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Superare gli egoismi

L’Italia è riuscita a conseguire nei tempi previsti tutti i 45 traguardi e obiettivi indicati dal Pnrr per il primo semestre 2022. Un grande risultato che testimonia la volontà del Paese di superare le crisi e proiettarsi verso il futuro

Il Paese deve andare avanti.
Anche perché, a fine giugno, è stato registrato un altro importante step in merito all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’Italia è riuscita a conseguire nei tempi previsti tutti i 45 traguardi e obiettivi indicati dal Pnrr per il primo semestre 2022. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha così inviato alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata dei fondi previsti, per un valore di 24,1 miliardi di euro. Nel dettaglio, come chiarito dallo stesso ministero, «l’importo effettivo che sarà erogato è pari a 21 miliardi di euro (suddivisi fra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti), al netto di una quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall’Italia.»

Ma attenzione, il Paese non sta solo “facendo i compiti”, inizia a emergere un positivo progetto di futuro. Tuttavia, l’instabilità politica registrata in questo mese di luglio non fa che acuire ulteriormente le crisi che stanno segnando l’economia e la società italiana. Tasso di natalità in picchiata, aumento della povertà assoluta – che nel Paese, secondo le ultime rilevazioni Istat, colpisce 5,6 milioni di persone – e inflazione sospinta dalla crisi energetica esasperata dal conflitto in corso in Ucraina: è questo lo scenario, a dir poco complesso, in cui si trovano a operare oggi i nostri manager, alla guida delle diverse aziende che compongono il tessuto industriale nazionale.

Come se non bastasse, stanno purtroppo riemergendo dati allarmanti in merito all’emergenza Covid, sia in termini di nuovi contagi quotidiani sia in termini di ricoveri in terapia intensiva. La battaglia contro il virus è ancora in corso, non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. L’Italia è alle prese con la gestione di numerose difficoltà, ma non deve rinunciare a un’idea di futuro che sappia motivare le giovani generazioni. Il Paese ha bisogno di stabilità e di credere fermamente nella possibilità di uno sviluppo nazionale che viaggi sui binari dell’innovazione e della sostenibilità. Con una chiara interdipendenza tra questi due temi: non sarà infatti possibile raggiungere i traguardi di sostenibilità che abbiamo all’orizzonte senza investire fortemente sull’innovazione.

E, d’altro canto, una progressiva affermazione dei processi di innovazione può esserci solamente se gli impatti conseguenti risulteranno sostenibili, dal punto di vista ambientale e sociale. Come rispondere a queste che potremmo definire le “istanze della modernità”? Dando più spazio ai manager, nel quadro degli organismi e degli enti deputati a gestire le politiche di crescita nazionale. Solo aprendosi al contributo di qualificate competenze manageriali, si riuscirà a dare concreta attuazione, sui territori, alle opportunità offerte dal Pnrr. È il momento di superare gli egoismi e di lavorare insieme al servizio dell’Italia.

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