Marco Giugliano, Board Member e Managing Partner PRAXI S.p.A. e Sustainability Senior Advisor.
Negli ultimi anni, la sostenibilità è passata dall’essere un argomento per “addetti ai lavori” a una vera priorità per le economie di tutto il mondo e per tutte le aziende, grandi e piccole, di ogni settore. Oggi, nonostante alcuni recenti tentativi di ridimensionarne l’importanza, il percorso intrapreso appare irreversibile:
- secondo il Global Risks Report 2024 del Wef, i rischi ambientali e sociali sono considerati le principali minacce per la stabilità economica mondiale;
- le più autorevoli ricerche internazionali (Gartner, McKinsey, etc…) sono concordi nel riportare che le aziende che investono in pratiche sostenibili registrino performance superiori alla media: + 20% ricavi | + 10% Ebitda | + 10% valore delle azioni | – 60% (fino a) riduzione dei costi.
Uno degli strumenti a disposizione delle aziende per dimostrare il proprio impegno sulla sostenibilità è il Bilancio (o Report) di sostenibilità: è un documento che rendiconta e racconta in modo trasparente, completo e con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dalle attività aziendali.
Ma non è solo una questione di immagine. Redigere un Bilancio di sostenibilità significa rafforzare la propria competitività. E le aziende che lo fanno in modo credibile e proattivo si distinguono per:
- alta fidelizzazione: la trasparenza fa accrescere fiducia e credibilità nei consumatori e con i partner;
- più facile accesso al credito: le aziende con buoni rating Esg ottengono condizioni di finanziamento migliori e spread sul credito inferiori;
- maggiore attrattività: i giovani lavoratori valutano l’impegno di un’azienda sulla sostenibilità come un criterio chiave nella scelta del lavoro; gli investitori istituzionali utilizzano criteri Esg nelle proprie scelte di investimento;
- valore di filiera: aumenta il valore dell’azienda, soprattutto se si fa parte della filiera di un’organizzazione di grandi dimensioni che è tenuta a promuovere e rafforzare la sostenibilità lungo tutta la propria value chain;
- successo nelle gare pubbliche e private: l’impegno sulla sostenibilità è sempre più un criterio premiante nella selezione dei fornitori.
Per la redazione del Bilancio di sostenibilità si fa riferimento alla Corporate sustainability reporting directive (Csrd), entrata in vigore in Ue nel 2023 in sostituzione della precedente Non financial reporting directive (Nfrd), con l’intento di migliorare la qualità e l’affidabilità della rendicontazione Esg e indicare i requisiti da possedere per rientrare nell’obbligo di rendicontazione. Da questa direttiva discendono gli standard Esrs sviluppati dall’Efrag e che definiscono le regole per la rendicontazione di sostenibilità delle imprese, garantendo trasparenza e conformità normativa su tutti gli aspetti Esg.
Nel 2024 l’Efrag per consentire anche alle aziende non obbligate dalla Csrd a rendicontare (le Pmi), di redigere un proprio report di sostenibilità seguendo delle regole chiare e valide per tutti, ha pubblicato il Voluntary sustainability reporting standard for small and medium enterprises (Vsme).
Questo impianto normativo, completo e articolato, ha certamente alzato l’asticella, ma ha anche reso la rendicontazione di sostenibilità un processo più complesso, soprattutto per le aziende di maggiori dimensioni. Ed è questo il motivo per cui la Commissione europea ha recentemente presentato la Proposta di regolamento omnibus: un intervento pensato per semplificare e razionalizzare gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità previsti per le imprese a media capitalizzazione già coinvolte dalla Csrd concentrando gli obblighi di informativa sulla sostenibilità sulle imprese di più grandi dimensioni che hanno un impatto maggiore sul clima e sull’ambiente.
Tuttavia, è importante chiarire alcuni aspetti che stanno creando incertezza:
- si tratta ancora di una proposta che dovrà affrontare l’intero iter legislativo europeo prima di diventare definitiva. Il percorso prevede modifiche, emendamenti e complesse negoziazioni tra gli Stati membri, ognuno con le proprie priorità e sensibilità sul tema. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio europeo, sarà poi necessario il recepimento della normativa da parte dei singoli Stati all’interno dei rispettivi ordinamenti nazionali. Non va inoltre sottovalutata la possibile opposizione degli “early adopter”, ovvero quelle aziende che hanno già investito risorse significative per adeguarsi alle direttive attuali e temono di essere penalizzate da un eventuale alleggerimento delle regole. In attesa che questo processo si completi, rimangono pienamente in vigore le normative attuali e i relativi obblighi.
- la proposta non riguarda le Pmi che già oggi non hanno l’obbligo di redigere il Bilancio di sostenibilità.
La questione più delicata, però, riguarda il rischio di un’eccessiva semplificazione che potrebbe compromettere la qualità e l’utilità dei dati Esg richiesti, vanificando i progressi fatti fino ad oggi. La semplificazione è utile se rende più efficiente e accessibile il percorso verso la sostenibilità ne non se ne abbassa la qualità.
Inoltre, la tempistica della proposta – arrivata nel pieno della stagione di rendicontazione – ha alimentato ulteriore incertezza. C’è il rischio infatti che molte aziende vedano la normativa non più come una spinta alla trasformazione strategica, ma solo come un obbligo da gestire all’ultimo momento. Un atteggiamento che potrebbe minare l’efficacia dell’intero impianto regolatorio riducendolo a mero adempimento di compliance.
Ma, in attesa che il quadro normativo si stabilizzi, le aziende non possono permettersi di restare ferme.
La sostenibilità, abbiamo visto, è un tema irreversibile sul quale l’Europa ha oggi l’opportunità di porsi come leader mondiale e le aziende che abbracceranno convintamente ed in modo proattivo questa visione non solo rafforzeranno la propria reputazione e competitività, ma dimostreranno di credere davvero nel potenziale strategico della sostenibilità, distinguendosi da quelle che si muovono solo per obbligo. E ciò farà la differenza!
La sostenibilità è un tema irreversibile sul quale l’Europa ha oggi l’opportunità di porsi come leader mondiale
Un consiglio alle aziende: definite oggi la vostra strategia di sostenibilità, che siate di piccole, medie o grandi dimensioni, preparandovi a rendicontare in modo efficace e trasparente non appena il quadro normativo sarà definitivo. Così facendo, otterrete un vantaggio competitivo importante e duraturo.