Il volto nuovo dell’Urbe

Un obiettivo ambizioso: lavorare alla «Capitale dei prossimi 50 anni, più bella, più efficiente, più sostenibile e inclusiva». Progetto Manager intervista Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e della Città metropolitana, Commissario straordinario di Governo per il Giubileo 2025

Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma e della Città metropolitana, Commissario straordinario di Governo per il Giubileo 2025

Sindaco, il nostro mensile ha scelto di parlare del Giubileo perché siamo convinti che rappresenti un limpido esempio di sfida manageriale. Grande complessità, tempistiche strette, aspettative elevate sui risultati. Da Commissario straordinario, ci fa un primo bilancio di come sta andando? 

Abbiamo effettivamente dimostrato che Roma può affrontare e vincere una sfida di questa portata, realizzando in tempi da record tantissime opere, molte delle quali di grande complessità. Nonostante il ritardo nell’approvazione del primo Dpcm a causa della crisi di Governo, oggi Roma è pronta con piazze e monumenti importanti riqualificati, spazi pedonali moltiplicati, aree verdi nuove e altre riqualificate su tutto il territorio cittadino, centinaia di chilometri di viabilità principale in ingresso alla città rimessi a nuovo, decine di chilometri di binari di tram e metropolitane finalmente in sicurezza dopo decenni di abbandono. In due anni abbiamo già messo in circolazione 600 autobus green e altrettanti ne arriveranno entro il 2026 con un’età media del parco mezzi praticamente dimezzata. In poco tempo abbiamo dato una prova di efficienza a cui pochi credevano e i ritardi sul cronoprogramma sono limitati.

In molti hanno parlato di “modello Giubileo”, per sottolineare l’unicità di una macchina che ha messo insieme Amministrazione locale, Governo, Pa, aziende private e, ovviamente, il Vaticano. Lei pensa che si possa parlare di “modello Giubileo”, che sia scalabile? Avete adottato procedure semplificate?

L’unione delle forze ci ha portato in soli due anni a progettare, approvare, affidare e realizzare opere che hanno cambiato il volto della città; una rapidità che non ha precedenti. Nel 2022 avremmo potuto scegliere di rinunciare alle opere più complesse ma non l’abbiamo fatto; abbiamo rischiato e abbiamo fatto bene, perché non potevamo perdere un’occasione simile.

Con il Governo, attraverso il Sottosegretario Mantovano, e con la Santa Sede, attraverso Monsignor Fisichella, la collaborazione è stata costante. Il personale dei nostri dipartimenti e delle nostre aziende partecipate ha fatto un lavoro eccezionale, visti i tempi ristretti di cui disponeva. Con i sindacati, i lavoratori e le aziende abbiamo firmato accordi che hanno garantito trasparenza di tutte le procedure, la sicurezza nei cantieri e lavori h24 su più turni che hanno accelerato i tempi e ridotto i disagi. Un risultato straordinario che, affiancato alla pazienza straordinaria dei romani e delle romane, ha creato le condizioni per quello che oggi viene definito “modello Giubileo”.

Il fatto che Roma non disponga delle prerogative tipiche delle altre capitali europee ma dei poteri di un Comune da 50 mila abitanti ha reso necessario al Governo Draghi di nominarmi Commissario straordinario. Proprio la collaborazione tra i vari soggetti coinvolti ha evitato di dover ricorrere eccessivamente ai poteri straordinari. Un’esperienza da cui imparare, considerando che in città non ci sono solo i cantieri del Giubileo ma anche quelli del Pnrr, dove anche stiamo rispettando il cronoprogramma, e tanti altri interventi pubblici e privati; parliamo di investimenti complessivi per quasi 14 miliardi di euro.

Con i sindacati, i lavoratori e le aziende abbiamo firmato accordi che hanno garantito trasparenza di tutte le procedure, sicurezza nei cantieri e lavori h24 su più turni che hanno accelerato i tempi e ridotto i disagi

Quanto ha aiutato l’istituzione di una cabina di regia a cui partecipano tutti i soggetti coinvolti?

Ha aiutato moltissimo. È stato ed è un luogo di confronto di grande importanza. La riunione quasi una volta al mese della cabina di regia coordinata con serietà e competenza dal Sottosegretario Mantovano ha risolto i problemi man mano che si presentavano, sollevandoci dalla necessità di ricorrere ai poteri commissariali.

Eravamo tutti consapevoli della complessità rappresentata dalla sfida. In uno degli ultimi incontri a dicembre scorso, con il Sottosegretario Mantovano e Monsignor Fisichella ci siamo detti che pochi avrebbero scommesso un euro su questo risultato quando siamo partiti nel gennaio 2023. Eppure, ce la stiamo facendo.

Parlando di cantieri, avete scelto di compiere opere strategiche e, in un certo senso, ambiziose. Questo ha inevitabilmente causato disagi ai cittadini romani. Quanto manca a chiudere gli interventi? Cosa prevede il cronoprogramma?

Come dicevo non è stato semplice decidere di accettare per intero la sfida di realizzare in soli due anni un programma di investimenti del genere. Ma tra Giubileo e Pnrr abbiamo un’occasione senza precedenti per trasformare sul serio e in profondità questa città. Ne sono consapevoli i nostri cittadini che, soprattutto nei mesi passati, hanno sopportato disagi non indifferenti; cosa della quale non li ringrazierò mai abbastanza. Ma tutti sanno che stiamo realizzando la Capitale dei prossimi 50 anni, più bella, più efficiente, più sostenibile e inclusiva.

In corso anche il lavoro al Parco di Centocelle dove trasformiamo 126 ettari che erano in abbandono o occupati dagli autodemolitori in uno dei più importanti parchi urbani

Dopo le inaugurazioni più attese a piazza Pia, piazza San Giovanni, piazza della Repubblica, piazza Risorgimento, via Ottaviano, le più importanti fontane monumentali e le tre stazioni della metropolitana più interessate dal Giubileo, siamo andati avanti. A gennaio abbiamo inaugurato l’85% di una piazza dei Cinquecento completamente rinnovata e pochi giorni fa una rinnovata Stazione San Pietro, dopo un anno e mezzo di lavori. A breve inaugureremo il Ponte dell’Industria, intervento che ha ampliato e consolidato un’infrastruttura storica che rischiava la chiusura. Quindi toccherà anche ai 6 nuovi parchi di affaccio sul Tevere ed entro l’estate, in tempo per il Giubileo dei giovani, agli spazi riqualificati e alla nuova viabilità delle Vele a Tor Vergata, un’altra delle grandi incompiute che qualcuno pensava ormai di dover abbattere. In corso anche il lavoro al Parco di Centocelle dove trasformiamo 126 ettari che erano praticamente in abbandono o occupati dagli autodemolitori in uno dei più importanti parchi urbani della capitale.

Altra grande questione riguarda il turismo. Oltre 30 milioni di pellegrini attesi, che si aggiungono ai flussi che normalmente attira la città di Roma. Le proiezioni sugli ingressi turistici sono attendibili? Ci può rassicurare sugli effetti del cosiddetto overtourism?

Le previsioni sono fornite dalla Santa Sede sulla base dell’esperienza e delle prenotazioni. Ma quanti saranno esattamente i pellegrini che passeranno sotto una porta santa lo sapremo solo alla fine delle celebrazioni. Sicuramente non sono spesso sovrapponibili i turisti tradizionali che l’anno scorso hanno fatto già segnare flussi da record con 22 milioni di persone e 51 milioni di presenze e i pellegrini, che hanno comportamenti tradizionalmente molto diversi.

Abbiamo moltiplicato i controlli contro gli abusi nel settore extralberghiero e stiamo operando a tappeto contro i cosiddetti lucchettoni sparsi su beni pubblici

La sfida di Roma, a partire dal 2026, è quella di investire sempre di più sulla qualità della propria accoglienza. Stiamo migliorando sensibilmente l’intero sistema infrastrutturale, materiale e immateriale. Hanno già aperto molti alberghi, anche di lusso, e siamo tornati ad essere un riferimento per i grandi concerti musicali, per gli appuntamenti sportivi internazionali e per le grandi sfilate di moda. Siamo insomma in grado di accogliere grandi flussi turistici mentre, quello che dobbiamo limitare, sono gli eccessi del cosiddetto overtourism, attivando sistemi di controllo adeguati e impedendo lo svuotamento dei centri storici e distorsioni sul prezzo degli affitti. Ed è quello che stiamo facendo; pur con i poteri limitati di cui dispone il Comune, abbiamo modificato alcune regole del Piano regolatore rispetto a frazionamenti e destinazioni d’uso, moltiplicato i controlli contro gli abusi nel settore extralberghiero (13 mila verifiche in due anni, dieci volte in più rispetto al decennio precedente) e stiamo operando a tappeto contro i cosiddetti lucchettoni sparsi indiscriminatamente su beni pubblici.

Per concludere, da sindaco, cosa si augura che resti di questa esperienza? Come vede il futuro della città quando il Giubileo sarà concluso?

Sappiamo già che questo Giubileo lascerà in eredità alla Capitale un patrimonio di servizi e infrastrutture che ne hanno già cambiato il volto e che avranno i più importanti e positivi effetti sulla qualità della vita delle persone, proprio a partire dal 2026. Lo stesso Papa Francesco ha sempre detto che questo grande appuntamento doveva essere l’occasione per rendere più bella e accogliente la città.

Quello che deve essere chiaro è che dal 2027, finiti i fondi del Giubileo e del Pnrr, non dovremo fermarci. Perché una città come Roma deve sempre guardare al futuro senza sedersi sugli allori. Mi auguro anche che il Giubileo della speranza ci lasci in eredità quel messaggio spirituale che ha ispirato lo stesso Pontefice; il messaggio che guarda agli ultimi e alla loro accoglienza, alla fraternità e alla speranza. E soprattutto alla pace, in questo momento storico funestato da sfide e pericoli globali che fanno rabbrividire: il cambiamento climatico, il ritorno delle guerre, la minaccia crescente alle istituzioni democratiche, la diffusione di carestie ed epidemie con i conseguenti flussi migratori crescenti.

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