Nel corso degli ultimi vent’anni, gli investimenti in imprese del settore health-care hanno restituito rendimenti interessanti e, soprattutto, costanti.
I dati sono, in questo senso, inequivocabili: l’indice S&P 500 Health Care dal 2012 al 2022 ha garantito un rendimento annualizzato del 13,7% e lo Msci Europe/Health Care ha registrato negli ultimi 10 anni una crescita cumulata del 129,77%.
I fattori trainanti del settore sono da individuare, senza dubbio, nell’aumento dei redditi pro-capite e nelle dinamiche demografiche, ai quali si è aggiunta, soprattutto in tempi più recenti, l’innovazione tecnologica a supporto dell’erogazione dei servizi sanitari. La tendenza di crescita dei rendimenti di settore sembra possa essere confermata anche per il prossimo quinquennio in ragione del previsto ulteriore rafforzamento della domanda per servizi sanitari – come conseguenza del trend demografico di invecchiamento della popolazione – e dell’incremento dell’efficienza nell’erogazione dei servizi stessi – come conseguenza della diffusione dell’utilizzo di supporti tecnologici.
Tutto fa presumere, quindi, che, anche nei prossimi anni, il settore health-care possa attrarre investitori che, anche in una logica difensiva, preferiscono puntare su trend strutturali consolidati. L’industria del risparmio sembra non avere dubbi sul potenziale di crescita della domanda per investimenti con focus sul settore health-care. La gamma di prodotti di investimento tematici offerti come alternativa all’investimento diretto in titoli quotati emessi da big corporation ovvero da start-up innovative si sta costantemente allargando: le strategie di investimento offerte sono molteplici e spaziano dall’investimento in progetti immobiliari per la realizzazione di strutture destinate ad ospitare i silver age, alle operazioni di venture capital che puntano sull’innovazione di prodotto e processo nell’erogazione di servizi sanitari, alla partecipazione in capitale di aziende che erogano servizi per la prevenzione e per l’assistenza nella fase di acuzie, post acuzie e cronicità.
In questo quadro, il mercato italiano non fa eccezione: soprattutto nel settore immobiliare, da anni, gli investitori hanno avviato proficue collaborazioni con gli operatori sanitari e sociosanitari a tutto vantaggio della qualità delle strutture rese più moderne ed efficienti. Ancora poco diffusi, invece, sono gli investitori che decidono di accompagnare gli imprenditori nell’attività di erogazione vera e propria dei servizi sanitari: la struttura proprietaria a carattere familiare dei gruppi sanitari italiani e il basso dinamismo del modello ospedale-centrico adottato dal sistema sanitario non hanno favorito l’ideazione e l’avvio di progetti innovativi bisognosi di capitali di rischio per essere sviluppati. Sotto questo aspetto, la pandemia, che ha colpito in modo severo i più anziani, ha rappresentato un elemento di discontinuità avendo dimostrato, come richiamato dalle linee guida del Pnrr, la necessità di una profonda revisione del nostro sistema volta a favorire il recupero della territorialità assistenziale e a privilegiare, anche attraverso l’uso di moderne tecnologie, l’assistenza domiciliare rispetto all’ospedalizzazione, garantendo, al tempo stesso, la continuità assistenziale.
Nel settore immobiliare, da anni, gli investitori hanno avviato collaborazioni con gli operatori sanitari e sociosanitari a tutto vantaggio della qualità delle strutture rese più moderne ed efficienti
Saranno soprattutto gli over 65 ad avvantaggiarsi di un sistema sanitario che punti a facilitare l’accesso al monitoraggio, alla diagnosi ed eventualmente alla cura abbreviando i tempi di attesa e minimizzando il ricorso all’accesso fisico alle strutture sanitarie. Il successo della transizione verso una più diffusa ed efficiente sanità domiciliare favorirebbe un incremento di aspettativa nella qualità della vita dei silver age. L’Italia è tra i Paesi area Ocse con la speranza di vita più alta, ma poco è stato fatto in passato (sia dal pubblico che dal privato) per incrementarne anche la qualità, con il risultato di una diffusione delle cronicità molto più alta rispetto alla media europea. Si portano solo alcuni esempi: l’artrosi incide in Italia per il 56,4% degli over 75 contro il 46% medio europeo, le patologie renali per il 10,9% contro 7,7%, depressione e disturbi psichiatrici interessano il 14% degli over 65 contro il 9,7% in Europa e le gravi limitazioni motorie il 44,7% contro il 39,4%.
Le poche parole utilizzate per descrivere questo obiettivo non devono sminuirne la portata, la complessità, le implicazioni in termini di necessario coordinamento tra operatori pubblici e privati e le necessità di supporto finanziario e manageriale di questi ultimi. Se il comparto ospedaliero vede la predominanza delle strutture pubbliche rispetto a quelle private, l’assistenza territoriale/domiciliare è per la maggior parte gestita da aziende private (seppur in regime di accreditamento e/o convenzione) in prevalenza di piccole dimensioni e spesso gestite da Onlus, cooperative ed enti ecclesiastici. La concreta realizzazione di un progetto di sviluppo di una efficiente rete di servizi di assistenza domiciliare passa, inevitabilmente, attraverso il superamento della frammentazione che caratterizza oggi il comparto: la necessità di risorse finanziarie e manageriali per avviare e condurre a termine un percorso di aggregazione rappresenta un’ottima opportunità per l’investitore professionale con elevato appetito al rischio che guarda con interesse al settore sanitario.
Il progetto White Italia (Fondo di private equity con focus sul settore health-care italiano) avviato da Ettore Fieramosca vuole proprio favorire, anche iniziando joint-venture con gruppi già operativi nel mercato, la nascita di un campione nazionale nell’offerta di servizi sanitari a domicilio che, più di altri, incidono sul benessere degli over 65. L’erogazione dei tradizionali servizi medico, infermieristici e riabilitativi sarà accompagnata da servizi di teleassistenza e teleconsulto attivati da device remoti istallati presso il domicilio dell’assistito. Sarà, così, possibile garantire un monitoraggio costante e abbreviare i tempi di risposta.