Ottant’anni sono tanti. Sono il tempo di una lunga maratona collettiva. Una maratona in cui Federmanager ha corso insieme al Paese per non lasciare indietro nessuno, custodendo la memoria e alimentando la crescita. Ma la maratona non è finita: «Siamo all’anno zero dei prossimi ottanta», ha sottolineato il Presidente di Federmanager, Valter Quercioli, nel chiudere l’Assemblea nazionale del 29 ottobre, palcoscenico di una celebrazione vibrante, capace di moltiplicare suggestioni: passato glorioso, presente sfidante e futuro carico di opportunità.
Manager, rappresentanti delle istituzioni, esperti di innovazione, imprenditori, giovani leader e stakeholder, tutti accorsi per contribuire alla riflessione sul sistema industriale italiano. Ecco: da questi primi ottant’anni di Federmanager si riparte verso nuovi obiettivi, nel guidare con rinnovata consapevolezza il tessuto economico del Paese nell’era della permacrisi. Nuove sfide, certo, ma anche nuove opportunità.
Gli interventi delle istituzioni e di altri esponenti d’élite hanno tessuto un filo rosso tra politiche di sviluppo, competitività, welfare e formazione. Nella platea e nelle pause, il networking fluiva spontaneo: ragionare insieme sulle nuove frontiere digitali, l’etica manageriale, la sfida della sostenibilità, era molto di più che ascoltare. Era essere protagonisti della storia. I momenti di confronto hanno portato al centro le voci dell’associativismo: «La nostra forza è l’essere collettività che sa innovare, sa includere, sa rappresentare. Da qui ripartiamo per costruire il Paese che verrà».
Nel foyer, la mostra immersiva ha trasformato gli ottant’anni di Federmanager in un racconto visivo e tattile. Venticinque aziende di punta hanno rappresentato le tappe dell’ingegno produttivo italiano. I loro stand, ricchi di materiali d’archivio, prototipi e storytelling multimediali, hanno svelato l’identità di una manifattura che fonde tradizione e avanguardia. In queste aziende il genio manageriale e la passione d’impresa convivono, si contaminano, generano valore. Federmanager le ha celebrate non solo come eccellenze, ma come vettori di cultura, di inclusione, di apertura internazionale.
Non solo: la proiezione del video “80 anni di Federmanager” ha commosso e galvanizzato i partecipanti: la storia, dal dopoguerra a oggi, scorreva sotto gli occhi di tutti attraverso immagini di dirigenti al lavoro, imprenditori audaci, laboratori, inaugurazioni e scenari della quotidianità industriale. La narrazione ha intrecciato memoria e desiderio di futuro. Alcuni hanno raccontato come il loro percorso manageriale sia nato proprio grazie all’appartenenza a Federmanager: il video restituiva la consapevolezza di essere parte di una staffetta di visione e responsabilità.
A fare la differenza, è la comunità. E in questa giornata, la dimensione associativa si è rivelata nella sua forza: non solo tutela, ma anche piattaforma di innovazione. Ogni manager è risorsa per la società: dal pensionato al manager in carriera, tutti portano una visione che si intreccia con l’evoluzione delle imprese e delle politiche pubbliche. Il momento del riferimento ai giovani talenti manageriali ha scatenato entusiasmo e senso di prospettiva: investire sulle competenze è il primo passo verso una vera equità generazionale.
Le luci dell’Auditorium si sono abbassate, ma l’energia è rimasta. I manager si sono salutati, portando con sé la convinzione che associarsi non è mai una formalità. È la scintilla che cambia il destino personale e collettivo. L’Assemblea si è chiusa così, tra memoria e desiderio, “orizzonti industriali” da esplorare, nuove alleanze da tessere. Segno che Federmanager, accesa dalla storia, è pronta a correre ancora.
