
Questo è un tempo di sfide intellettuali. Raccoglierle, seppur nella vertiginosa velocità con la quale si presentano, è l’unica opzione possibile.
È il tempo di una rivoluzione industriale, quella digitale. Dunque, abbiamo bisogno di nuovi criteri di valutazione e interpretazione della realtà. Tutti coloro che sono coinvolti nei processi economici e produttivi sono, nella medesima misura, chiamati a compiere, prima di tutto, uno sforzo di apprendimento ed elaborazione. E i manager sono nella prima linea di questo sforzo insieme ai lavoratori e ai loro rappresentanti, così come i decisori politici.
Eu-Osha, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, ha dedicato una campagna iniziata nel 2023 e che si concluderà nel 2025 a un «ambiente di lavoro sicuro e salubre nell’era digitale». In relazione a questa campagna l’Agenzia svolge una continua attività di ricerca. La quale ci permette, tra l’altro, di apprendere elementi sull’approccio del management delle imprese di vari Paesi europei alle sfide della digitalizzazione. Osserviamo i risultati di alcune di tali attività di studio che riguardano la gestione algoritmica dei lavoratori – Artificial intelligence worker management, Aiwm – nei luoghi di lavoro e gli effetti della digitalizzazione su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
I sistemi di gestione algoritmica dei lavoratori stanno prendendo sempre più piede in tutta Europa, estendendosi oltre il loro utilizzo iniziale nei lavori atipici dell’economia delle piattaforme digitali. I datori di lavoro li adottano per vari scopi, dall’assegnazione dei compiti al monitoraggio delle prestazioni. Indagini recenti sull’uso delle tecnologie digitali nella gestione dei lavoratori offrono una panoramica di come queste nuove tecnologie vengano applicate nella pratica.
Spiega Eu-Osha, in un articolo pubblicato in maggio, che «secondo un’indagine Ocse del 2024 su manager di medio livello, nei quattro Stati membri dell’Ue inclusi nello studio (Francia, Germania, Italia e Spagna), il 79% delle organizzazioni ha già adottato strumenti di Aiwm. Le applicazioni più comuni riguardano l’assegnazione di istruzioni ai lavoratori (69%) e il monitoraggio di base (33%), come il software per il rilevamento dell’orario di lavoro. Una quota minore, il 6%, utilizza l’ Aiwm per monitorare il contenuto e il tono di conversazioni, chiamate o e-mail».
Inoltre, i risultati di “Esener 2024” – la quarta “Indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti”, pubblicata all’inizio del 2025 – mostrano che più di una su dieci tra le aziende dell’Ue utilizza sistemi per allocare automaticamente compiti, orari o turni di lavoro. Il 7% ha adottato tecnologie per monitorare prestazioni o comportamenti. Secondo l’indagine “Osh Pulse 2022”, dal punto di vista dei lavoratori, il 30% riferisce di essere soggetto a strumenti che assegnano compiti, turni o orari di lavoro, mentre il 25% afferma che questi sistemi vengono utilizzati per monitorare il lavoro o il comportamento.
Tuttavia, i tassi di adozione variano notevolmente in base a fattori come settore, dimensione aziendale e tipo di occupazione. L’ Aiwm è più comune in lavori ripetitivi e routinari come magazzini, trasporti, vendita al dettaglio, pulizie, lavori manuali e agricoli. È diffuso anche tra il personale amministrativo, commerciale, dei servizi e dei call center; meno tra ruoli professionali, tecnici o amministrativi di alto livello. L’uso di questi sistemi è inoltre più esteso nelle organizzazioni di grandi dimensioni, con forza lavoro numerosa o addetti che operano da remoto o in telelavoro, e tra persone con forme di impiego atipiche come il lavoro tramite piattaforme digitali.
Il 60% dei manager intervistati ha dichiarato che la preoccupazione per i lavoratori resta un motivo comune per non adottare queste tecnologie. Più di un quarto ha riconosciuto una protezione inadeguata della salute fisica e mentale dei lavoratori, segnalando una crescente consapevolezza tra i manager dei potenziali impatti negativi dell’Aiwm sul personale. Le organizzazioni che utilizzano strumenti digitali per allocare automaticamente compiti o orari di lavoro, o per monitorare lavoro o comportamento, registrano un aumento dei rischi psicosociali segnalati.
Questi fattori di rischio psicosociale sono strettamente collegati a problemi di salute mentale come stress, depressione o ansia, segnalati dal 31% dei lavoratori dove si usano tecnologie digitali per allocare automaticamente compiti o orari di lavoro, e dal 34% dove si usano per monitorare lavoro o comportamento. Emergono, tra i lavoratori, anche preoccupazioni sulla privacy e una riduzione della fiducia nei confronti dei datori di lavoro.
A fronte di tali rischi, misure di prevenzione per la salute e la sicurezza vengono implementate nei luoghi di lavoro dell’Ue per mitigare i rischi associati alle tecnologie digitali. Infatti, il 56% delle aziende che utilizzano tecnologie digitali conferma che il loro uso è considerato nelle valutazioni dei rischi aziendali. Inoltre, un terzo delle organizzazioni riferisce di discutere con i lavoratori i potenziali impatti delle tecnologie digitali, rispetto a un quarto nel 2019.
Dunque, il dialogo tra il management e le rappresentanze sindacali è una strada necessaria per affrontare sia sul piano culturale che dell’organizzazione del lavoro la rivoluzione digitale.
Ciò vale anche per un aspetto estremamente positivo della digitalizzazione: l’adozione di sistemi che permettono un approccio proattivo nella tutela di salute e sicurezza, rilevando i rischi in tempo reale e migliorando le misure di prevenzione, attraverso un monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e l’emissione di avvisi tempestivi per prevenire incidenti e consentire una risposta più efficace ai pericoli.
Digitale e AI producono decisioni informate e l’implementazione di misure mirate e più efficaci. La realtà virtuale e altre tecnologie immersive offrono ambienti di formazione sicuri e realistici, permettendo ai lavoratori di sviluppare competenze senza esporsi a rischi reali. I Dpi intelligenti permettono di prevenire numerosi rischi. I sistemi digitali possono, dunque, aiutare le organizzazioni a rispettare più efficacemente norme e nuove necessità in materia di salute e sicurezza.
I sistemi digitali possono aiutare le organizzazioni a rispettare più efficacemente norme e nuove necessità in materia di salute e sicurezza
Quel che è centrale per conseguire i risultati migliori è che la digitalizzazione sia analizzata e contrattata nel modo più trasparente tra imprese e rappresentanze dei lavoratori. Informazione, consapevolezza, tutele certe sono le chiavi di un’innovazione realmente efficace.
