Lo scorso novembre il Congresso mi ha onorato di nuova fiducia, confermandomi alla guida di Federmanager fino al 2021. Il voto dei delegati si è indirizzato in modo compatto sul programma “Avanti tutta. Strategia e visione per accelerare il cambiamento” che ho presentato con Eros Andronaco, quale Vice presidente e Marina Cima, tesoriere.
Al di là della stima e riconoscimenti che mi sono stati rivolti e di cui sono grato, è importante che questo programma triennale ricco di sfide trovi attuazione.
Abbiamo nuovi e più ambiziosi obiettivi da realizzare con la stessa determinazione di ieri: l’esperienza maturata nel primo mandato mi ha convinto che le persone, quando condividono una visione e non il singolo obiettivo, riescono in cose straordinarie!
È forte, quindi, la motivazione a fare grandi cose per la categoria e per il Paese: la nostra rappresentanza è viva, la sfida è rafforzarla.
Stare insieme, sentirsi parte di una collettività che si riconosce in valori comuni è una esigenza reale: la nostra presenza sui territori, dove i manager operano e vivono, è indispensabile per generare un processo socio-economico virtuoso per il benessere collettivo.
La diffusione delle politiche federali nelle aziende è una importante leva di proselitismo, così come la costruzione di “ponti” tra i singoli manager e la Federazione. Sarà utile proseguire nell’approccio positivo instaurato nelle relazioni industriali con Confindustria e Confapi. Il dialogo è aperto e continuativo, e in questa delicata fase del rinnovo contrattuale vanno raccolti i frutti di quanto seminato.
Vogliamo affrontare il tema delle politiche attive del lavoro, continuando a proporre alla politica misure che possano garantire maggiore flessibilità in uscita e maggiori tutele.
Il welfare è il nostro fiore all’occhiello. Continueremo a lavorare per assicurare solidità operativa e sostenibilità economica agli Enti e Società nati da accordi bilaterali o costituiti in casa Federmanager.
Vogliamo fare di Federmanager un’accademia di formazione alla leadership: di fronte ai nuovi modelli manageriali e alle nuove competenze richiesti dal mercato, dobbiamo essere pronti a offrire i profili manageriali più innovativi.
La Federazione dovrà aprirsi maggiormente al contributo dei giovani, delle donne e dei senior e dovrà far sentire la voce unitaria della dirigenza intervenendo nei momenti più importanti del Paese con una azione di comunicazione ad ampio raggio e il proseguimento della intensa attività di accreditamento istituzionale che deve estendersi ad altri portatori di interesse che esercitano potere decisionale, dalle Aziende di Stato alle Istituzioni pubbliche. E per finire, abbiamo indicato la via per una rappresentanza che guarda al management industriale europeo.
Siamo riusciti, in questi tre anni, a rendere Federmanager protagonista nei confronti dell’impresa, della società e della politica, ma sentiamo forte il richiamo a fare ancora di più. Rivolgo l’invito a tutti i manager: partecipate, fatevi avanti. Questo sistema cammina sulle vostre idee e sulla vostra capacità di fare!
I DIECI PUNTI DEL PROGRAMMA DI PRESIDENZA
1. Nell’era della nuova rappresentanza.
La nostra rappresentanza sarà più forte al centro, radicata sui territori, presente in azienda. Più siamo vicini al manager, più rapidi saremo nel perseguire l’obiettivo dello sviluppo associativo. Aumentando la nostra capacità di influenzare le politiche aziendali, affinché cresca la presenza di manager in azienda. Tenendo conto dell’evoluzione del ruolo del manager e, in definitiva, essendo più incisivi nella nostra capacità di attrarre.
2. All’unisono sui territori.
Un programma di investimenti sulle Associazioni territoriali che rafforzi l’intero sistema: daremo il supporto tecnico e le risorse economiche che servono per rispondere in modo organico e unitario alle questioni del nostro tempo. Aiutando le Associazioni a far rete per perseguire obiettivi più grandi.
3. Presenti nelle imprese.
Realizzare interventi adeguati e tempestivi lì dove si produce, sviluppando una nuova cultura d’impresa basata sulla managerialità. Possiamo riuscirci moltiplicando le iniziative che portano Federmanager in azienda, facendo conoscere i nostri servizi e orientandoli verso i fabbisogni concreti. Anche sfruttando la forza dei nostri Enti bilaterali.
4. Dentro e fuori il contratto.
Rivoluzionato l’approccio alle relazioni industriali, ci prefiggiamo di trasformare la negoziazione tra controparti in una collaborazione tra pari. È questo il tempo del rinnovo del CCNL di categoria che dovrà puntare lo sguardo oltre i prossimi tre anni, precorrendo i fabbisogni di domani.
5. Un welfare pronto al futuro.
Gli Enti e alle Società del sistema devono esprimere tutto il loro valore ed essere guidati da una squadra di colleghi capaci di gestire il grande patrimonio che abbiamo. Il futuro riguarda le grandi potenzialità del welfare contrattuale, l’allargamento delle tutele, la personalizzazione delle soluzioni, una forza maggiore alle politiche attive del lavoro.
6. Competenze al centro.
Sosteniamo l’idea di sviluppo industriale che premia la competenza e vogliamo porci come una delle avanguardie culturali del Paese. Abbiamo l’obiettivo di rivelare nuovi profili manageriali, riducendo il mismatch tra domanda e offerta di competenze di alto profilo. La sfida è far emergere il valore della competenza come fattore di innovazione del Paese.
7. Liberare le energie del sistema.
Diamo voce ai manager ampliando la partecipazione. Maggiore attenzione alle specificità di donne, giovani e senior. Facciamoli crescere per crescere insieme. La nostra Federazione evolverà se sapremo aprirci al contributo delle nostre persone, coinvolgendo i colleghi che mostrano interesse verso la vita associativa.
8. Efficaci nella comunicazione.
Parliamo di noi e facciamo parlare (bene) di noi rafforzando l’identità e la reputazione di Federmanager. Tutti dobbiamo conoscere ciò che accade all’interno del nostro sistema ed esprimere la stessa versione dei fatti. Investiamo nella comunicazione digitale creando una community che partecipa, condivide, rilancia i nostri messaggi.
9. Influenti sulle politiche.
In prima linea per l’interesse generale e sempre più protagonisti del futuro dell’industria che deve tornare a essere ai primi posti nell’agenda di governo. Nei prossimi tre anni continueremo a premere per un sistema di misure che riorganizzi il prelievo fiscale e in difesa delle pensioni.
10. Europei per scelta.
Per un posizionamento in favore del management industriale europeo. Dobbiamo porci l’obiettivo di sostenere i provvedimenti comunitari che favoriscano la crescita, semplifichino le normative, armonizzino le regole d’impresa, fiscali e commerciali. Rafforzeremo quindi la nostra presenza a Bruxelles.