Quali sono gli “hot skills”, le competenze “must have” del momento? Tutto, a ben vedere, si riduce a un’unica parola chiave: innovazione. Sarà forse l’effetto della cosiddetta digital transformation che sta cambiando profondamente il mercato del lavoro, ma è indubitabile che si stanno spalancando varchi prima impensabili. Perciò, chi maneggia, per dirne due, la data analysis o il cloud computing diventa merce rara, richiestissima dai recruiter.
Per capire come si sta muovendo il mercato del lavoro per i manager che si occupano di innovazione abbiamo dato un’occhiata al nuovo strumento confezionato da LinkedIn. Si chiama Talent Insights e mappa i 12 milioni di professionisti presenti sul social network in Italia con una precisione al mirino su profili ed esperienze.
Prendendo confidenza con il tool si capisce da subito che per le aziende si schiude una possibilità di mappatura senza pari: gli Hr manager possono tracciare i movimenti e le caratteristiche della propria forza lavoro e, su questa base, prendere decisioni sul brand, sugli investimenti, su dove aprire un nuovo plant o con quali università siglare una partnership, perché è da lì che arrivano i talenti.
«In un mercato del lavoro dove è sempre più complesso riuscire a far combaciare la ricerca del lavoratore “perfetto” rispetto alle aspettative, in termini di carriera e tipologia di impiego, diventa sempre più necessario per i responsabili delle risorse umane avere a disposizione contenuti, dati e piattaforme utili a migliorare e velocizzare i processi di selezione», ci spiega Marcello Albergoni, Country Manager LinkedIn Italia.
«Proprio per rispondere al meglio a queste esigenze, di recente abbiamo lanciato LinkedIn Talent Insights» aggiunge. Albergoni lo definisce «un osservatorio unico nel suo genere sul mercato del lavoro in Italia. La piattaforma aiuta, da un lato, a pianificare al meglio le attuali e future esigenze per le attività di selezione del personale e, dall’altro, a comprendere le dinamiche di competenze e posizioni lavorative su determinate aree geografiche, trovare nuovi talenti anche nei luoghi più inattesi, e creare team realmente diversificati in termini di formazione e provenienza».
Abbiamo voluto verificare quali skills sono più richiesti a un manager dell’innovazione. La domanda di “innovation management” e “digital management” cresce del 15% all’anno
Infatti, la nostra ricerca con Talent Insights sulle posizioni manageriali ci mostra aggregate una serie di informazioni utilissime: dalla location alla industry di riferimento, passando per education, differenze di genere, company. Abbiamo inserito la keyword “innovation management” e “digital management”. Ecco la situazione aggiornata a soli 10 giorni fa: in Italia ci sono oltre 13.500 professionisti con questi skills, di cui il 64% sono uomini, e prevalentemente localizzati su Milano, Roma, Torino, Bologna e Padova. Il loro grado di istruzione è alto: il 66% vanta un master e il 16% un MBA. Sorprende di più, però, che il 73% dei primi abbia finito il percorso di studi nell’ultimo anno, mentre il 18% degli MBA è qualificato dal social network come “recent graduation”.
Ebbene, la domanda di questi skills cresce del 15% su base annua: una bella opportunità che il social network etichetta come “high hiring”.
Ma chi sta assumendo? I due settori traino sono quello dell’ICT e l’automotive. Poi c’è tutto il mondo della consulenza, con le grandi società di consulting in prima fila per accaparrarsi i talenti digitali, seguite dal settore della meccanica e dell’ingegneria industriale, dei beni di consumo, internet ed e-commerce e, infine, food&beverage.
Non contenti di quanto scoperto, abbiamo voluto verificare quali skills sono più richiesti tra quelli che Federmanager ha inserito nel programma di certificazione “Be Manager”, vale a dire il progetto che in un anno e mezzo ha permesso a 300 manager di eseguire un assessment approfondito, accrescere la conoscenza sui temi dell’innovazione mediante lezioni in aula e in e-learning, e infine essere certificati nelle proprie competenze manageriali da un ente terzo e super partes.
Per diventare un “innovation manager” certificato secondo il programma di Federmanager occorre in particolare avere competenze di big data, IoT, cloud computing e CPS (Cyber Physical System).
Ecco quello che sta accadendo su LinkedIn. Richiesta di competenze di big data + 49% nell’ultimo anno con oltre 2.300 talenti ingaggiati dalle imprese italiane; competenze in Internet of Things in crescita del 53%, con 552 acquisizioni nell’anno; gli skills in CPS segnano un + 26% e ben oltre 1.300 talenti attratti; Cloud Computing in crescita del 9% con oltre 6.600 risorse ingaggiate.
La domanda di queste competenze è definita “molto alta” da LinkedIn, e questo significa che, nonostante il numero dei professionisti specializzati in queste materie sia in crescita, per un recruiter è diventato un lavoro molto duro aggiudicarsi la persona giusta. La competizione è agguerrita: soprattutto se si cerca qualcuno con esperienza, dato che su questa piattaforma il 24% dei profili italiani è rappresentato da manager e figure apicali.