Le incertezze globali e le preoccupazioni per un ritorno in auge del protezionismo stanno dando adito, da più parti, al sospetto che la globalizzazione si stia avviando verso una fase conclusiva. In realtà, la natura ciclica e la capacità di resistenza del fenomeno ci inducono a sperare che la globalizzazione non stia volgendo al termine, ma che stia subendo una trasformazione.
Questo nuovo scenario globale, che sembra presentare diverse incognite geopolitiche e una crescente interdipendenza economica, richiede quindi alle aziende strategie nuove per rimanere competitive, investendo in nuovi settori oltre le rotte tradizionali.
Proprio per rispondere a queste nuove esigenze, SACE ha elaborato il nuovo Rapporto Export intitolato “Export Unchained. Dove la crescita attende il Made in Italy”: una sorta di bussola per affrontare i mercati internazionali, pensata perché le imprese trasformino in occasioni le circostanze che questa nuova fase della globalizzazione offre.
Lo studio identifica 15 geografie di opportunità dove le imprese italiane possono e devono fare meglio, dotandosi di una strategia selettiva, costante e continuativa.
Un mix di mercati, sia avanzati sia emergenti, che hanno generato 85 miliardi di euro di export italiano nel 2016 (oltre il 20% del totale), e che varranno più di 100 miliardi nel 2020, ovvero il principale aggregato economico per le esportazioni italiane dopo i Paesi europei ad alto reddito.
Sono mete in cui l’import crescerà in media del 5,7% tra il 2017 e il 2020 e dove la quota di mercato italiana presenta significativi margini di crescita.
In questo quadro di opportunità, anche l’area mediorientale gioca la sua parte. Sebbene non si possano ignorare le preoccupazioni per i numerosi focolai di instabilità geopolitica, le nostre previsioni sono cautamente ottimiste per alcuni mercati chiave dell’area. Questo è vero tanto per Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, quanto per il Qatar, nonostante il suo recente isolamento.
Abbiamo osservato un conflitto diplomatico simile nel 2014, quando Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrain hanno interrotto le relazioni diplomatiche con il Qatar. Questa crisi, tuttavia, era limitata all’aspetto diplomatico, escludendo le misure economiche. Il caso attuale, invece, desta maggiori preoccupazioni.
La mediazione del Kuwait e dell’Oman sarà cruciale, ma tenuto conto del ruolo del Qatar sul mercato globale dell’energia, non si può escludere che i negoziati possano assumere una dimensione ancora più internazionale.
Nonostante l’isolamento impostogli, Doha si sta già organizzando per trovare alternative, grazie al sostegno di Oman, Turchia e Iran: motivo per il quale ritengo che gli effetti dell’embargo possano durare solo nel breve termine.
Per giunta, se è vero che l’interruzione del commercio potrebbe causare un incremento delle pressioni inflative, in particolare per i prodotti alimentari, e un cambiamento sostanziale dei canali di approvvigionamento, il Paese presenta notevoli riserve finanziarie ($ 330 miliardi), in grado di attutire il colpo per un certo periodo di tempo.
Inoltre, poiché gli idrocarburi rappresentano l’85% dell’export e quasi il 90% delle entrate pubbliche, fino a quando le spedizioni di gas liquefatto continueranno regolarmente, la probabilità di una contrazione economica significativa appare piuttosto bassa.
Last but not least, nel 2022, Doha ospiterà la prima edizione mediorientale dei Mondiali di calcio, il cui valore progettuale è stimato tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari. La realizzazione delle grandi opere infrastrutturali e la spesa in investimenti pubblici, quindi, sosterranno la ripresa del Paese. È per tutte queste ragioni che il Qatar rappresenta una delle 15 destinazioni ricche di opportunità per le imprese italiane individuate dal Rapporto Export di SACE.
*Presidente SACE
SACE, insieme a SIMEST, costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP che racchiude tutti gli strumenti finanziari e assicurativi necessari alle imprese italiane che vogliono competere e crescere a livello internazionale. Per saperne di più sul recente Rapporto “Export Unchained” di SACE www.sace.it/rapportoexport2017