Costruire ponti stabili di dialogo integrale, sviluppando relazioni diplomatico-culturali fondate sull’ascolto dell’ambiente, per massimizzare le opportunità offerte dal nuovo paradigma di pensiero e azione della cura della casa comune. «La globalizzazione favorisce gli scambi culturali spontanei, una maggiore conoscenza reciproca e modalità di integrazione dei popoli che porteranno a un multilateralismo “dal basso” e non semplicemente deciso dalle élite del potere. Le istanze che emergono dal basso in tutto il mondo, dove persone impegnate dei Paesi più diversi si aiutano e si accompagnano a vicenda, possono riuscire a fare pressione sui fattori di potere».[1]
L’idea è rendere vivente l’umiltà, non come mero atteggiamento tattico ma come diaconia istituzionale, servizio integrale alla concreta costruzione del nostro futuro, dove tutti possono sentirsi protagonisti, co-costruttori, artefici di uno sguardo che si alimenta dalle bellezze, dalle tradizioni, dai sogni delle ragazze e ragazzi di ogni angolo del mondo. Ascoltare le nostre passioni, alimentare i nostri talenti, meravigliarci di un racconto che consente di aprire le porte del cuore facendo percepire una sensazione concurante del tempo, del passato, del Creato e del futuro.
Il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indichino strade, capaci di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere le generazioni future.[2]
Riscoprire la vocazione di un luogo oltre i limiti dello spazio e del tempo. Un opificio del valore come ecosistema dell’innovazione per riscoprire l’ambiente integrale, tra natura e cultura, come motore dell’altissima umiltà. Opificium della diplomazia delle culture, un luogo di sinfonia delle competenze e laboratorio di linguaggi, in cui i saperi sono messi in dialogo tra relazione, tradizione e sviluppo. Un luogo di contaminazione e collaborazione globale, interconnessione di diverse latitudini e longitudini, tra università, centri di ricerca, società e istituzioni. Un hub che si pone come luogo vivente, convocante e concurante, nucleo mondiale di diaconia istituzionale, di sviluppo integrale declinato contemporaneamente come globale e locale, come ars di sciogliere i nodi che tengono legate le idee e le genialità dei giovani di ogni parte del planisfero considerate come parte della natura. «La vita, l’intelligenza e la libertà dell’uomo sono inserite nella natura che arricchisce il nostro pianeta e fanno parte delle sue forze interne e del suo equilibrio».[3] Il riconoscimento della fratellanza, della cultura dell’incontro in antitesi a quella dello scontro, del pensiero collettivo cooperante, consente di superare la semplicista contrapposizione manichea tra quadranti geopolitici aprendo la strada a nuove relazioni internazionali per la costruzione armonica dell’equilibrio mondiale.
C’è bisogno di costruire leadership che indichino strade, capaci di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere le generazioni future
Un cammino vivente, con-vocante, può essere sprone per un paradigma nuovo di pensiero e di azione. Un sogno, una vocazione, una visione non misurabile con le attuali metriche dell’algoritmo tecnocratico, senza muri e senza barriere, dove è pura la sfida per la riscoperta delle energie più profonde dei territori, delle periferie del mondo, tutte interconnesse nella visione ecologico integrale. La promozione di un ordinamento giuridico vivente, un processo di valore costituente che veda il potere come servizio nella costante ricerca di una feconda “interazione dei sistemi naturali con i sistemi sociali”[4] può innescare una nuova dinamica di lavoro, leva della qualità generale dell’azione politica, manageriale e amministrativa, interpolando le migliori aspettative della sfera pubblica e privata, interna e internazionale. Una forma di interpolazione che permette di mettere a sistema le più alte qualità del rapporto tra la terra, l’impresa e la polis come elementi fondamentali per il benessere integrale della nostra casa comune.
“Nessuno si salva da solo” e quindi è cruciale favorire la sinfonia delle diversità mettendo insieme i talenti, le eccellenze, le passioni, le più alte tecnologie e le intelligenze naturali e artificiali per il bene comune. È possibile cambiare lo sguardo “andando oltre”, accompagnare una visione feconda e suadente del futuro, positiva, travolgente e riflessiva, capace di intonare cambiamenti di prospettiva, di capovolgerli per incarnare un forte messaggio dal valore culturale: tutti siamo fratelli e membri della famiglia cosmica, e quindi tutti artefici del bene comune, protagonisti del poliedro delle diversità, siamo cittadini del mondo con uguali diritti e doveri, sotto la cui ombra tutti godono della giustizia.
Scompare, dunque, l’idea di minoranza che porta con sé i semi del tribalismo e delle ostilità. In tale proscenio, si definisce la vocazione sociale del progetto internazionale di una nuova diplomazia dal basso, dell’umiltà e della dignità universale: l’analisi, l’interpolazione dei dati, la successiva riflessione predittiva è incontro e ascolto polifonico, essere in relazione profonda con la natura, comprendendo i nostri talenti, valorizzando le nostre vocazioni, diventando umili artifici del nuovo paradigma di pensiero e azione. La piattaforma dell’ambiente integrale dove prevale l’approccio eucratico, apre le porte di una nuova forma di tutela della casa comune, un diritto alla tutela immediata del bene natura, di tutti gli uomini e di tutto l’uomo, nel sentiero della coesistenza tra diritto soggettivo e interesse legittimo.
Favorire la sinfonia delle diversità mettendo insieme i talenti, le eccellenze, le passioni, le più alte tecnologie e le intelligenze naturali e artificiali per il bene comune
L’ambiente integrale è sguardo di futuro, è cammino di bellezza, è vocazione di servizio, è epifania dei talenti e del valore che fa contemporaneamente capo al singolo e all’intera collettività. La tutela dell’interesse individuale e dell’interesse collettivo coincidono. È opportuno favorire nei più giovani prospettive alte, lungimiranti, un respiro di lungo periodo portato avanti dal vento dei nuovi linguaggi della conoscenza capaci di aprire gli occhi sulla verità delle cose.
Cogliendo l’esortazione apostolica Laudate Deum la politica, la managerialità, l’accademia, l’amministrazione italiana e internazionale sono immediatamente convocate, in un cammino concreto di pensiero-azione, prezioso strumento per superare l’anestesia percettiva di una realtà antropocentrica dominata dalla sterile autoreferenzialità, verso scelte programmatiche integralmente nuove, per un nuovo linguaggio della meraviglia, una leva per guardare il mondo oltre l’orizzonte, al di là del sole. Camminiamo insieme con umiltà e tenerezza di servire un sogno di bene, una gioia nella speranza. Rendiamo viventi le sinfonie delle diversità valorizzando le culture, le trazioni, le prospettive dei giovani di tutti i territori del mondo ricordando che mai nessuno si salverà da solo.
[1] Esortazione apostolica Laudate Deum del Santo Padre Francesco a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica, 38
[2] Lettera Enciclica Laudato Si’ del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune, 53
[3] Esortazione apostolica Laudate Deum del Santo Padre Francesco a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica, 26
[4] Esortazione apostolica Laudate Deum del Santo Padre Francesco a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica, 27