Caterina Miscia, direttore generale Fasi
Dottoressa Miscia, quali sono le novità introdotte nello statuto e perché?
Abbiamo avviato, agli inizi dello scorso anno, un approfondito lavoro di analisi, a seguito dell’aumento dei valori di spesa sanitaria, partendo dalla composizione della popolazione assistita e delle relative quote di risorse assorbite in funzione della loro capacità contributiva. È emerso che, alla fine del 2017, dei circa 67 mila dirigenti pensionati, iscritti al Fasi, 10.500 di questi non erano mai stati iscritti durante la loro vita lavorativa attiva. In altre parole, secondo la vecchia regola statutaria, potevano iscriversi al Fondo in qualità di “dirigenti pensionati” tutti quelli che avevano acquisito la qualifica dirigenziale nell’ultimo anno di lavoro in un’azienda che versava da almeno quattro anni i contributi previsti nell’articolo G dello statuto.
Se ho capito bene, uno diventava dirigente nell’ultimo anno lavorativo prima della pensione, versava i contributi previsti per quell’anno e, automaticamente, accedeva agli stessi servizi offerti dal Fasi come un suo collega, iscritto al Fondo, che aveva la dirigenza da trent’anni?
Semplificando è così. Evidente che il persistere di una tale situazione, oltre ad essere sostanzialmente non equa, metteva a grave rischio la sostenibilità economica del Fasi nel futuro prossimo. Abbiamo, di conseguenza, modificato le norme per cui un dirigente pensionato può iscriversi al Fondo solo dopo un adeguato periodo d’iscrizione come dirigente in servizio. Tale periodo è stato individuato in dieci anni facendo una media ponderata degli anni lavorativi di tutti i dirigenti in servizio. Possono, comunque iscriversi al Fondo, tenendo conto delle avvenute modifiche del mercato del lavoro, anche i dirigenti che hanno maturato un’anzianità inferiore, purché l’iscrizione sia avvenuta entro 6 mesi dalla data di prima nomina (con la contribuzione convenzionale, ossia piena). Inoltre, è stata data l’opportunità ai dirigenti non iscritti, in forza presso aziende che utilizzano il Fasi per l’assistenza dei propri dirigenti attivi, di acquisire il diritto al mantenimento dell’iscrizione da pensionati, in via convenzionale, inoltrando domanda entro e non oltre il termine del 31 marzo 2019.
A seguito dell’aumento dei valori di spesa sanitaria, un approfondito lavoro di analisi ha individuato sia le criticità sia i modi per ottimizzare le risorse disponibili
So che avete introdotto delle modifiche importanti anche al tariffario riguardo alle nuove tecnologie diagnostiche a disposizione della medicina…
Dal 1° gennaio 2019 è entrato in vigore il nuovo tariffario del Fasi che, accanto alle modifiche delle tariffe della sola branca di diagnostica, ha visto l’introduzione di alcune novità: nuova prestazione di “consulenza genetica” e del test farmacogenetico di precisione sul Dna e Rna, per l’individuazione delle terapie antitumorali più efficaci; rimborso al 100% del ticket concernente i vaccini e alla procreazione medicalmente assistita; un primo “pacchetto” di cure per gli interventi alla cataratta. Stiamo, infine, proseguendo nella definizione di una tariffa forfettaria per i pacchetti chirurgici più richiesti allo scopo di “stabilizzare” il costo finale di tali prestazioni.