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Grandi manovre a Cernobbio

Il primo giorno al Forum di Cernobbio la scena è stata rubata da un umanoide. Ad attirare l’attenzione sono state le sembianze dell’ultima straordinaria versione di intelligenza artificiale: Hi5, di aspetto in tutto simile al suo inventore, lo scienziato giapponese Hiroshi Ishiguro, capace non solo di esprimersi correttamente (tiene addirittura lezioni all’università) ma anche di interagire con precisione e reattività agli stimoli esterni. Ne siamo tutti stati divertiti.

Accanto la sorpresa, abbiamo colto però il messaggio: il mondo è in tale trasformazione che non è possibile calcolare in anticipo l’impatto delle nuove tecnologie sulle nostre vite.

La grande opportunità di crescita per il settore industriale connessa alla cosiddetta Quarta Rivoluzione industriale è stata oggetto di un fitto dibattito. Il Forum che abitualmente The European House Ambrosetti organizza a Cernobbio ha infatti il pregio di coinvolgere gli imprenditori, i manager e i decision makers più influenti sulla scena europea e globale.

Si confrontano diverse mentalità e Paesi durante i lavori che si svolgono rigorosamente a porte chiuse, e si scambiano informazioni utili a capire le tendenze in atto e a proporre contromisure.

La presenza di Federmanager a questa 44esima edizione che si è tenuta a inizio settembre è il segnale che la nostra rappresentanza è riconosciuta nei consessi più esclusivi. Siamo percepiti come un soggetto che difende gli interessi di una categoria decisiva per le sorti dell’impresa e che, allo stesso tempo, è in grado di incidere sulle scelte di politica generale per far progredire l’economia e la società.

Abbiamo ragionato sugli scenari di competitività. La relazione di Valerio Molli in apertura del Forum è stata un appello contro “l’industria del pessimismo” citata da Steven Pinker nel suo recente libro “Enlightenment now”. Mentre in sala, tra i partecipanti, dominava invece molta incertezza.

Possiamo riconoscere un deficit di ottimismo verso l’Italia e verso l’Europa tra i rappresentanti della politica, dell’economia, dell’impresa presenti.

Quando ci è stato chiesto di indicare il livello di fiducia sulla situazione italiana attuale e sulle prospettive future, oltre il 38% di noi ha votato per un livello basso. Solo il 6% si è detto fiducioso. Non era così nel 2016 quando la maggioranza si assestava su un livello di soddisfazione medio e medio-alto.

Tutta la sessione che abbiamo dedicato alla Brexit ci ha convinti che il quadro europeo sia un’incognita: a sei mesi dalla data concordata per l’uscita della Gran Bretagna tutti i risultati sono ancora possibili. La nostra platea, poi, si è mostrata preoccupata dell’impatto che le nuove tariffe commerciali avranno sulle attività imprenditoriali, con un 43,2% di noi che ha detto che queste nuove politiche avranno ripercussioni negative sulle aziende.

Tuttavia, se ci avessero posto nuovamente la stessa domanda sulla fiducia verso il Paese in conclusione del Forum, a soli tre giorni di distanza, sono sicuro che l’esito sarebbe stato meno severo.

Questo perché, grazie agli highlight di Ambrosetti e alla analisi esposte da economisti ed esperti di fama mondiale, abbiamo individuato alcune risposte.

Riguardo all’Italia, sono tre le priorità realistiche per costruire un Paese più competitivo: abbattimento del cuneo fiscale, investimento in formazione, innovazione, ricerca e sviluppo, e infine, riduzione della spesa pubblica.

L’ultimo sondaggio a cui abbiamo partecipato ha evidenziato anche le tre priorità che l’Unione Europea dovrebbe considerare per una maggiore competitività: l’accelerazione sul fronte dell’innovazione e maggiori investimenti in R & S (41,4%), miglioramento dell’efficienza delle istituzioni europee (30,7%) e stimolo della crescita (28,6%).

Abbiamo anche ragionato dei due prossimi appuntamenti che avranno effetti rilevanti sul sistema: sul lato interno, la Legge di Bilancio 2019 rappresenta il primo vero banco di prova in materia economica e finanziaria per il nuovo Governo; su quello europeo, il voto di maggio prossimo sarà fondamentale per misurare la forza dei partiti cosiddetti sovranisti e la tenuta di quelli invece a tradizione europeista.

La politica era presente a Cernobbio oltre ogni pronostico. Al Forum ho potuto interagire con un buon numero di ministri di questo governo, portando alla loro attenzione l’importanza di sostenere lo sviluppo dell’impresa attraverso la diffusione di managerialità, competenze, investimenti.

Abbiamo colto con favore la proposta del ministro dell’Interno Salvini sull’opportunità di affidare la gestione delle aziende confiscate alla criminalità organizzata a manager privati. Su questo abbiamo rilasciato dichiarazioni alla stampa.

Abbiamo apprezzato la relazione del ministro dell’Economia Tria in merito alla tenuta dei conti e al rispetto dei vincoli europei. Abbiamo sposato gli appelli del ministro della PA Buongiorno per una Pubblica Amministrazione dai tempi certi, per una Giustizia più efficiente e riformata. Ci ha particolarmente convinto l’intervento del ministro degli Esteri Moavero Milanesi, che ha dimostrato una approfondita conoscenza delle relazioni commerciali internazionali.

Cito il buono del Forum di Cernobbio, perché l’ottimismo e la fiducia non devono mancare quando si hanno grandi incognite davanti.

Per Federmanager, per i colleghi, era importante comunicare al mondo delle grandi imprese e della politica che siamo aperti alla collaborazione per far progredire i sistemi che abbiamo creato.

Sulla strada per eccellere non ci sono limiti di velocità, diceva David Johnson. Il mondo è in totale trasformazione e noi vogliamo correre.