L’estate è la stagione simbolo del turismo di casa nostra. È in questo periodo dell’anno che l’Italia si presenta ancor più bella, proponendosi come una miniera di attrazioni paesaggistiche e culturali al centro del Mediterraneo. La crisi però ha colpito duro e i mesi di lockdown hanno creato enormi difficoltà alla rete industriale del settore, a causa dei mancati ricavi e dell’incertezza legata all’evoluzione dell’emergenza Covid-19. Per comprendere quale sia la rotta indicata dal Governo, Progetto Manager ha intervistato Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria di Stato del MiBACT con delega al turismo.
Sottosegretaria di Stato del ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo
Con una lunga carriera dirigenziale, con ruoli di spicco presso Regione Lazio e Fondazione Musica per Roma, Bonaccorsi è stata deputata della Repubblica dal 2013 al 2018 e, dal marzo 2018 all’agosto 2019, assessore al Turismo e alle Pari opportunità della Regione Lazio. Esperienze di rilievo che l’hanno portata a maturare una competenza significativa nel corso degli anni, fondamentale oggi per superare le strettoie della crisi del settore turistico, artistico e culturale.
Sottosegretaria, da più parti si ritiene che, per avviare una ripresa effettiva, sia necessario uscire da una visione disorganica del turismo, puntando a consolidare invece “l’industria del turismo” come comparto essenziale per il Paese. Come fare sistema per potenziare tutte le risorse industriali coinvolte?
Il turismo è la principale industria del Paese. Lo dicono i numeri. Il comparto genera, secondo Banca d’Italia, il 13% del Prodotto interno lordo. È un’industria diffusa e composita. La gestione è, secondo la Costituzione, in capo alle Regioni. La crisi probabilmente ha fatto emergere come sia necessaria una strategia unica per affrontare e vincere la sfida globale del settore.
Con l’avvio della stagione estiva, si registra una diffusa cautela negli spostamenti che favorisce il cosiddetto “turismo di prossimità”. Quali iniziative il governo sta mettendo in campo per rispondere alla domanda turistica interna? Quanto conta il tema della sicurezza?
Le forti limitazioni legate all’arrivo di turisti stranieri, in particolare dell’area extra Schengen, quest’anno impongono al turismo di concentrare la stagione sul mercato interno e su quello continentale. Per questo abbiamo deciso di varare la campagna di comunicazione “Io viaggio in Italia” e di stanziare oltre 2 miliardi di euro per il bonus vacanze. Un incentivo concreto per permettere agli italiani, con un Isee fino a 40 mila euro, di poter trascorrere qualche giorno di relax nel nostro Paese e, allo stesso tempo, aiutare la domanda di turismo, e quindi le imprese e gli operatori del settore in questo momento difficile di crisi.
Stanziati oltre 2 miliardi di euro per il bonus vacanze. Un incentivo concreto per sostenere gli italiani con un Isee fino a 40 mila euro, aiutando anche le imprese e gli operatori
L’Unwto ha scelto l’Italia per la prima tappa di #RestartTourism. Una decisione che inorgoglisce e responsabilizza. Qual è oggi, a suo avviso, l’immagine del Belpaese nel mondo? È stata scalfita dalla paura del coronavirus o c’è voglia di Italia?
Siamo felici che le Nazioni unite abbiano scelto l’Italia per il loro tour di rilancio del turismo. Sono convinta che la riapertura delle frontiere internazionali, in aggiunta alla ripresa del turismo nazionale, rappresenti un segnale concreto per la ripartenza del settore, uno degli asset principali della nostra economia. Tutti i sondaggi e i report internazionali ci dicono che l’Italia è in cima alle classifiche come luogo dove fare una vacanza. Nel mondo è altissima la richiesta d’Italia.
Affinché il “brand Italia” ritorni a essere fortemente attrattivo, anche in prospettiva di una graduale riapertura ai flussi di turisti stranieri, appare più che mai necessario riqualificare l’offerta. Quali saranno, a suo parere, le leve giuste per riuscirci? Quanto conterà l’aspetto della formazione manageriale per offrire al mercato professionisti dotati di competenze nuove e qualificanti?
Per far fare un salto di qualità al nostro turismo è fondamentale aumentare il livello della sua offerta. Non dobbiamo accontentarci solo di inseguire modelli turistici di massa, ma lavorare affinché tutto il comparto faccia un salto in avanti. Non basta avere un patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e naturale unico al mondo. Dobbiamo essere capaci di offrire un’offerta moderna, di qualità e sostenibile.
Non basta avere un patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e naturale unico al mondo. Dobbiamo essere capaci di offrire un’offerta moderna, di qualità e sostenibile
Si segnala la crescente domanda di turismo sostenibile, soprattutto da parte delle giovani generazioni. I millennials desiderano un Paese sostenibile e digitale, non solo per le vacanze naturalmente. Purtroppo però grandi aree del nostro territorio non sono ancora in grado di rispondere a queste esigenze. A che punto siamo secondo lei?
La sensibilità all’ambiente delle giovani generazioni è un elemento che non va disperso, ma valorizzato. Anche il turismo deve saper cogliere il nuovo paradigma green che si sta imponendo, capirne le potenzialità e anticipare le richieste ed i consumi. Sul piano della sostenibilità e digitalizzazione nel turismo c’è ancora molto da fare. Anche in questo caso non bisogna perdere questo treno di modernizzazione economica.
Infine, il problema lavoro. Il settore turistico è stato tra i più colpiti dalla crisi determinata dall’emergenza Covid-19. Il Governo è sceso in campo con interventi che hanno riguardato innanzitutto gli ammortizzatori sociali. Una volta superata la fase strettamente emergenziale, come si può guardare al futuro?
Il settore offre grandissime occasioni occupazionali, ma guai a pensare sia tutto così semplice, serve una specializzazione anche in questo lavoro. La rete delle scuole alberghiere e le università di economia del turismo, per quanto riguarda la parte manageriale, devono fare squadra per formare dei lavoratori che sappiano gestire un settore ad alta specificità e alta richiesta di competenze. A partire dalla conoscenza delle lingue straniere.