Il tema dell’innovazione in un’impresa che segue la trasformazione quotidiana del mondo che ci circonda è un tema che deve indirizzare il management.
Guido da quasi un anno Techno Sky, la società di Enav che gestisce le tecnologie del controllo del traffico aereo in Italia: siamo 800 specialisti che gestiscono 42.000 apparati in 100 siti del nostro Paese.
In generale, sappiamo che la qualità e la sicurezza della nostra vita quotidiana si basano sulla disponibilità di sistemi tecnologici complessi: smartphone e navigatori, diagnostica avanzata e telemedicina, semafori intelligenti e volo aereo sono alcuni esempi di tecnologie complesse di uso quotidiano. Noi sappiamo anche che quelle tecnologie, che sembra quasi vivano di vita propria, non possono funzionare senza alcune persone: quegli specialisti che le progettano, installano e gestiscono, riparandole quando l’imprevisto irrompe dall’agguato in cui si nasconde.
Tanto più i sistemi sono mission critical, tanto più evidentemente le persone devono essere ben formate e preparate per riuscire a garantirne la funzionalità.
Questo cuore pulsante, tecnologico e digitale, della nostra società continua a essere gestito e regolato da persone e questo ci rassicura molto.
Sappiamo che l’industria 4.0, basata su sistemi Ciber-Fisici, l’internet delle cose e l’internet dei sistemi, ha un precursore nei comparti difesa e aerospazio in cui noi operiamo. Nelle organizzazioni complesse, persone qualificate gestiscono sistemi articolati per assicurare i servizi essenziali e dunque critici. Questa è proprio la missione di Techno Sky, come si evince dal motto che abbiamo scelto: “Con Techno Sky funziona. Sicuramente.”
Poiché tutto ciò non procede da solo, ma è guidato da pochi e qualificati manager, la domanda da porsi è: quali sono le competenze manageriali necessarie a gestire, nelle grandi organizzazioni articolate, i grandi sistemi complessi, con tecnologie e requisiti in costante e rapida evoluzione?
Dico che il manager deve avere “ARTE”, che in questo caso costituisce un acronimo: “A” sta per Affidabilità, basata su competenze multidisciplinari (tecniche, economiche, giuridiche), orientamento al servizio e al cliente, teamwork e problem solving. “R” come Responsabilità dei valori gestiti nel proprio ecosistema e nei contesti industriali, le relazioni di lungo periodo prevalgono sulle relazioni one-shot. “T” come Tecnologia: un manager che non padroneggi la tecnologia oggi è sordo e cieco e dunque non è una buona guida. Infine, “E” per Esperienza specifica dei domini gestiti: la guida delle grandi organizzazioni complesse non si può improvvisare.
In conclusione, tutti dobbiamo contare sull’ARTE dei manager dell’industria 4.0