa 30 unità di personale tecnico-amministrativo che ogni giorno lavorano per migliorare l’offerta accademica. Contribuiamo alla creazione di professionalità solide che hanno spesso il coraggio di puntare sul proprio territorio. I nostri diplomati non avvertono più l’esigenza di andare via dalla Calabria per affermarsi, il trend sta cambiando. È un processo virtuoso che va tutelato e difeso, proprio garantendo e rafforzando una piena competitività dei servizi assicurati dal conservatorio. Nel 2020 il Giacomantonio celebrerà i suoi primi 50 anni. Per onorare al meglio questo mezzo secolo di storia, stiamo allestendo un programma di eventi finalizzato a coinvolgere le diverse sensibilità che animano la città di Cosenza. È un compleanno importante che apre una grande finestra sull’avvenire dell’istituto.
Grazie allo sviluppo della fibra ottica oggi estesa a tutto l’istituto, è stato possibile realizzare una serie di attività didattiche e di produzione a distanza, in ambito nazionale ed europeo