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Dove è finita la politica industriale

I casi Alitalia ed ex-Ilva sono lo specchio dell’incertezza e dell’instabilità del sistema industriale del nostro Paese. La Commissione Politiche Industriali di Federmanager lavorerà per individuare le soluzioni per ritornare a essere competitivi a livello internazionale.

Alitalia, Ilva e i circa 150 dossier aperti sul tavolo del Mise sono evidenze di un Paese allo sbaraglio. Non c’è strategia. Non colgo, ahimè, la visione industriale. Si stanno facendo certamente cose buone: dare continuità alle agevolazioni per la trasformazione digitale delle imprese, il Fondo per l’innovazione, lo stesso voucher per l’inserimento di innovation manager, sono parte di un disegno positivo, che guarda avanti. L’impegno per l’ambiente, poi, costituisce certamente una preziosa opportunità per generare uno sviluppo diverso del tessuto produttivo.

Tuttavia, le questioni industriali più urgenti che attraversano le grandi aziende italiane e i siti di produzione più strategici, sono ben lontane da una soluzione chiara. C’è pressapochismo, c’è incertezza. Il caso dell’ex-Ilva parla da solo: abbiamo un management che si assume rischi enormi e che si scopre repentinamente privato delle immunità penali; abbiamo un grande gruppo straniero che fa dietrofront a un anno dalla stipula dell’accordo; abbiamo un governo che, nelle sue diverse sensibilità, non indica in modo chiaro la strada per garantire la continuità della produzione. Inoltre, la situazione di blocco sta producendo danni diretti sulla integrità degli stabilimenti. Il rallentamento della produzione sta pregiudicando l’intero patrimonio aziendale, ipotecando le chance di risultare attrattivo per qualsiasi investitore. Noi non crediamo affatto nell’ipotesi “nazionalizzazione”, bensì confidiamo in un player industriale che abbia la capacità di avanzare un serio business plan e di farci recuperare le posizioni di mercato che abbiamo perso.

Occorre trovare una soluzione che non sacrifichi un caposaldo del sistema industriale come l’acciaio. È inimmaginabile sostenere la nostra manifattura rinunciando a questa produzione. Invece, non è impossibile sanare il sito e garantire una bonifica ambientale che metta in sicurezza la salute di lavoratori e comunità locale. Altrove, nemmeno troppo distante da noi, è stato fatto.

Quello che sta avvenendo a Taranto costituisce una grande questione industriale da tenere in seria considerazione. Alitalia è un altro caso eccellente che avrà conseguenze rilevanti, in un modo o nell’altro.

Partiremo da qui, e dalle tante situazioni gravose che compromettono il futuro dell’industria nostrana, per far sentire la voce del management. Nel 2020 daremo nuova linfa alla Commissione Politiche Industriali di Federmanager affinché sia protagonista, con un taglio assolutamente interventista, delle scelte di politica industriale che vanno prese.

Riuniremo i colleghi più esperti non certo per criticare, bensì per portare avanti una programmazione di lungo respiro, per individuare le soluzioni che consentano alle imprese grandi così come a quelle di dimensioni minori di essere competitive sul mercato globale.

In definitiva, per sostenere un programma di politica industriale che sopravviva ai cambi di governo e si faccia valere nei consessi europei. Il futuro, purtroppo, non è quello di una volta, sentenziava Paul Valery. Ora tocca a noi scriverne uno all’altezza della sfida.

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