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Il nostro grazie a Sergio Marchionne

Dico semplicemente grazie a Sergio Marchionne. In questo grazie, che è sincero e accorato, è compreso tutto il riconoscimento verso un grande manager, che è mancato improvvisamente costringendo tutti noi a misurarci con l’eredità che ha lasciato.

Proprio perché questa eredità è ricchissima di valore, la voce del management si aggiunge a quella di tante autorevoli altre che in questi giorni stanno tributando un ricordo a questo grande italiano.

Ricordiamo le doti dell’uomo, il carisma, la tenacia, l’intuito, il coraggio. Ricordiamo il ragazzo che si è fatto da sé, che ad appena 14 anni sbarcava in Canada con il suo inglese dal forte accento abruzzese, e che poi l’America l’ha conquistata davvero.

Ricordiamo le doti del manager, il metodo, l’organizzazione, il senso di responsabilità, la capacità di rischiare, la visione.

Ricordiamo le doti del leader, i risultati aziendali, gli accordi, i misurati rapporti con la politica, quelli non facili con i sindacati, la fedeltà all’azienda e l’attaccamento all’Italia.

Ma accanto al ricordo, mi piace pensare che Marchionne avrebbe apprezzato che noi continuassimo quello che è stato fatto. Traessimo insegnamento e lavorassimo per costruire. Dovremmo valorizzare questa eredità, non certo sentirne il peso.

Guardo alla dirigenza del Gruppo FCA, ai colleghi che sono alle prese con una riorganizzazione non facile e in una fase sfidante per il settore automotive. 

Marchionne ha dimostrato che l’Italia ha la capacità di produrre, di fare industria e di internazionalizzarsi.

La fabbrica Fiat cambierà ancora certamente. Non può essere altrimenti. Ma noi, come rappresentanza manageriale, continueremo a impegnarci ancora e ancora per affermare l’eccellenza della produzione italiana, dei nostri ingegneri, dei direttori di stabilimento, dei responsabili di produzione, senza timore di rivoluzionare gli assetti.

I veri cambiamenti sono tutti “disruptive”. Anche questo ci ha insegnato Marchionne.

La sua storia conferma che quando la proprietà di una grande impresa si affida alle competenze dei manager migliori, non solo si superano le crisi più profonde, ma si acquista competitività. In un’epoca di digital transformation, il modo di fare industria deve evolvere, siglando una nuova alleanza tra tecnologia e capitale umano. I colleghi FCA sono già impegnati nel trasferire questa visione a tutti i loro collaboratori.

Come nella lettera di benvenuto che Marchionne recapitava ai nuovi assunti in FCA, sentiamoci parte di “un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta”.

Alziamo pertanto l’asticella, accettiamo le nuove sfide e, con vera riconoscenza verso un grande leader, sentiamoci tutti più forti di ieri.