Innovare, riconvertire ed esplorare nuovi business, incrementando le partnership. Per scalare la vetta della trasformazione digitale, Poste Italiane sta affrontando una rivoluzione epocale, la più significativa dai tempi della nascita di BancoPosta, che la vede in prima linea nei servizi per l’e-commerce. Una svolta radicale sta portando il Gruppo a cambiare pelle, visto che la performance del segmento pacchi cresce a grandi ritmi soprattutto per effetto degli acquisti online. Dopo la messa a punto del modello “Joint Deliver”, che prevede modalità di consegna più flessibili, oggi Poste possiede il 33% del mercato italiano dei servizi per il commercio elettronico, configurandosi come uno dei player di riferimento. Percorso sul quale l’azienda ha virato per colmare il vuoto creato dalla sofferenza dell’attività tradizionale, che dal 2005 ha perso circa il 54% a causa della digitalizzazione.
Una strategia necessaria, quindi, per dare una risposta alle nuove esigenze della domanda, sfruttando asset e know how interni: una rete capillare con 12.800 uffici sul territorio, 30 mila portalettere e 350 locker. Del resto, l’evoluzione digitale della comunicazione tra persone, aziende e pubbliche amministrazioni ha portato negli ultimi vent’anni a una progressiva contrazione di volumi e ricavi nel mercato postale italiano. Nel primo trimestre dell’anno, i ricavi dei servizi di spedizione dell’azienda guidata da Matteo Del Fante sono calati del 2% rispetto al 2018, a causa del declino della corrispondenza tradizionale: una perdita contenuta, perché compensata dalla crescita dell’attività di recapito pacchi, che ha registrato un incremento del 19,4%.
Numeri alla mano, a trainare sono proprio l’e-commerce e le transazioni collegate: su un totale di 74 milioni di consegne un terzo deriva da acquisti online. Tra il 2017 e il 2018 i ricavi del comparto pacchi B2C sono aumentati del 27% e nel primo trimestre del 2019 hanno raggiunto un +35%. Sempre in un anno sono cresciute del 22% le operazioni di pagamento digitale e del 40% le transazioni da smartphone o tablet. Dati che rispecchiano l’orientamento strategico degli investimenti del Gruppo. Il “Joint Delivery Model”, che prevede le consegne anche nel pomeriggio e nel weekend, sta procedendo a vele spiegate: al momento ha raggiunto il 64% del territorio con l’obiettivo di copertura totale alla fine del 2019. Entro giugno si conteranno 3 mila “Punto Poste”, network di tabaccai, negozi convenzionati e locker per il ritiro degli acquisti online e la consegna dei resi; a fine anno saranno attivi 3.500 armadietti digitali, i “Punto Poste da Te”, che permetteranno ai clienti di gestire in autonomia gli acquisti elettronici. Crescono anche gli investimenti per l’utilizzo di attrezzature d’avanguardia per l’automazione nelle consegne, come i droni e le auto senza conducente, e l’ottimizzazione della rete di trasporto.
L’obiettivo dell’azienda da qui a quattro anni è diventare leader dei servizi per il commercio elettronico con una quota di mercato del 40%
Nell’ambito delle partnership, è stata rafforzata la collaborazione con Amazon, per una maggiore capillarità dei servizi di consegna in tutto il Paese. Per semplificare le procedure dei resi, sono stati siglati accordi con Zalando dando la possibilità ai clienti di restituire i prodotti presso gli uffici postali, i tabaccai convenzionati o i locker.
Grazie a PostePay Spa, l’azienda è leader anche sul fronte dei pagamenti, con una quota di mercato del 25% nelle transazioni e-commerce, con oltre 3,1 milioni di e-wallet emessi, 26,9 milioni di carte e 23,9 milioni di app scaricate. Per proseguire il percorso di trasformazione digitale previsto dal piano industriale “Deliver 2022”, il Gruppo si è affidato al cloud di Microsoft per rinnovare la rete e il portale.
La digitalizzazione dei processi – dal marketing alle operation – sta rivoluzionando anche il ruolo del management: essere veloci nel prendere decisioni e saper anticipare le innovazioni tecnologiche sono oggi le qualità principali che deve avere un business man. Il che, nell’universo Poste, ha portato all’inserimento di nuove figure dall’esterno, con assunzioni di specialisti digitali in aree strategiche, come il recapito nell’ultimo miglio e il customer relationship management.
Da un lato, la sfida: saper prevedere i bisogni degli e-shopper e stimolarne la domanda. Dall’altro, il rischio: non riuscire a correre abbastanza in fretta da anticipare le mosse dei competitors, in un contesto – come quello italiano – caratterizzato dalla presenza di un numero molto elevato di attori. Basti pensare che a marzo del 2018, le imprese del mercato postale erano 2.904, a fronte della media europea di 654.
Sebbene il settore non abbia ancora beneficiato appieno dello sviluppo dell’e-commerce, i tassi di crescita attesi nel nostro Paese sono tra i più elevati: nel 2018 i volumi d’affari sono cresciuti del 16%. L’obiettivo dell’azienda da qui a quattro anni è diventare leader dei servizi per il commercio elettronico con una quota di mercato del 40%. Un’occasione da non perdere sia per il Gruppo che per il sistema Italia.