Che il trasporto pubblico regionale e locale rivestisse una centralità strategica nel garantire la possibilità ai cittadini di attendere allo svolgimento delle attività quotidiane era circostanza ben nota. Che la pandemia, pur incidendo negativamente sul settore, potesse esaltarne il ruolo strategico era circostanza meno scontata.
Durante la pandemia il trasporto pubblico regionale e locale non si è mai fermato. Le imprese hanno continuato a garantire lo svolgimento dei servizi affrontando difficoltà eccezionali che hanno richiesto sforzi organizzativi e gestionali straordinari nonché una flessibilità non sempre favorita da un quadro normativo complesso. E tutto ciò in un contesto di straordinaria, e purtroppo perdurante, incertezza economico-finanziaria legata al significativo calo della domanda che ha comportato nel 2020 e nel 2021 perdite di ricavi, valutate rispetto ai dati del periodo pre-pandemico, rispettivamente pari a circa il –50% e – 42%, solo parzialmente coperte dagli interventi di ristoro garantiti dallo Stato. Incertezza non risolta dalla cessazione dello stato di emergenza, atteso che i dati previsionali per il 2022-2023 continuano a evidenziare un’importante flessione della domanda. Smart working, didattica a distanza, riduzione degli spostamenti per lavoro incidono ed incideranno nel prossimo futuro sulla domanda e sull’articolazione di questa tanto da indurre più di una riflessione sugli scenari futuri della mobilità collettiva in un mondo caratterizzato dal cambiamento nelle abitudini di spostamento dei cittadini e dal ripensamento degli spazi urbani.
Smart working, didattica a distanza, riduzione degli spostamenti per lavoro incidono ed incideranno nel prossimo futuro sulla domanda e sull’articolazione di questa tanto da indurre più di una riflessione sugli scenari futuri della mobilità collettiva
Il quadro economico-finanziario del settore è, altresì, aggravato dall’aumento dei costi dell’energia generato dalla crisi bellica ucraina che comporta un aumento dei costi operativi stimabile in circa il +7,6% nel 2021 e al + 12,9% nel 2022 (rispetto all’annualità precedente).
Un settore strategico per lo sviluppo economico del Paese messo in difficoltà da fenomeni esogeni per la cui neutralizzazione è necessario un intervento pubblico coerente non solo con le norme europee settoriali che impongono di garantire l’equilibrio economico-finanziario dei contratti di servizio, ma anche e soprattutto con il ruolo di “volano” per l’economia a questo settore riconosciuto proprio dalle strategie sulla sostenibilità perseguite dall’Ue e ben evidenti nel piano straordinario di investimenti previsto nel Pnrr (circa 8,5 miliardi destinati al trasporto locale più sostenibile) e fondi complementari, nel Piano strategico per la mobilità sostenibile (circa 3,8 miliardi di Euro).
Qualche dato generale sul settore può contribuire alla comprensione della rilevanza quale asset strategico: circa 900 operatori, per un fatturato annuo pari a circa 12 miliardi di euro, circa 5,4 miliardi di passeggeri trasportati all’anno e 124 addetti.
Cosa serve allora per sostenere e rilanciare un comparto tanto importante per lo sviluppo economico e la connettività di territori e persone?
Innanzitutto, favorire lo shift modale della domanda verso sistemi di mobilità collettiva. Come? Attraverso l’adozione di politiche della mobilità che incentivino il trasporto collettivo aumentandone l’attrattività (es. interventi atti a incrementare la velocità commerciale), l’adozione di strumenti di pianificazione (Pums) che migliorino la gestione della mobilità e della logistica urbana, l’istituzione di tavoli di coordinamento per una rimodulazione degli orari delle attività didattiche e produttive ai fini di un migliore raccordo con l’offerta di trasporto pubblico, la realizzazione di interventi che migliorino l’accessibilità, in senso ampio, dei servizi. Oggi si va affermando il modello della “città in 15 minuti” e cioè della città in cui ogni luogo di interesse è raggiungibile, appunto, in 15 minuti.
Oggi si va affermando il modello della “città in 15 minuti” e cioè della città in cui ogni luogo di interesse è raggiungibile, appunto, in 15 minuti
E lo shift modale verso la mobilità collettiva costituisce sicuramente il primo degli interventi da attuare per ridurre le esternalità negative legate alla mobilità individuale. Parallelamente occorre investire nella transizione ecologica e sostenibile del settore favorendo, attraverso interventi straordinari (quali quelli contenuti nel Pnrr e negli strumenti di finanziamento sopra accennati) e interventi strutturali, il rinnovo delle flotte e soprattutto la realizzazione di interventi infrastrutturali e di sistemi ad impianti fissi atti a colmare il gap che ci differenzia rispetto ad altri Paesi europei. La svolta green voluta dall’Ue impone di mettersi al passo con i Paesi più evoluti rendendo il trasporto pubblico locale, con la gradualità e flessibilità necessarie rispetto alle soluzioni “green” offerte dalle tecnologie ed alle esigenze del mondo produttivo, una leva per rafforzare la sostenibilità del sistema Paese.
Inoltre, favorendo la transizione digitale del settore considerata una delle priorità nella “Data strategy” della Commissione europea. Oggi gli utenti chiedono informazioni in tempo reale, facilità di accesso ai mezzi e di acquisto dei titoli di viaggio, possibilità di programmare i propri spostamenti. In questo contesto diventa imprescindibile investire nei cosiddetti “MaaS” e, cioè, su piattaforme digitali che consentano di realizzare le integrazioni necessarie (dati, servizi e tariffe) a soddisfare le esigenze espresse da un’utenza moderna e smart. Ovviamente tale sviluppo richiede, da un lato, di investire in integrazione e interoperabilità dei sistemi e, dall’altro, una regolazione pubblica e “terza” delle condizioni di accesso e trasparenza.
Da ultimo, ma non per ultimo, occorrono interventi strutturali e di ampio respiro che garantiscano, sotto il profilo normativo ed economico-finanziario, di godere della stabilità ordinamentale e della certezza e remuneratività delle risorse necessarie perché un’impresa possa organizzare una produzione efficiente di servizi. Attribuire alle aziende operanti nel settore le leve tipiche dell’”imprenditore” significa traguardare il trasporto pubblico locale verso il riconoscimento, non solo nominalistico ma fattuale, quale settore industriale. E renderlo competitivo, a parità di condizioni con gli altri operatori, in un mercato i cui confini sono ormai sovranazionali.