Un 2025 da incorniciare, nella galleria degli anni più preziosi. Lo penso sinceramente, dal punto di vista personale, a conclusione del primo anno di mandato da Presidente nazionale, e soprattutto dal punto di vista associativo: in dodici mesi è infatti tangibile il patrimonio di risultati conseguiti dalla nostra Federazione, obiettivi che sottolineano la centralità del management industriale per il futuro del Paese.
E sotto questo profilo, in particolare, l’Assemblea nazionale del 29 ottobre scorso ha rappresentato forse il momento più significativo dell’anno. La straordinaria partecipazione registrata, il coinvolgimento di aziende di vertice e la qualità del confronto istituzionale hanno dimostrato come la nostra comunità manageriale sia capace di parlare concretamente al Paese, nel solco di una visione responsabile e consapevole.
Tra le priorità che con orgoglio rivendico di aver portato avanti, in questi mesi di attività, vi è certamente il tema della salute e sicurezza sul lavoro che rappresenta un cardine etico del nostro agire. Sul punto, abbiamo intensificato iniziative e collaborazioni con partner qualificati e abbiamo accelerato un positivo dialogo istituzionale per lavorare all’affermazione di una cultura diffusa e condivisa della sicurezza.
Stessa attenzione abbiamo dedicato al tema delle politiche industriali. Esplicitando la nostra istanza di una crescente managerializzazione del tessuto industriale italiano e intervenendo su casi aziendali concreti. In proposito, mi piace citare il nostro impegno sulla vicenda dell’ex Ilva, che rappresenta un banco di prova su cui si misura la capacità del sistema Italia di tenere insieme competitività, sostenibilità e tutela occupazionale. Abbiamo ribadito con forza che senza una strategia industriale chiara, il Paese rischia di smarrire la propria identità produttiva. La siderurgia è un asset nazionale strategico e non può essere sacrificata sull’altare di veti o prospettive di corto respiro, così come molti altri asset strategici che richiedono un presidio continuo.
Non meno rilevanti sono stati poi gli interventi in merito agli impatti dell’intelligenza artificiale sul futuro della managerialità. L’IA sta cambiando, in radice, modelli organizzativi e processi produttivi, richiedendo competenze nuove. Per questo promuoviamo un approccio che sappia coniugare innovazione e “nuovo umanesimo”. Perché siamo convinti che la tecnologia debba essere sempre posta al servizio dell’uomo, rappresentando un’opportunità e non una minaccia.
Ma tutti i successi maturati nell’anno non sarebbero stati possibili senza il prezioso lavoro quotidiano portato avanti dall’intera galassia federale: le nostre 55 sedi territoriali e gli enti e le società di sistema.
Se il 2025 è stato un anno ricco di soddisfazioni, è perché abbiamo saputo lavorare insieme, con generosità e visione. È questo lo spirito che voglio portare nel 2026, nel segno della concretezza e sempre con il sorriso.
