Cervelli a sistema

Vincere le sfide che l’Ue ha all’orizzonte, anche attraverso la leva strategica di una formazione continua basata sulla neurodidattica e le neuroscienze brain-based

L’Unione europea si trova ad affrontare sfide epocali: transizione digitale, invecchiamento demografico, complessità dei mercati globali e necessità di modelli economici inclusivi. In questo contesto, il lifelong learning è un pilastro strategico per costruire resilienza cognitiva, competitività sistemica e coesione sociale. Le neuroscienze dei processi cognitivi offrono un framework scientifico per ripensare la formazione manageriale in ottica brain-based learning[1], integrando plasticità cerebrale, andragogia[2] e neuromanagement[3].

Il Consiglio europeo ha identificato otto competenze chiave per l’apprendimento permanente, tra cui pensiero critico, competenze digitali e imprenditorialità, traendo il nesso tra sviluppo cognitivo e crescita economica. L’European brain council (Ebc) promuove un piano d’azione europeo per la salute cerebrale, in cui la neuroplasticità contrasta il declino cognitivo e potenzia il capitale umano. Queste iniziative riflettono una visione olistica: formazione, neuroscienze e politiche industriali convergono per costruire una neuro-società europea.

Il Consiglio europeo ha identificato otto competenze chiave per l’apprendimento permanente, tra cui pensiero critico, competenze digitali e imprenditorialità, traendo il nesso tra sviluppo cognitivo e crescita economica

Lo studio del cervello, che apprende/insegna, ha dimostrato anche che la plasticità cerebrale, la capacità del cervello di adattarsi e riorganizzarsi, permane per tutta la vita. Studi autorevoli (Lövdén, Fratiglioni e Tucker-Drob), evidenziano che l’istruzione e l’apprendimento continuo migliorano il funzionamento cognitivo e costruiscono una riserva cognitiva che sostiene la resilienza psicologica anche in età avanzata. Il cervello si riorganizza continuamente durante tutta la vita, formando nuove connessioni neuronali e adattandosi ai cambiamenti, se adeguatamente stimolato. Evidenze che hanno profonde implicazioni per la formazione manageriale: la plasticità degli adulti ribalta l’assunto per cui l’apprendimento sia prerogativa esclusiva dei giovani, a favore di una valorizzazione delle risorse cognitive di tutte le età, compensando il declino e mantenendo elevati livelli di produttività e benessere.

La neurodidattica, disciplina che unisce neuroscienze e didattica, offre strategie formative più efficaci fondate sulla comprensione di come il cervello apprenda realmente, che valorizzi la plasticità cerebrale, la dimensione sociale dell’apprendimento, l’uso di metodologie attive, multisensoriali e coinvolgenti, e la gestione delle emozioni come leve fondamentali per l’apprendimento significativo e duraturo. Essa rappresenta un ponte tra la scienza del cervello e la pratica educativa, offrendo strumenti concreti per una formazione efficace e inclusiva.

Nel modello di Federmanager Academy, la neurodidattica si integra con il neuromanagement. Disciplina emergente, che applica le conoscenze neuroscientifiche alla gestione aziendale. Obiettivo ottimizzare le prestazioni individuali e collettive in ambienti di lavoro che favoriscano motivazione, creatività, collaborazione e apprendimento continuo. Gli assunti richiedono una progettazione formativa andragogica, che rispetti la capacità di attenzione, potenzi la memoria e riduca lo stress cognitivo, ossia un approccio brain-based integrato: formazione in aula, e-learning blended, coaching e formazione on the job, per offrire un’esperienza immersiva, attiva, personalizzata e basata su evidenze scientifiche.

Nel modello di Federmanager Academy, la neurodidattica si integra con il neuromanagement. Disciplina emergente, che applica le conoscenze neuroscientifiche alla gestione aziendale

Le organizzazioni, dunque, per rispondere alla sfida del lifelong learning ed essere allineate con le direttive europee, dovrebbero adottare alcune strategie chiave:

  • investire in modelli formativi innovativi che stimolino la mente, favoriscano lo sviluppo di nuove competenze e la crescita cognitiva, con un focus sulla personalizzazione e l’interattività;
  • Promuovere una leadership trasformativa e consapevole, che valorizzi la neuroplasticità e crei ambienti inclusivi e stimolanti, così da alimentare curiosità intellettuale e resilienza;
  • adottare politiche di benessere cognitivo che integrino attività sociali, professionali e formative, migliorando le prestazioni a lungo termine e la salute mentale attraverso un eustress[4] controllato;
  • valorizzare le risorse senior con percorsi dedicati che favoriscano l’invecchiamento attivo e il trasferimento intergenerazionale delle competenze.

La ricerca scientifica conferma l’efficacia di questo modello. Lo studio di Lövdén et al. (2020) pubblicato su “Neuroscience and Biobehavioral Reviews” dimostra come la formazione continua rafforzi le riserve cognitive, protegga il cervello dall’invecchiamento e migliori la capacità di gestire compiti complessi. Ricerche in neuropsicologia e psicologia sperimentale (PubMed, 2024) hanno sviluppato modelli integrati che spiegano i meccanismi decisionali alla base dell’impegno nel lifelong learning, evidenziando l’importanza della motivazione e del controllo cognitivo nel mantenere alta la partecipazione formativa. Dal punto di vista tecnologico, studi su reti neurali e modelli computazionali ispirati al cervello umano (Frontiers in Computational Neuroscience, 2022) hanno dimostrato come meccanismi di plasticità e modulazione dopaminergica possano prevenire il cosiddetto catastrophic forgetting, la perdita di conoscenze precedenti durante l’apprendimento di nuove informazioni, problema cruciale anche nella formazione continua.

Conclusioni

In un’Europa che si confronta con sfide senza precedenti, la formazione continua basata sulla neurodidattica e le neuroscienze brain-based, rappresenta una leva strategica. Per imprese, dirigenti e manager, adottare tale approccio può significare diventare agenti di cambiamento neuro-consapevoli, capaci di creare ambienti di lavoro inclusivi, motivanti e resilienti. Valorizzando la plasticità cerebrale e promuovendo una leadership trasformativa sarà altresì possibile rispondere efficacemente alle direttive europee sul lifelong learning, garantendo competitività, innovazione e sostenibilità. Il modello tecno-didattico di Federmanager Academy fonda su tale framework integrato, personalizzato e scientificamente validato, quale chiave per costruire un futuro in cui il capitale umano sia la risorsa più preziosa per il successo delle organizzazioni e dell’intero sistema Europa, promuovendo politiche di benessere cognitivo e apprendimento intergenerazionale, per costruire una società più inclusiva, innovativa e sostenibile.

[1] Brain-based learning: insieme di metodi di insegnamento/apprendimento che traggono spunto dalle recenti ricerche in neuroscienze e in psicologia cognitiva e che descrivono le modalità con cui il cervello umano apprende.

[2] Andragogia: disciplina relativa all’apprendimento negli adulti.

[3] Neuromanagement: approccio che applica le neuroscienze cognitive, ovvero la comprensione di come il cervello elabora le informazioni e le emozioni, al campo del management e della leadership aziendale.

[4] Eustress o stress positivo: è la risposta allo stimolo che, anziché causare malessere o ansia, può essere fonte di motivazione e crescita personale, migliorando le prestazioni e promuovendo il benessere.

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