Nicola Dell’Acqua, Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica
Ottimizzare la gestione delle risorse idriche è un risultato fondamentale da raggiungere per garantire all’Italia uno sviluppo davvero sostenibile. Lo spiega a “Progetto Manager” il dottor Nicola Dell’Acqua, Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica.
Dottor Dell’Acqua, in premessa una domanda a beneficio di chi ci legge: in cosa consiste la mission che le è stata affidata e cosa si intende per scarsità idrica?
La scarsità idrica definisce quella condizione in cui la richiesta di acqua per i diversi utilizzi (potabile, irriguo, industriale) eccede la naturale disponibilità, c’è dunque un sovra-sfruttamento della risorsa acqua.
In qualità di Commissario straordinario nazionale per il contrasto alla scarsità idrica, assieme alla Struttura di missione a mio supporto, focalizziamo l’azione sulle attività che ci sono affidate dalla Cabina di regia per la crisi idrica, organismo che riunisce la Presidenza del Consiglio e tutti i ministri competenti in materia. In particolare, attraverso soggetti attuatori, ci occupiamo della realizzazione di cinque interventi di rilievo nel Centro-Nord, della situazione del lago Trasimeno, dei dissalatori per alleviare la sete in Sicilia oltre che di altre criticità distribuite un po’ in tutto il paese.
A suo avviso, questa fase di complessità può però contribuire a stimolare l’adozione di modelli di economia circolare nel nostro Paese?
Quando c’è da contrastare fenomeni complessi, come è appunto la scarsità idrica, pensare di usare la bacchetta magica è semplicemente illusorio. L’adozione di modelli di economia circolare, basati sulle “4R” – riduci, riusa, ricicla e recupera – è uno dei pilastri sui quali basare la nostra azione. L’Italia è un Paese in cui, nonostante i notevoli passi avanti fatti grazie al Sistema idrico integrato, il tasso di perdite della rete è ancora troppo alto. Anche nel riutilizzo in agricoltura delle acque reflue trattate dobbiamo lavorare, siamo appena al 4%. Su quest’ultimo punto segnalo che uno dei cinque interventi a noi affidati ha proprio per oggetto, nel litorale a Nord di Roma, il riuso a scopo irriguo delle acque reflue.
L’Italia è un Paese in cui, nonostante i notevoli passi avanti fatti grazie al Sistema idrico integrato, il tasso di perdite della rete è ancora troppo alto
Pensiamo alle imprese, in che modo la gestione sostenibile delle risorse idriche può diventare un fattore di competitività?
La disponibilità di risorsa idrica, in un quadro di scarsità, non è un fattore di competitività ma l’elemento imprescindibile che consente di competere: senza disporre di “sorella acqua” nessuna impresa e nessun sistema-paese possono stare sul mercato, e in futuro sarà sempre più così. L’imperativo è dunque avere contezza della misura di quanto questa risorsa sia preziosa, mettere in campo ogni azione possibile a sua tutela e gestirla in modo sostenibile, promuovendone, cioè, un utilizzo responsabile oltre che la sua conservazione.
Si discute spesso di alcune tecnologie, come la “dissalazione” per fare un esempio. Come possono favorire un modello di economia circolare per l’acqua?
Usare tutte gli avanzamenti tecnologici che abbiamo a disposizione è fondamentale. Ad esempio, i nuovi sistemi di dissalazione sono molto meno energivori rispetto ad un tempo e abbiamo la possibilità di associarli ad impianti fotovoltaici; segnalo, inoltre, che alcuni recenti studi propongono il riutilizzo del residuo salino del processo di dissalazione con effetti evidenti in termini di economia circolare. Non possiamo dimenticare, poi, il rilievo che nel prossimo futuro assumerà l’intelligenza artificiale grazie alla capacità di indirizzare le manutenzioni sulla rete e di fornire informazioni utili alla ricarica delle falde acquifere, senza considerare il ruolo che potrà avere nella ricerca metereologica consentendo di affinare la capacità predittiva.
Quanto conta oggi per le imprese ad alta intensità idrica dotarsi di manager che abbiano le competenze per garantire la sicurezza della produzione senza rinunciare agli obiettivi di sistema in termini ambientali e sociali?
Come dicevo poco fa, la disponibilità del fattore produttivo acqua è imprescindibile; ben venga, dunque, una classe dirigente che grazie alle sue competenze specifiche sappia coniugare il raggiungimento di obiettivi aziendali, ambientali e sociali.
Per chiudere, guardando oltre l’emergenza che spesso si acuisce nei periodi estivi, c’è oggi in Italia una programmazione di sistema delle risorse idriche che consenta di guardare con fiducia al futuro?
La scarsità idrica è una sfida che il nostro Paese non può permettersi di non vincere, anche perché l’attenzione sul tema delle risorse idriche è alta e la stessa istituzione del Commissario straordinario nazionale per il contrasto alla scarsità idrica ne è la prova. Le Autorità distrettuali di bacino sono i soggetti che si trovano in prima linea per raggiungere l’obiettivo di un uso efficiente della risorsa idrica, anche grazie al recente supporto degli Osservatori permanenti degli utilizzi idrici, organismi che vedono riuniti per ogni distretto tutti i soggetti competenti in materia, dunque con una visione di sistema. Lo strumento indispensabile per affrontare la scarsità idrica è il Bilancio idrico, con il quale per ciascun territorio si quantificano le risorse idriche che si hanno a disposizione in un dato periodo, insieme ai nuovi afflussi e agli utilizzi. A livello di sistema abbiamo inoltre il Pniissi (Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico) che elenca gli interventi infrastrutturali programmati per i prossimi anni.
Mi consenta, dunque in chiusura, di guardare con fiducia al futuro del nostro Paese nel suo rapporto con l’acqua, una risorsa che la natura ci ha donato generosamente e, probabilmente, in passato non siamo stati in grado di apprezzare adeguatamente.
L’Italia è un Paese in cui, nonostante i notevoli passi avanti fatti grazie al Sistema idrico integrato, il tasso di perdite della rete è ancora troppo alto