I Fondi sanitari integrativi e sostitutivi del Servizio Sanitario Nazionale, tra i quali figura anche Assidai, continuano a diffondersi in Italia con una crescita che ha registrato una ulteriore accelerazione nell’ultimo biennio. A rivelarlo sono i dati 2016 sul settore, forniti in esclusiva ad Assidai dal dicastero della Salute, nell’ambito di un’intervista concessa dal Ministro Beatrice Lorenzin a “Welfare 24”, la newsletter Assidai realizzata con il gruppo Sole 24 Ore. In particolare, dalla cosiddetta Anagrafe dei Fondi Sanitari, emerge che quelli integrativi del SSN, che erogano cioè solo ed esclusivamente prestazioni non comprese nei livelli essenziali di assistenza, alla fine dell’anno scorso erano solo otto, con poco più di 9mila iscritti. Diversa, invece, la dinamica dei fondi sanitari sia integrativi sia sostitutivi del SSN, che l’anno scorso arrivavano a 297 con più di 9 milioni di iscritti. Ma il dato veramente rilevante è l’incremento degli iscritti, che passano dai 6,91 milioni del 2014 ai 7,49 milioni del 2015 per toccare quota 9,14 milioni del 2016: un balzo di oltre il 32% in due anni, a fronte di risorse impegnate che sono lievitate, sempre nell’ultimo biennio, del 6,1% arrivando a 2,24 miliardi.
Insomma, il tandem pubblico-privato dimostra di funzionare sempre meglio quando applicato alla sanità italiana. Un concetto che viene ribadito in modo molto chiaro dallo stesso Ministro Lorenzin: “La strada che si sta delineando non prevede un antagonismo fra pubblico e privato, ma un’integrazione tra i due sistemi, finalizzata alla realizzazione di una concreta possibilità di rispondere a tutti i bisogni di salute”.
Bisogna lavorare su questo fronte, insomma, anche perché la stabilità del Servizio Sanitario Nazionale rischia di essere messa a dura prova da diversi fattori strutturali del sistema Italia. A partire dall’invecchiamento della popolazione, che – ricorda la Lorenzin – «rappresenta un indubbio successo sul piano della sanità pubblica», ma costituisce anche «una sfida e richiama l’attenzione sulla necessità di ulteriori interventi di sostegno alle politiche sanitarie e sociali».
Senza dimenticare i crescenti problemi di spesa “out of pocket”: per alleviarli bisognerà lavorare sulla riduzione degli sprechi e sulla prevenzione, «ormai un fattore riconosciuto della crescita economica» e, ancora una volta, sullo sviluppo dei fondi sanitari integrativi.
Secondo il Ministro, l’Italia – come altri Paesi occidentali – è ormai caratterizzata dalla prevalenza di malattie cronico-degenerative, determinate da fattori comportamentali e stili di vita (scorretta alimentazione, sedentarietà, fumo, abuso di alcol): «Per questo è importante investire sulla promozione della salute e sulla prevenzione» e con il Programma “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, approvato dal Governo in accordo con le Regioni e le Province autonome, l’Italia ha adottato, a livello nazionale, una strategia per promuovere la salute come bene pubblico.
Infine, c’è il tema – su cui Assidai ha sempre lavorato all’avanguardia – della copertura Ltc, cioè delle situazioni certificate di non autosufficienza. «Una sfida comune dei sistemi sanitari del mondo industrializzato, – conclude il Ministro – la necessità di riorientare in modello di assistenza dalla cura della malattia verso una visione olistica ed una presa in carico della persona nella sua complessità, attraverso un processo strutturato, è contenuta nel Patto per la Salute 2014-2016».